Continua la nostra rubrica “Bergamo e Brescia tra storia e cibo”, nata con l'intento di celebrare le due meravigliose città, le loro ricche tradizioni e la prelibata gastronomia, nel contesto dell'anno della Capitale della Cultura. Attraverso un intrigante percorso, mettiamo in relazione un importante monumento storico di ciascuna città con un piatto o un prodotto tipico, creando un filo conduttore che unisce la cultura e la cucina.
Il Castello di Brescia
Infatti, come abbiamo sempre sostenuto, la cucina, con la sua grande importanza, è una componente fondamentale della cultura di una città e del suo territorio, così come lo sono la storia e i monumenti che segnano e definiscono il tessuto urbano. Questa volta, per Brescia, è il turno della Chiesa di San Giuseppe e del Castello, da affiancare alla Persicata.
Il Castello e la Chiesa di San Giuseppe, gioielli di Brescia
A Brescia ci sono due tesori: uno nascosto, nascostissimo; l'altro visibile, visibilissimo. Si tratta dei Chiostri e della Chiesa di San Giuseppe e del Castello, o Falcone d'italia posto a dominare la città, sul colle Cidneo. Storie diverse ed altrettanto affascinanti da non perdere nell'anno della Capitale Italiana della Cultura. Dopo averli scoperti (o riscoperti) li abbiniamo ad un dolce tipico della provincia bresciana: la Persicata.
Il primo tesoro nascosto si trova tra i vicoli, a fianco di piazza Loggia: è la Chiesa di San Giuseppe. Di straordinaria grandiosità e ampiezza con una ventina di cappelle tutte con una loro storia. I primi lavori documentati risalgono al 1515, all'interno vi sono una serie di Profeti attribuiti a Stefano Rizzi, maestro del Romanino, grandi pale di pittori del '600 e '700 e una suggestiva scalinata. Un gioiello da non perdere assieme al vicino Museo Diocesano con gli splendidi Chiostri e le preziosissime raccolte di codici antichi.
L'interno della Chiesa di San Giuseppe
Ammirare, riflettere, godere il complesso conventuale di un luogo ricco di bellezza, storia, arte e tradizione come la possente fortezza del Castello. Con tanta pazienza (e non poca fatica), salite gli oltre 200 scalini che portano sul colle Cidneo (in futuro forse arriverà anche un ascensore). Qui svetta in tutta la sua maestosità il complesso le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che fu voluto nell'attuale struttura militare, alla fine del Medioevo, da Luchino e Giovanni Visconti. Oggi vi troverete il Museo delle Armi Marzoli, uno dei più ricchi al mondo, assieme al rinnovato Museo del Risorgimento. In questi giorni ospita anche le surreali sculture di Davide Rivalta, "Sogni di gloria" e una mostra di tappeti "I nodi dei giardini del paradiso". Superate il ponte levatoio, salite sui due torrioni per una vista a tutto campo sulla Leonessa, l'hinterland fino a spaziare sulle catene prealpine. Attorno alla Fortezza Viscontea vi è uno dei più grandi vigneti urbani d'Europa.
La Persicata di Collebeato
Nel nostro percorso alla scoperta delle Città della cultura 2023 abbiamo deciso di abbinare alla Chiesa di San Giuseppe e al Castello un dolce tipico della provincia di Brescia, la Persicata di Collebeato. Diffuso nella provincia, si trova in tutta Lombardia mentre nel resto d’Italia è un dolce poco conosciuto. Si dice che la persicata abbia una storia legata al dolore materno per la partenza del figlio in guerra, oggi è infatti simbolo di amore materno e memoria. La leggenda narra di una madre che voleva far assaggiare i sapori e i profumi delle migliori pesche raccolte in paese al figlio lontano, partito per il fronte. Così creò delle barrette di gelatina, una soluzione intelligente per mantenere il gusto delle pesche evitando il deteriorarsi della frutta durante il lungo viaggio e consentendo la conservazione anche d’inverno.
Persicata, ricetta realizzata da Carlo Bresciani dell'Antica Cascina San Zago (Bs)
Oggi la ricetta è rimasta invariata e prevede pochi semplici ingredienti: pesche (preferibilmente di Collebeato), zucchero di canna e zucchero a velo. Si crea una barretta di gelatina che viene tagliata in pezzettini monoporzione, come una caramella. Il nome “persicata” deriva dal termine dialettale bresciano “persech” che indica appunto la pesca e sembra che già ai tempi di Gabriele D’Annunzio questo dolce era diffuso sulle tavole bresciane, pare che il vate ne andasse particolarmente ghiotto.