Giuseppe Benanti, il fondatore dell’omonima azienda vitivinicola, era una persona visionaria, ma nel termine più positivo del significato. Infatti non si limitò a creare un’azienda legata a una zona: desiderava comprendere tutto il ventaglio del territorio del vulcano per cui acquistò e gestì vigneti in tutti i versanti dell’Etna, partendo da Viagrande (Ct), a Sud-Est dove ha sede, passando per Milo (Ct), Est, arrivando a Castiglione (Ct), Nord, infine allargandosi a Sud-Ovest, Santa Maria di Licodia (Ct). Siccome dalla fine degli anni ’80 fu tra i primi, scelse i migliori vigneti che hanno fatto di Benanti una delle migliori cantine italiane. Il Dottor, Cavaliere del Lavoro e Accademico, Giuseppe ebbe altra visione: la zonizzazione, lo studio dei singoli appezzamenti, la sperimentazione con circa 150 prove di microvinificazione che hanno portato alla migliore coltivazione e utilizzazione dei soli autoctoni etnei: Nerello Mascalese e Cappuccio, Carricante.
Benanti significa rispetto di tutte le specifiche vocazioni viticole etnee in Sicilia
Ma Benanti ha avuto una terza visione, da bravo chimico e imprenditore farmaceutico ha capito l’importanza dei lieviti, quindi se voleva fare vini identitari e di territorio, non poteva affidarsi ai lieviti industriali e nemmeno a quelli spontanei il cui risultato ogni anno sarebbe stato variabile e incerto. Quindi si raccolgono lieviti nei vari palmenti, si studiano e si coltivano per 5 anni, si selezionano e si verificano riducendoli da 100 a 4: per spumanti, per Mascalese, Cappuccio, Carricante. Questi lieviti, esclusivi, sono brevettati e coltivati in laboratorio, quindi utilizzati dal 2010 solo dalla propria azienda, ottenendo vini autentici, esclusivi, unici, identitari, espressivi di purezza, freschezza, eleganza, bevibilità, non concentrati, versatili e precisi, grazie anche alla moderna tecnologia in cantina, capaci di lunga vita.
Benanti: una storia di passione e successo nel cuore dell'Etna
Da alcuni anni l’azienda è in mano ai figli Salvino e Antonio, lauree in gestione aziendale, coadiuvati dall’agronomo Giovanni Marletta e dall’enologo Enzo Calì. I vigneti sono 28 ha di proprietà e 12 da conferitori, coltivati in conversione al bio di età da 100 a 10 anni. Le bottiglie quest’anno saranno 300mila in 15 etichette suddivise in Spumanti, Tradizionali, Contrade, Iconici con 3 vini che sono considerati tra i più rappresentativi ed apprezzati dell’Etna: i 2 Rossi Riserva “Serra della Contessa” e “Rovittello” e specialmente il Bianco Superiore “Pietra Marina”. L’80% va all’estero, Usa su tutti. Non esiste guida internazionale e autorevole che non comprenda Benanti tra le eccellenze.
Salvino Benati (in foto), gestisce con il fratello Antonio, da alcuni anni l'azienda fondata da Giuseppe Benanti
Tra le peculiarità, oltre alla coltivazione dei soli tre autoctoni e il rispetto delle vocazioni e caratteristiche delle varie zone, il Carricante è vinificato sempre in purezza e solo in acciaio, il Cappuccio solo in acciaio, legno con prudenza per i Mascalese. Il futuro vedrà l’utilizzo anche di tappi a vite per le selezioni base, indice che Benanti segue la tradizione, ma guarda al domani. A proposito di futuro si sta realizzando la nuova cantina, che sarà unica, a Viagrande e si attrezzerà un piccolo fabbricato a Milo per un open taste, senza prenotazione, ma già ora l’accoglienza è un biglietto da visita dell’azienda specialmente con abbinamenti che accompagnano menu gourmet dello chef Enrico Rinaldi.
Benanti con gli Etna Rosso Doc 2018 Contrada Monte Serra e Contrada Cavaliere
Degustiamo due Etna Rosso 2018, Contrada Monte Serra e Contrada Cavaliere, entrambi solo Nerello Mascalese, così da poterne descrivere le diverse sfumature. Contrada Monte Serra coltivato a Viagrande a m 450, non lontano dal mare, suolo ricco di scheletro, densità 9000 alberelli/ha di età varia fino a 100 anni, raccolta a fine settembre, fermentazione per 21 giorni con i lieviti Benanti, 12 mesi in tonneaux, poi acciaio e 10 mesi in bottiglia. Nel calice colore rosso rubino scarico quasi Cerasuolo, tipico; all’olfatto è austero, vegetale con macchia mediterranea, pietra focaia e pochissimo iodio, complesso con frutta rossa sotto spirito, mela cotogna, spezie e resina, grande eleganza e attraenza; in bocca tannini spiccati ma vellutati, abbastanza acido e minerale, fragrante, di media struttura, lungo e buona bevibilità, accompagna piatti di carne, specie alla brace.
Contrada Monte Serra e Contrada Cavaliere Etna Rosso 2018 di Benanti
Contrada Cavaliere da vigna a Sud-Ovest, altezza m 900, clima di montagna, buone escursioni termiche, terreno vulcanico sabbioso ricco di scheletro, densità 6.500 p/ha, età 50 anni, resa 60 q/ha, vendemmia a metà ottobre, vinificazione simile al primo. Nel calice colore rosso rubino scarico; al naso spicca l’austerità con sentori vulcanici iodati e di pietra focaia, mela cotogna, resina, liquirizia, spezie, rispetto al primo più fruttato, più note vegetali con parecchia macchia mediterranea, anch’esso di grande franchezza ed eleganza; al palato i tannini sono più lievi, è più morbido, più rotondo con un sottofondo vagamente amaro, sempre grande bevibilità da abbinare a piatti meno strutturati, anche pesce azzurro e da sorseggiare a solo come aperitivo.
Benanti
Via Giuseppe Garibaldi 361 - 95029 Viagrande (Ct)
Tel 095 7890928