Dopo la pandemia e la mancanza di personale, ecco che arriva a ciel sereno un’altra grande novità (uso questo termine “grande novità” perché il mio pensiero e tutt’altra cosa), il Governo o meglio il ministro del Turismo riduce le tasse sulle mance dei camerieri, sostenendo che questo servirà per far aumentare l’occupazione in tutto il settore della ristorazione.
A me sembra un’idea folle, come si può pensare di sopperire alla carenza e mancanza di personale detassando le mance? Ci sono molti altri problemi da risolvere per invogliare e motivare i giovani a intraprendere questa attività.
Come si può pensare di sopperire alla carenza e mancanza di personale detassando le mance?
Un lavoro in cui non mancano i sacrifici
In primis bisogna considerare questo mestiere, molte volte sottopagato, in base alle molte ore di impegno (breakfast, lunch, dinner) e che è logorante e stressante. Oltre a questo, la nostra professione permette di dedicare poco tempo alla propria famiglia, considerando che molti luoghi di lavoro sono distanti da casa e molte volte in altre regioni, e offre rare possibilità di trascorrere il sabato, la domenica e alcune festività tra le mura di casa: molte volte, infatti, ci troviamo di fronte ai figli grandi e quasi non li conosciamo.
In Italia sul conto non è prevista la voce mancia
Inoltre non riesco a capire come sarà possibile conteggiare le mance considerando che in Italia esse vengono date direttamente in mano al cameriere o, a volte, introdotte in appositi contenitori. Quindi, potrei dire un'entrata non visibile ed esentasse, anche perché sul conto oggi non è prevista la voce “mancia”, cosa che avviene in altri Paesi e dove la mancia è “obbligatoria”. Bisogna anche considerare che oggi l’uso di lasciare la mancia è sempre più raro, una consuetudine che avveniva in passato, prima dell’arriva dell’euro. Oggi è sempre più rara la clientela che, dopo il soggiorno in hotel o meglio dopo una pranzo o cena al ristorante, ti lascia i 20, 50 euro: questo anche a causa dell’aumento del costo della vita. In conclusione credo che se non si ci riunisce intorno a una tavola rotonda Governo, formazione, imprenditori, sindacati e associazioni di categoria, perderemo l’ultima carta vincente per sfruttare la risorsa più importante che abbiamo in Italia: il turismo.