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Gavino Sanna, con Cantina Mesa il sostegno alla Sardegna e ai giovani

Abbiamo incontrato il celebre professionista della comunicazione nell’ambito del Premio Mesa, il concorso dedicato ai giovani chef sardi promosso da Cantina Mesa, l’azienda che ha fondato nel Sulcis Iglesiente

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
28 novembre 2022 | 15:33

Gavino Sanna, con Cantina Mesa il sostegno alla Sardegna e ai giovani

Abbiamo incontrato il celebre professionista della comunicazione nell’ambito del Premio Mesa, il concorso dedicato ai giovani chef sardi promosso da Cantina Mesa, l’azienda che ha fondato nel Sulcis Iglesiente

di Gabriele Ancona
vicedirettore
28 novembre 2022 | 15:33
 

Gavino Sanna significa pubblicità. È il professionista della comunicazione per antonomasia. Pubblicitario, grafico e scrittore, è l’incarnazione della locuzione “non ha bisogno di presentazioni”. A tal punto che la Treccani gli dedica diverse righe. Lo abbiamo incontrato a Milano mentre presiedeva la giuria del Premio Mesa, concorso regionale dedicato a giovani chef e ristoratori emergenti sardi promosso da Cantina Mesa, azienda vitivinicola fondata da Sanna nel Sulcis Iglesiente.

Gavino Sanna Gavino Sanna, la Sardegna e i giovani

Gavino Sanna

Un inno alla forza di un popolo

Nato a Porto Torres nel 1940, è un uomo tenace e garbato, con uno sguardo buono, ma risoluto. È sardo in ogni cellula. Ama la sua terra con un trasporto assoluto tanto da aver recentemente firmato il progetto di un murales a Orgosolo, Barbagia, il paese dei muri dipinti, un museo sotto il cielo. «Mi sono inventato una trama per raccontare l'attualità di questa terra e ho voluto realizzare un dipinto che sia un inno alla gioia, all'amicizia, alla forza di un popolo», ha dichiarato all’Ansa lo scorso giugno nel corso dell’inaugurazione dell’opera.
A Milano ha valutato i piatti di tre giovani sardi; lo sguardo in avanti, sul futuro.

Cantina Mesa, un Premio che è volano per la Sardegna e soprattutto per i giovani?
Questo è molto importante da chiarire. In tutto quello che faccio c’è un sottofondo: amo la Sardegna, ma l’amo ancora di più attraverso i giovani. I giovani che non trovano lavoro, i giovani abbandonati, i giovani che passano il tempo senza obiettivi. Ecco, questo mi fa piangere. Io li accolgo con questa manifestazione, perché la Sardegna ne ha bisogno e vorrei che si ricominciasse a parlare e a sperare con loro.

 

 

Mesa, un nome che è una dichiarazione d’intenti: l’incontro tra terra, vino e tavola.
È una cosa straordinaria. Questo nome nasce quando mi trovavo a New York. Stavo e stavo facendo una passeggiata per andare a trovare un amico. Arrivato in prossimità della sua porta, vedo di lato un enorme pannello di vetro con un piccolo segno, un piccolo nome appiccicato lì. Mi avvicino e trovo scritto “mesa”. In principio ho pensato che si trattasse di un ristorante o comunque di un riferimento sardo. Un segno grafico talmente carino, con quei quattro colori, che mi ha entusiasmato. In ogni modo, quell’apparizione fortuita ha dato origine a una promessa con me stesso. Decisi che se mai avessi dovuto fare qualcosa per me, l’avrei chiamata appunto “mesa”, che in Sardegna ha un significato ben preciso. E così è stato.

L’Italia enogastronomica sa comunicare bene i propri valori al turismo internazionale?
Assolutamente sì. Noi raggiungiamo posti impensabili sempre portando nel cuore quella che è la nostra casa. In questo viaggio di comunicazione io continuo a parlare della Sardegna. Nelle occasioni come quella di oggi trovo che il cuore dell’identità è sempre vivo e batte forte, soprattutto nei giovani. E ne sono felice.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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