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Colli Euganei, dal cibo al vino passando per le terme. Turismo a 360 gradi

Nei dintorni di Padova natura incontaminata impreziosita da ville storiche che riportano indietro di molti secoli. Tante le aziende leader nel mondo enogastronomico e centinaia le bellezze artistiche da non perdere

 
13 novembre 2022 | 14:30

Colli Euganei, dal cibo al vino passando per le terme. Turismo a 360 gradi

Nei dintorni di Padova natura incontaminata impreziosita da ville storiche che riportano indietro di molti secoli. Tante le aziende leader nel mondo enogastronomico e centinaia le bellezze artistiche da non perdere

13 novembre 2022 | 14:30
 

Quella dei colli Euganei è una zona dalla natura incontaminata con la possibilità di percorrerla a piedi, in bicicletta o in auto. Fondata nel 2002, la Strada del Vino riunisce aziende vinicole, agriturismo, frantoi, ristoranti, botteghe enogastronomiche e distillerie, Comuni del territorio ed enti territoriali. Il turista viene accolto nelle cantine o nelle strutture dove può sostare per piacevoli degustazioni di vino, accompagnato dai tipici spuntini.

La meraviglia dei colli Euganei Colli Euganei, dal cibo al vino passando per le terme. Turismo a 360 gradi

La meraviglia dei colli Euganei

Paesaggi da non perdere

Ci troviamo a sud di Padova e a ovest di Venezia, i colli Euganei sono conosciuti soprattutto per le località termali (Abano e Montegrotto). Invece basta lasciare alle spalle Padova e ci si trova immersi in un paesaggio incantevole costellato da dolci colline ricoperte da alberi, boschi, frutteti, uliveti, luoghi ricchi di cultura e arte da visitare. Le colline prendono il nome dalle popolazioni mediterranee, che, secondo il mito, fondarono i primi insediamenti. Nel raggio di 200 chilometri troviamo un centinaio di colli, risultato di una serie di movimenti sismici avvenuti circa 40 milioni di anni fa: al centro troviamo il Monte Venda, il più alto, che supera di poco i 600 metri. Ogni collina deriva da uno spostamento, quindi ciascuna ha una composizione del suolo peculiare.

A questa storia geologica si lega un territorio ricco di acque e fanghi termali, che abbondano ai piedi delle colline. Il clima dei colli Euganei è mite, quindi troviamo ulivi, cipressi e una flora ricca e interessante, infatti comprende oltre un quinto di tutte le varietà di piante che si trovano in Italia. Se si è accompagnati da bambini suggeriamo di visitare il mondo colorato della Casa delle Farfalle a Montegrotto, un luogo affascinante dove anche gli adulti rimarranno affascinati. Per far vivere ai bambini la vita semplice della campagna sono a disposizione fattorie didattiche (Podere Villa Alessi, Faedo di Cinto Euganeo, agriturismo La buona terra).

Nel 1989 il territorio è diventato Parco Regionale, quindi protetto da abusi edilizi e fornito di una fitta rete di sentieri attrezzati per camminare o pedalare. Per dormire? Non c’è che l’imbarazzo della scelta: il turista ha a disposizione circa 90 strutture alberghiere tra Abano e Montegrotto, a queste si aggiungono diverse strutture, agriturismi e A&B. Nel primo caso si può abbinare un soggiorno in una struttura alberghiera di Abano o Montegrotto, usufruire delle piscine termali, dei fanghi o massaggi per poi fare giri turistici, visitare ville d’epoca o località interessanti.

Le iconiche terme euganee

Le terme Euganee sono la più grande stazione termale d’Europa, riconosciuta internazionalmente per i trattamenti curativi e di prevenzione con le acque e i fanghi. D’altra parte le “acque patavine” erano molto note ai Romani, che ritenevano questa zona uno dei luoghi di cura più importanti. Tutti gli hotel hanno reparti specializzati alle cure, tanto che hanno ottenuto dal ministero della Sanità il riconoscimento di qualificazione “1 super”. Le acque termali del bacino si raccolgono nei bacini dei Monti Lessini, defluiscono nel sottosuolo fino a 2mila-3mila metri dove si arricchiscono di sali minerali per raggiungere gli stabilimenti termali. Con la balneoterapia i movimenti del corpo sono più sciolti e il dolore diminuisce. L’acqua termale è ideale anche nelle terapie inalatorie. Il fango terapeutico delle Terre Euganee è costituito da argilla e acqua termale: viene applicato direttamente sulla pelle ad una temperatura fra i 18 gradi e i 42 gradi per circa 15-20 minuti.

Al termine dell’applicazione e dopo la doccia, ci si immerge nel bagno termale che completa gli effetti biologici. L’applicazione del fango termale è particolarmente efficace nel contenere l’infiammazione e nell’alleviare il dolore delle articolazioni.

Escursionismo, passeggiate in bicicletta e golf

Il territorio si presta a numerose passeggiate a piedi o in bicicletta. I Sentieri del Parco Regionale dei colli Euganei sono a disposizione di tutti gli appassionati di trekking nel verde; è possibile affrontare sentieri più o meno complessi nel Parco Regionale. Saranno immersi in una natura incontaminata che sorprenderà tutti. Nel parco troviamo oltre 25 sentieri attrezzati con segnaletica. Per chi ama la bicicletta? Troverà un itinerario che si sviluppa attorno al perimetro del Parco. Prima fra tutte la ciclovia E2-Anello ciclabile dei colli Euganei. Ogni struttura alberghiera termale di Abano, Montegrotto e Galzignano ha un programma di attività ginnica non agonistica. Solo in questa zona i golfisti hanno a disposizione cinque percorsi di golf.

Piste ciclabili che penetrano nei colli Colli Euganei, dal cibo al vino passando per le terme. Turismo a 360 gradi

Piste ciclabili che penetrano nei colli

Arte-cultura: i viaggi sull’acqua e le ville venete

In passato più che sulle strade, si preferiva viaggiare sull’acqua in barca, perché più sicure e agevoli. I colli Euganei sono ricchi di corsi d’acqua: fin dai tempi più antichi, Padova era conosciuta come "la città delle acque"; la costruzione di canali artificiali ha reso nei secoli passati il territorio euganeo un punto nevralgico dei traffici commerciali, mentre oggi le vie d'acqua e i numerosi laghetti rappresentano importanti siti di interesse naturalistico. Il fiume Bacchiglione nasce ai piedi delle Prealpi vicentine e percorre un ampio tratto della Pianura Padana, attraversando due grandi città, Vicenza Padova. Sin dall'antichità i suoi 118 km di lunghezza hanno rappresentato un’importante via di comunicazione e le sue acque sono state sfruttate per molteplici attività produttive e commerciali.

I corsi d’acqua servivano a portare i veneziani e gli ospiti nelle case di campagna sui colli Euganei e sulle rive del Brenta. Chi volesse rivivere o godere di un viaggio particolare da fine marzo ad ottobre può fare una escursione in battello lungo i Canali di Padova, il fiume Bacchiglione, la Riviera del Brenta e la Laguna Veneziana. Può fare una navigazione particolare con un’imbarcazione tradizionale veneta per andare scoperta delle antiche vie di comunicazione e commercio rimaste attive fino agli inizi del ‘900. Le imbarcazioni tipiche venete (45-50 posti), antichi burchi in legno restaurati, hanno un fondo basso ideale per navigare nei canali, ma dotati di ponte panoramico, toilette, microfono e piccolo angolo bar. Si può scegliere una gita attraverso i Navigli di Padova, una città vista dall’ acqua; lungo il fiume Bacchiglione un viaggio a ritroso nel tempo dal centro di Padova ai piedi dei colli Euganei ed infine Venezia con le sue isole. Verso il 1520 la dipendenza dalle importazioni di grano straniero, come accade oggi, causò delle carestie, cosi la Repubblica di Venezia incoraggiò la nobiltà a costruire ville nei dintorni di Venezia, attorniate da zone agricole coltivate per sopperire alla carenza di grano. Le ville lungo la Riva del Brenta e nei colli Euganei sono datate principalmente Cinquecento e Seicento, alcune sono spettacolari, come la Villa Barbarigo a Valsanzibio, che vanta 16 fontane, giochi d’acqua, grotte e labirinto.

Noi abbiamo visitato il Castello del Catajo, che si trova a Battaglia Terme, considerato la Reggia dei colli Euganei. Una struttura meravigliosa, che merita una visita guidata. Alcuni pensano che il nome derivi da Catai (nome con cui veniva indicata la Cina nel Medioevo), perché questo era un luogo di meraviglie, ma è verosimile faccia riferimento a una "Ca' Tajo", cioè "tenuta del taglio", cioè allo scavo del Canale di Battaglia, che tagliò a metà molti appezzamenti agricoli. La storia del castello è legata alla storia della famiglia Obizzi che dal Cinquecento ai primi dell’Ottocento ha voluto costruire il Catajo con l’idea di ottenere un mezzo di rappresentanza e di ascesa sociale. Pio Enea I nel 1570 commissionò, lungo l’argine del Canale Battaglia, nel padovano Giovanni Battista Zelotti; il pittore rinascimentale realizzò, in accordo con i padroni di casa, il primo esempio di pittura autocelebrativa dell’Italia settentrionale. Il ciclo pittorico è perfettamente conservato e racconta per immagini la storia di famiglia.

Castello di Catajo Colli Euganei, dal cibo al vino passando per le terme. Turismo a 360 gradi

Castello di Catajo

Gli Obizzi erano una famiglia potente e ricca di mercenari, che, grazie al loro esercito privato, ha combattuto per conto dei signori di allora. Aspiravano al titolo nobiliare e questo castello è stato un mezzo per comunicare la loro potenza. Quando si arriva il Castello del Catajo lo si vede spuntare all’improvviso tra il verde della campagna, i vigneti, piante esotiche e una sequoia del 1600 fatta arrivare dall’America. Accanto al laghetto, c’è ancora la piscina scavata nella roccia dove i nobili o le dame si bagnavano riparati dai tendaggi per evitare i raggi solari. Il Castello è monumento nazionale, vasto 23mila metri quadrati con 350 stanze. Come gran parte dei castelli anche qui troviamo un fantasma, legato alla bella Lucrezia Dondi dell’Orologio, moglie di Pio Enea II Obizzi, uccisa nel 1600 da quello che credevano un fedele cortigiano, Attilio Pavanello. La leggenda narra che Lucrezia fu uccisa con una rasoiata alla gola nella sua camera da letto, mentre indossava una vestaglia rosa, colpita da Pavanello su incarico di un corteggiatore respinto. Ferdinando, figlio di Lucrezia, anni dopo vendicò la madre ammazzando a sua volta Pavanello, ma il vero mandante restò impunito. L’anima di Lucrezia ancora non se ne dà pace: alcuni giurano di averla vista mentre cammina tra le sale del Catajo. 

Il declino del castello è iniziato nella seconda parte del XIX secolo, ma è diventato più grave tra gli anni Settanta quando una parte delle stanze è servita per contenere tabacco e poi si sono perse intere porzioni del tetto o di edifici per mancanza di manutenzione. In seguito il castello è stato definitivamente spogliato di tutto il suo arredo. Venduto all’asta, è stato acquistato alla fine del 2015 da Sergio Cervellin che ha dato inizio ad una importante opera di recupero e restauro ancora oggi in corso.

Sono già state restaurate una parte delle facciate e l’intero Cortile dei Giganti, riportando alla luce gli antichi affreschi secenteschi e anche il giardino, caduto per decenni in uno stato di abbandono, è stato interamente recuperato. Visite guidate, laboratori didattici, sale in affitto per matrimoni, concerti o meeting servono per mantenere in vita e finanziare in parte i costosi lavori di restauro. E allora perché non vivere una giornata da favola?

Come seconda visita siamo andati a Villa dei Vescovi (Fai) a Luvigliano di Torreglia, splendida villa circondata da vigneti, ulivi e boschi. È stata costruita tra il 1535 e il 1542 come residenza estiva del vescovo di Padova Francesco Pisani e fu progettata dall'architetto veronese Giovanni Maria Falconetto, pensando alla Domus Romana. Per portare avanti i lavori di costruzione della residenza, interrotti dalla morte di Falconetto, Francesco Pisani si appoggiò a Giulio Romano, che modificò alcuni particolari per renderla più monumentale.  Lambert Sustris, pittore fiammingo, in Italia per studio, l’affrescò interamente. Nel 1962, il vescovo Girolamo Bordignon, viste le condizioni di degrado e le difficoltà di mantenere la struttura, decise di venderla. L’imprenditore Vittorio Olcese e la moglie Giuliana acquistarono la Villa, riportandola al suo splendore cinquecentesco per utilizzarla come residenza estiva.

Nel 2005, la seconda moglie di Olcese e il figlio hanno deciso di donarla al Fai. Intorno alla Villa troviamo tre ettari di terra, di cui due e mezzo coltivato a vigna, che quest’anno ha prodotto per la prima volta il suo moscato naturale. Consigliamo a tutti l’attigua enoteca: qui possiamo acquistare o degustare i prodotti enogastronomici euganei, oppure fare un aperitivo o una degustazione guidata, un picnic nel parco della Villa.

Si tratta di un progetto nato nel 2016 che vede unite nella stessa enoteca numerose aziende vinicole dei Colli Euganei e grazie alla collaborazione con il Fai, è nato un luogo unico nel suo genere. La gestione è curata da un gruppo di giovani imprenditori che promuovono prodotti di qualità. La terza visita l’abbiamo fatta nel Parco delle Frassinelle. Durante il fine settimana vengono organizzate visite guidate nel parco, progettato dall’architetto veneziano Jappelli, insieme al tempietto neoclassico e alle grotte. Questa tenuta appartiene dal Duecento ai conti Papafava, in mezzo al parco troviamo una residenza agricola seicentesca con cinque appartamenti che possono essere affittati, non solo ampie sale per ricevimenti, ideale per matrimoni o eventi. Oltre a fare una passeggiata nel parco, abbiamo attraversato le grotte: un percorso interessante che consigliamo, perché dietro troviamo una storia incredibile. Sono occorsi sette anni di lavoro per completare l’opera (1883). 

Ceramiche Este

Abbiamo visitato la manifattura Ceramiche Porcellane Este, una delle più antiche manifatture d’Europa, risalenti al Settecento. La sua posizione e l’atmosfera è affascinante. La fabbrica è situata lungo le mura cittadine ed è affacciata sul canale che portava a Venezia: qui la terra entra come materia prima ed esce come manufatto prezioso. Quando si entra si rimane incantati e si vorrebbe acquistare tutto, perché si trovano oggetti d’arredamento e piatti di grande gusto. Nel 1955 Gian Battista Giorgini, appassionato e cultore del bello, acquista l’antica manifattura di ceramiche nel centro storico di Este. Proprio lui nel 1951 aveva lanciato l’alta moda italiana con le prime sfilate a Firenze, prima nel suo palazzo nel giardino Torrigiani e poi a Palazzo Pitti, così grazie alla sua sensibilità artistica è riuscito a conservare l’archivio, la produzione, rinnovandola. Con lui nasce la collaborazione tra i brand della moda e il design, che continua ancora oggi. Dal ‘75 Fadigati, il nipote di G.B. Giorgini, prosegue con successo l’attività della manifattura.

Enogastronomia e ristorazione

Strada del vino Colli Euganei oggi conta circa 100 associati. La compongono aziende agricole, vitivinicole, artigiane, aziende della ricettività e della ristorazione, enoteche, esercizi commerciali di vendita di prodotti enogastronomici di qualità. Si sono associati negli ultimi anni anche beni culturali, agenzie viaggio, cooperative di escursionismo, centri visite. Grazie al clima, questa è una zona fortunata, ricca di prodotti, qui troviamo dagli ulivi ai vigneti, dagli alberi da frutta, fichi, pesche alle prugne e melograni, dalle giuggiole alle castagne, dal radicchio agli asparagi e piselli…Il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Carménère sono alla base del Rosso Colli Euganei: sono arrivate tanti anni fa dalla Francia, trovando in questo terreno e nel microclima un terroir ideale. In questa zona è cresciuta molto la produzione biologica, proprio come quella di Quota 101, l’azienda che abbiamo visitato.

La famiglia Gardina Colli Euganei, dal cibo al vino passando per le terme. Turismo a 360 gradi

La famiglia Gardina
 

Ci troviamo sui Colli Euganei, a Torreglia, appena fuori Padova: un posto incantevole con vigneti e ulivi. Quota 101 è l’altitudine in cui si trova l’azienda di proprietà della famiglia Gardina che nel 2010 ha deciso di recuperare questa tenuta immersa nella natura, dove il vino si faceva da sempre. Fin da subito si sono impegnati a coltivare l’uva di questo posto nel totale rispetto del territorio e dell’ambiente. Presidente di Strada del Vino è Roberto Gardina, titolare dell’Azienda vinicola Quota 101 di Torreglia, insieme alle figlie Silvia e Roberta hanno trovato vecchi vigneti ancora in forma e un luogo ricco di biodiversità. Le vigne oggi sono condotte secondo i principi dell’agricoltura biologica. 

Il più vecchio, che comprende 7,5 ettari, è a Luvigliano di Torreglia, dove il suolo è argilloso e marnoso, perfetto per le nostre uve bianche. I vigneti più giovani si trovano invece a Baone, parte più a sud dei Colli e si estendono per circa 8,5 ettari. Qui il suolo è calcareo e ricco di scaglia, come piace ai vini rossi. Tutti i vini sono vinificati solo con uva di proprietà e i titolari seguono direttamente ogni fase della produzione. Per questo nelle bottiglie Quota 101 si trova il marchio della Federazione italiana vignaioli indipendenti. Dopo il restauro della vecchia cantina, diventata barricaia per l’affinamento dei vini, nell’autunno del 2019 è stata costruita una nuova cantina completamente rivestita in legno di larice naturale, nel pieno rispetto della natura.

La cantina è stata progettata in un’ottica di efficienza energetica e sostenibilità dell’edificio, oltre ad una grande attenzione al rispetto di un ciclo rispettoso dell’ambiente ed efficiente in termini di risorse. Questo ha permesso di ottenere la prestigiosa certificazione Casa Clima Wine, una certificazione che solo pochi vantano di avere in Italia. Oltre ad una costruzione rigorosa, le cantine certificate devono avere imballaggi leggeri, gli spazi di lavoro e di accoglienza devono garantire un elevato comfort microclimaticoacustico per la salute, il benessere di lavoratori e visitatori. Particolare attenzione è stata posta alla eliminazione delle barriere architettoniche per garantire la massima fruibilità a tutti i visitatori. 

Per chi desiderasse soggiornare suggeriamo bed&wine Quota 101 ad Arquà Petrarca, dove al pernottamento si può fare una visita e degustazione dei vini biologici in cantina. Sono stati ristrutturati quattro appartamenti in uno dei borghi medievali più belli d’Italia, Arquà Petrarca. Le stanze sono state ristrutturate con grande cura nei particolari: travi in legno, materiali naturali, un ambiente pulito e tantissima luce. Ogni appartamento hanno preso il nome dei loro vini: Gelso di LapoFior d’ArancioOrtonePoggio Ameno

Este, una cittadina che merita una visita. Hotel Beatrice e Ristorante Incalmo

Siamo ad Este, la splendida cittadina ai piedi dei Colli Euganei, importante colonia romana, fondata dai veterani di Augusto, intorno alla metà dell'XI sec, poi la città viene scelta come dimora di una dinastia feudale. Del periodo medioevale oggi rimane la cinta muraria lungo oltre un chilometro, invece del dominio veneziano lungo quattro secoli rimangono alcuni palazzi e alcune Ville: Kunkler-Byron, Contarini degli Scrigni e Zenobio-Albrizzi, che meritano una visita. Nel Duomo di Santa Tecla, troviamo la pala del Tiepolo, interessante da vedere.

L’Hotel Beatrice si trova a dieci minuti dal centro: una soluzione ideale per chi per desideri visitare i colli Euganei. Rinnovato recentemente, è stato valorizzato lo stile originario anni Sessanta disegnato da Gio Ponti: la cabina telefonica, ormai in disuso, ora è perfettamente ristrutturata, così come gli splendidi mobili della hall. L’idea nasce dal desiderio di Michele Carretta, 30 anni, di far rivivere lo storico albergo di famiglia, voluto e fatto costruire nel 1966 dal bisnonno. Forte di numerose esperienze in cucine di livello, Michele ha saputo costruire la giusta squadra.

Ricardo Scacchetti, italo-brasiliano e trapiantato a Londra, ha deciso di scommettere su Este e lo affianca nel rilanciare la struttura. Separato, ma contiguo Incàlmo, un ristorante “fine dining”, progettato e studiato da un team giovane e competente. Ci ha colpito il suo nome curioso “Incalmo”, che in dialetto veneto significa “innesto”. È un ristorante che consigliamo per la sua cucina innovativa. L’attento studio dell’arredamento gioca un ruolo importante: all’ingresso una piccola area lounge è stata pensata come luogo di condivisione e un invito a rilassarsi su morbide sedute. Negli spazi interni è stato inserito da un lato una parete tessile, che riporta all’epoca di Gio Ponti: un elemento versatile, utile all’ isolamento acustico, ma anche all’area storage. Sul lato opposto grandi vetrate offrono una sensazione di continuità, mentre la grande parete a scaglie grigio scura diventa una quinta scenografica per la sala. Un lungo bancone laccato con inserti in paglia di Vienna, fanno da cerniera tra l’area cucina e la degustazione. 

Sapori tipici tutti da gustare Colli Euganei, dal cibo al vino passando per le terme. Turismo a 360 gradi

Sapori tipici tutti da gustare

I tavoli circolari sono illuminati da una luce soffusa che prepara il cliente a un viaggio di sapori. Francesco Massenz e Leonardo Zanon sono gli chef di Incalmo: amici e colleghi di lunga data, rappresentano l’anima della cucina caratterizzata da una grande determinazione, maturata in ristoranti di livello. Estremamente diversi, ma in cucina sono intercambiabili e complementari. La materia prima è il punto di partenza di ogni ricetta: la farina con cui fanno pane e la pasta fresca, le patate di Anguillara Veneta, il burro cremoso di Normandia e le verdure scelte al mercato di Este.  

Un punto su cui ci soffermiamo è il pane: qui è fragrante, una perfetta alveolatura. Invita ad assaggiarlo subito con una spalmata di burro delizioso. La presentazione dell’aperitivo gioca su uno stile semplice, ma di effetto. Su piccole sculture in stile giapponese gli chef mettono piccole chips da assaggiare prima della cena. Nelle creazioni dolci Leonardo ama utilizzare olio, sale e ingredienti vegetali, che insieme a frutta, creme e cioccolato regalano al palato un gioco di consistenze e sapori facendo intrecciare dolcezza e sapidità, con effetto a sorpresa.  Michele e Ricardo consigliano etichette di una cantina con oltre 250 etichette di cui una cinquantina sono bollicine, tra 25 Champagne, Franciacorta e Trento anche delle etichette straniere nel metodo Classico (incluso un Blanc de Noirs tedesco). Ultimo ingresso in carta, in continua evoluzione, una selezione di vini naturali con una decina di referenze.

Salumificio Fontana, Este 

È una azienda storica di produzione salumi. Dal 1941 si trova a Este e fa parte del Consorzio di Tutela del Prosciutto Veneto Dop. All’inizio dell’attività l’azienda occupa una decina di persone ed ha un carattere stagionale con un numero limitato di prodotti. Dopo appena due anni di vita la fabbrica viene requisita dall’esercito tedesco e gestita per due anni dai soldati per rifornire di salumi e di carni i vari comandi militari della zona. L’attività riprende immediatamente nel b, dopo la liberazione. 

Il salumificio Colli Euganei, dal cibo al vino passando per le terme. Turismo a 360 gradi

Il salumificio

Dal 2012 è socio della Strada del Vino dei Colli Euganei con cui collabora attivamente alla valorizzazione enogastronomica del territorio padovano. Produce una vasta gamma di prodotti sia stagionati che freschi, cotti o affumicati, nel rispetto della tradizione artigianale. Da anni è diventato meta di visite da parte di turisti e operatori del settore agricoltura, anzi proprio qui vengono fatti dei corsi per avvicinare il consumatore ad un acquisto di qualità.

Anche noi l’abbiamo visitato e ci hanno piacevolmente accompagnato i titolari. La passione con cui raccontano la loro azienda traspare dal loro racconto, lo mettono anche nei loro prodotti, che meritano l’acquisto. Da questa azienda vengono prodotti circa 3600-4000 prosciutti, che rispetta il disciplinare del Consorzio, che presenta il sigillo metallico con mese, anno della produzione. Da lunedì a venerdì su prenotazione si possono acquistare i prodotti e visto il sapore raccomandiamo una visita.

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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