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Ais Romagna: “Il livello si è alzato, serve personale sempre più specializzato”

Alla guida della sezione romagnola dell'Associazione italiana sommelier c'è Adolfo Treggiari, che ha idee molto chiare sulla formazione, ritenuta basilare, e sull'importanza dei professionisti in turismo e ristorazione

 
25 luglio 2022 | 11:06

Ais Romagna: “Il livello si è alzato, serve personale sempre più specializzato”

Alla guida della sezione romagnola dell'Associazione italiana sommelier c'è Adolfo Treggiari, che ha idee molto chiare sulla formazione, ritenuta basilare, e sull'importanza dei professionisti in turismo e ristorazione

25 luglio 2022 | 11:06
 

Adolfo Treggiari, nuovo presidente di Ais Romagna, ha idee molto chiare sulla formazione, ritenuta basilare in un mondo in continua evoluzione ed espansione. Il suo intervento è a sottolineare l’importanza che i sommelier rappresentano nel marcato della ristorazione e, più ampiamente, nel settore turistico.

Adolfo Treggiari  Ais Romagna: “Il livello si è alzato, serve personale sempre più specializzato”

Adolfo Treggiari

Qual è la situazione attuale dei sommelier e com'è cambiata la professione negli ultimi anni? 
La figura del sommelier è cambiata molto negli ultimi anni. Con il boom dell’enogastronomia, il pubblico, specialmente di fascia giovane, ha cambiato aspettative e alzato il livello di richiesta. Per questo i vari locali, molto numerosi sulla nostra costa (bar, ristoranti, enoteche…), cercano sempre di più personale specializzato. Il nostro compito è quello di rendere il più qualificato possibile i sommelier della nostra associazione per poter affrontare i nuovi appassionati. Di qui l’importanza dello stretto rapporto che abbiamo con i vari istituti alberghieri per formare i giovani camerieri/barman/cuochi/.. che andranno a lavorare nelle nostre strutture. 

E quali sono le prospettive? 
Con questi continui cambiamenti, risulta fondamentale stare al passo con continui aggiornamenti e corsi di formazione: conoscere il proprio territorio in primis per poi passare al resto d’Italia, d’Europa, del mondo. In un mondo sempre più globalizzato l’attenzione a quello che succede ovunque, è fondamentale.

 

 

Come vede le diverse situazioni a livello regionale? 
Ogni regione ha la sua storia e la sua cultura. Ormai tutte le regioni stanno producendo vini di alto livello. Nostro compito è quello di fare i “comunicatori”, essere la via di unione tra i produttori e i consumatori. Per questo il legame tra l’associazione e i vari consorzi di produttori è fondamentale. 

Com'è stato l'andamento nella fase post pandemia? 
Nel post pandemia c’è stato un boom di iscritti e un prolificare di corsi. Ormai la maggior parte dei nuovi soci è composta da appassionati che vogliono approfondire le loro conoscenze sia sul vino ma anche sull’abbinamento. C’è comunque ancora un buon numero di professionisti (di cui molti provenienti dalle scuole alberghiere) che voglio aggiungere professionalità al loro curriculum nella ricerca di un impiego. 

E il futuro? 
Il mondo del vino è in continua evoluzione. Basti pensare che solo in Romagna sono state appena create quattro nuove sottozone e il vitigno autoctono “Famoso” è stato aggiunto nella Romagna Doc. Il cambiamento climatico con l’innalzamento delle temperature sta cambiando l’atlante geografico della produzione del vino. Basti pensare alla produzione di vino nel sud dell’Inghilterra che sta prendendo sempre più piede.

 

 

 

 

 

 

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