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Servizi ecosistemici: per il riso lomellino arriverebbero oltre 4 milioni di euro all’anno

Si chiama “Weal - Wellbeing and ecosystem service for agricolture in Lombardy” ed è un progetto che porterebbe enormi benefici all'agricoltura locale e tutelerebbe anche la salute dei lavoratori

 
15 luglio 2022 | 15:36

Servizi ecosistemici: per il riso lomellino arriverebbero oltre 4 milioni di euro all’anno

Si chiama “Weal - Wellbeing and ecosystem service for agricolture in Lombardy” ed è un progetto che porterebbe enormi benefici all'agricoltura locale e tutelerebbe anche la salute dei lavoratori

15 luglio 2022 | 15:36
 

Il riconoscimento dei “servizi ecosistemici”, vale a dire i benefici sociali e ambientali generati dall’attività agricola, potrebbe valere per la risicoltura lomellina almeno 4,2 milioni di euro all’anno: è uno dei dati emersi dal seminario di presentazione del progetto “Weal - Wellbeing and ecosystem service for agricolture in Lombardy”, di cui Gal Risorsa Lomellina è partner insieme a Gal Garda e Colli Mantovani (capofila) e GalTerre del Po. 

Nel corso dell’incontro - cui hanno partecipato una ventina di agricoltori del territorio e i rappresentanti di Coldiretti, Cia e Confagricoltura - sono state illustrate le opportunità per le imprese locali da parte degli esperti Giulia Amato e Riccardo Da Re della società Etifor, spin-off dell'Università di Padova specializzato in consulenza, progettazione, ricerca e formazione in ambito ambientale. 

Le associazioni che hanno partecipato all'incontro Servizi ecosistemi: per il riso lomellino arriverebbero aiuti per oltre 4 milioni

Le associazioni che hanno partecipato all'incontro

I vantaggi del progetto

«Sulla base di precisi studi scientifici - spiega Luca Sormani, direttore di Gal Risorsa Lomellina - è stato calcolato che, qualora aderissero al progetto tutti i produttori di riso dei 41 Comuni compresi nella nostra perimetrazione, le aziende agricole lomelline potrebbero ricavare dai pagamenti per i servizi ecosistemici circa 109 euro all’ettaro, per un totale di oltre 4 milioni di euro. Si tratta di un valore che fa riferimento all’adozione diffusa della lotta integrata, ovverosia quelle pratiche, definite da uno specifico disciplinare, che prevedono il ricorso alla chimica solo in caso di comprovata inefficacia dei metodi biologici, con l’utilizzo delle molecole di minore impatto nella minima dose utile. Potrebbero però essere valorizzati, da parte di privati o aziende pubbliche, anche altri servizi ecosistemici di fatto già presenti sul territorio, quindi non è escluso che il dato economico possa essere maggiore di quello stimato». 

Di fatto i cosiddetti Pes (pagamenti per i servizi ecosistemici) riconoscerebbero all’agricoltura quei meriti che vanno al di là del prodotto, come la capacità di generare bellezza, paesaggio, valore per l’ambiente e la collettività. «Ad esempio - prosegue Sormani - possono essere oggetto di Pes il sequestro del carbonio o il contributo positivo per la biodiversità dato dalla coltivazione del pioppo, che offre zone di rifugio e nidificazione alla fauna selvatica. Senza dimenticare che la risicoltura in sommersione va a rimpinguare la falda acquifera sottostante, contribuendo a proteggere le riserve idriche».

Benefici anche per i lavoratori

Tra i benefici individuati da Etifor nella produzione integrata di riso rientrano la riduzione delle emissioni di carbonio, la maggiore tutela della salute degli agricoltori e il miglioramento della salute di esseri umani e animali. «Il riconoscimento economico di questi servizi - spiega ancora il direttore di Gal Risorsa Lomellina - potrebbe venire direttamente dagli enti pubblici oppure, a titolo di compensazione, da industrie che producono un significativo impatto ambientale. Fra i partecipanti al seminario abbiamo riscontrato un concreto interesse verso il progetto, anche grazie al metodo di coaching adottato dai relatori che ha permesso di massimizzare il coinvolgimento del pubblico. Il nostro obiettivo - conclude -  è quello di cercare un mercato per un prodotto che già esiste: vogliamo far sì che gli agricoltori lomellini vengano remunerati non solo per il raccolto, ma anche per i benefici che derivano dalle pratiche attuate in campagna».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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