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L'ultima abbuffata di Paolini, un viaggio tra i cibi del mondo

Il noto esperto di gastronomia ha presentato al ristorante Alla Lanterna di Fano il suo ultimo libro: Confesso che ho mangiato, un diario dei suoi soggiorni gastronomici

 
04 luglio 2022 | 09:00

L'ultima abbuffata di Paolini, un viaggio tra i cibi del mondo

Il noto esperto di gastronomia ha presentato al ristorante Alla Lanterna di Fano il suo ultimo libro: Confesso che ho mangiato, un diario dei suoi soggiorni gastronomici

04 luglio 2022 | 09:00
 

Confesso che ho mangiato: è l’ultimo libro di Davide Paolini il quale ha scelto Alla Lanterna a Fano (An) per presentarlo. Flavio Cerioni accoglie i numerosi ospiti con un grande sorriso. Felice di avere per una sera l’amico Davide Paolini, complice di tante condivisioni culturali e gastronomiche, seduto al tavolo principale dell’ampia sala banchetti, accanto ad Alfredo Antonaros, scrittore, giornalista, storico della cucina. Sarà lui a dialogare con l’autore e ad approfondire un libro molto particolare. Paolini, famoso al pubblico, per la sua trasmissione su Radio24 e per gli articoli firmati dal Gastronauta sul Sole 24ore, organizzatore di eventi importanti come Taste a Firenze, è sempre stato un grande viaggiatore.

La copertina e l'autore L'ultima abbuffata di Paolini, un viaggio tra i cibi del mondo

La copertina e l'autore

Il concepimento del libro

«Come è nato questo libro?», domanda Antonaros. «Durante il lockdown non sono uscito di casa per quasi tre mesi. Sono abituato a viaggiare e stare dentro casa mi stava facendo star male. Poi una sera ho visto su una tv che non cononoscevo un documentario sulle Isole Ebridi che sono davanti alla Scozia. Mi sono allora ricordato di esserci stato 30 anni prima per una settimana a visitare una distilleria di torba. Per quanto profumo di torba ho respirato in quei giorni non ho più bevuto un whisky torbato in vita mia. Il giorno dopo cerco appunti di quel viaggio e saltano fuori altri appunti e altri viaggi. Mi sono reso conto, per la prima volta, di quanti posti ho visitato e vissuto. Così ho cominciato a scrivere. 3 mesi senza fermarmi mai. Sono tornato, con la scrittura, in Australia, in Sud Africa, a Cuba. Ho rivissuto la mia vita come in un film. Una provocazione in cui il cibo è l’unico, indiscusso, protagonista. Ma non al solo fine di mangiare. Il cibo a 360° condensatore di sentimenti, di amicizie, di legami profondi. Un libro molto diverso dal dissacrante precedente ‘Crepuscolo degli Chef’ in cui celebro la mia liberazione da chef stellati e da trasmissioni televisive.

 

Le origini dell'amore per il cibo

A questo punto Antonaros sottolinea che ogni viaggio ha un punto di partenza. Quello di Davide è molto singolare perché ci sono due personaggi che segnano l’esistenza del nostro autore fin dalla prima infanzia. Sono il nonno Mimmo e Fortunata. Tonino Guerra diceva che ogni volta che mangiamo cerchiamo i sapori della nostra infanzia in un viaggio di tenerezza. Mimmo era il nonno di Paolini e faceva il macellaio. Gli ha insegnato tante cose sui tagli della carne e sui tempi di salatura e lavorazione dei salumi. Fortunata era la cuoca di casa precedentemente perpetua di un Monsignore buongustaio che l’aveva allenata alla cucina di classe.

Davide Paolini con Alfredo Antonaros L'ultima abbuffata di Paolini, un viaggio tra i cibi del mondo

Davide Paolini con Alfredo Antonaros

«Fortunata mi ha viziato. Ha stimolato in me numerose sensazioni gastronomiche. Le sue lasagne sono state il mio cibo iniziale, primordiale, le mie Madeleine che ho ritrovato, per caso, in una piccola trattoria ai piedi della Cisa. Fra i cibi primordiali ricordo con nostalgia e voglia di risentirne il sapore il bicchiere di latte in polvere che ci davano il pomeriggio alla scuola elementare. Quel latte lì era un vero schifo mi hanno detto dei miei ex compagni di scuola intervenuti ad una mia presentazione a Firenze. Per me aveva e ha un significato molto profondo». Antonaros rammenta al pubblico presente che anche Paolini, come Gianni Mura, Licia Granello e altri critici viene dal mondo dello sport. Ma in maniera diversa. Era il direttore della comunicazione di una famosa azienda italiana che decise di entrare nella Formula 1. Così, seguendo le corse, Davide, appassionato di cibo, si potè dedicare alla scoperta delle più grandi tavole del mondo. In realtà non ha mai amato questo sport preferendo di gran lunga il calcio ma riconosce, a ragione, che grazie al suo lavoro di allora ebbe modo di conoscere personaggi strordinari.

In Australia si trovò accanto a George Harrison, uno dei Beatles, parlarono più di un’ora non di musica, non di auto e non di cibo ma di luoghi. Harrison aveva un hotel in una piccola isola raggiungibile solo in deltaplano. «L’Australia è uno dei più grandi produttori di vino al mondo. E molti grandi player sono di origine italiana. Conobbi Joe Grilli che fece uno stage in Valpolicella per imparare a fare l’Amarone. Tornato a casa si inventò un metodo per appassire l’uva sui graticci poggiati sulla spiaggia. Che storia e che vino…».

Il pubblico interviene a alcuni domandano altre storie in luoghi particolari che per Davide sono importanti. Altri vogliono capire quanto il momento, la compagnia, il periodo storico influenzano l’esperienza cibo che ognuno di noi fa.«Tantissimo. Un cibo e un sapore sono un’esperienza unica e indimenticabile. Vi racconto questa. Ero a Cuba, all’Avana, ospite di un amico molto famoso, Umberto, sposato ad una donna politica cubana. Mi invitano ad andare ad esplorare un luogo non conosciuto dai turisti. Una laguna accanto a un fiume. Due ragazzi stanno pescando e si mantengono in equilibrio su una barca di polistirolo. Non capisco come facciano. Pescano dei pesci dalle dimensioni enormi che non avevo mai visto. Avrei voglia di assaggiare quei pesci ma a Cuba tutto ciò che viene dalla terra e dal mare è di proprietà dello stato. Il mio amico Umberto inizia una trattativa lunghissima con i ragazzi e finalmente acquista il mio pesce. Ma non potevamo andare in hotel a cucinarlo né potevamo farcelo cucinare da qualcuno perché avremmo dovuto dimostrare la provenienza. Nessun problema, disse Umberto. Ci fermammo in un distributore di benzina dismesso dove c’era una vecchia e arrugginita griglia. Mi rifiuto di mangiare un pesce cucinato in condizioni igieniche precarie. Ma Umberto pulisce bene tutto e cucina il pesce più buono della mia vita».

 

La cena

Inizia la cena Alla Lanterna, con antipasti nuovi e saporiti come Un tuffo nell’orto con dei cetrioli delicatissimi, La sogliola quasi una mugnaia che ridà la giusta dignità a questo pesce ormai poco considerato. Gli Spaghetti alle cozze vengono serviti con i vassoi commensale per commensale. Il ragù di cozze di Elide Pastrani è, forse, il più buono di tutta la costa marchigiana con quel dosaggio lieve e intenso dell’aglio di campagna. Ma è a La grigliata del pescatore quasi contadino che il pubblico si sorprende e gongola di gusto. Un’idea di Enrico Cerioni che ha voluto dare un senso al legame fra terra e mare che anima, da sempre, le passioni di Flavio e Elide.

Sembra una tipica grigliata di carne e invece è pesce freschissimo e ben mascherato. Intenso il profumo di alloro ricorda l’estate e le grigliate in giardino. Viaggi, incontri, paesaggi, colori, emozioni, personaggi, nuove amicizie tutti che ruotano intorno a lui, il cibo. Grazie a Davide Paolini per aver condiviso con noi la sua vita, grazie ad Alfredo Antonaros che tocca con eleganza ogni argomento interessante e grazie a Flavio Cerioni che con questa serata inaugura "A cena con l’autore". Alla prossima. Abbiamo bevuto molto bene coccolati da Ubaldo Rosi, Brut riserva Metodo Classico, Verdicchio 100%, Cantina Colonnara, Il Guerriero del mare, Selezione di uve aziendali, Az.Agr. Guerrieri e infine da Stefano Antonucci, Verdicchio Castelli di jesi Sup. Cantina Santa Barbara.

 

Alla Lanterna Ristorante con Locanda
Str. Nazionale Adriatica Sud 78 - 61032 Fano (Pu)
Tel 0721 884748

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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