L’azienda nasce nel 1951 con base sociale, nel 1974 prende il nome di “Cantina Produttori del Gavi” e ad oggi conta 80 soci conferenti. I vigneti sono dislocati su tutti gli 11 comuni facenti parte del comprensorio della Docg. Due sono principalmente i tipi di terreni che possiamo considerare agli antipodi per caratteristiche chimiche e di struttura: le terre bianche calcaree nate dalla disgregazione del tufo donano dei Gavi fini, eleganti e freschi; le terre rosse molto ricche di argilla ed elementi nutritivi generano un Gavi corposo, potente e di volume. Un territorio fatto di alte colline ma accarezzato dalla brezza del mare.
Dalla nutrita gamma di etichette aziendali (ben 12) ne abbiamo estratte, per questioni di spazio, 5. Per iniziare non può mancare la classica bollicina. Il Gavi Spumante Brut Metodo Tradizionale. Di un colore giallo paglierino intenso, con perlage sottile e persistente. Olfatto segnato da note di pesca gialla, fiori di acacia, crosta di pane, agrumi, mela. Il tipico tono ammandorlato ne caratterizza il lungo finale.
I 4 vini che seguono sono accomunati dal fatto di essere della stessa annata, il che rende la degustazione molto interessante. Parliamo del millesimo 2019. Partiamo da un dato comune. Tutti i vini si presentano di un giallo paglierino, più o meno tenue, intenso o verdolino. All’analisi olfattiva ciò che li accomuna è senz’altro il sentore di pera, talvolta in confettura (come nel Primi Grappoli), con la componente acida e sapida perfettamente integrate. Spiccano, per quanto riguarda Il Forte, rimandi di albicocca e susina gialla. Mille951 sfoggia un insolito bouquet di frutto della passione e ananas. Aureliana denota rimandi di pietra focaia e vaniglia. Vini per niente omologati frutto di una sapiente interpretazione enologica e, altro tratto in comune, molto, molto beverini. Ricordano una vibrante brezza serale.
Per informazioni: www.produttoridelgavi.com