Vivere e godere del fascino di Venezia da una prospettiva unica e privilegiata. Grazie a una vista che abbraccia a 360° la Serenissima e le sue isole, e quando l’orizzonte è terso, anche le Alpi. Questo luogo incantato è l’Hilton Venice Molino Stucky. Ubicato nell’isola della Giudecca, è collocato in un antico mulino finemente ristrutturato e divenuto una delle strutture più significative dell’architettura di recupero post-industriale a livello nazionale. La facciata in mattoncini rossi, l’imponente torre neogotica, la geometria dell’architettura hanno fatto sì che il Molino Stucky sia stato annoverato tra le 100 eccellenze italiane.
Hilton Venice Molino Stucky
Spa, piscina panoramica, 379 tra camere e suite
La pandemia da Covid-19 ha rallentato in questi lunghi mesi le attività di questa imponente struttura che vanta 379 tra camere e suite, ristoranti e bar, la Spa e una piscina panoramica che rappresenta un unicum per Venezia. Per non parlare della Presidential suite, ribattezzata anche Lady suite perché in un recente passato ha ospitato una ex first lady americana. Raggiungibile con un ascensore privato, dotata di un accesso diretto alla piscina, la suite ospitata negli ultimi due piani della torre neogotica vanta due camere da lette, quattro bagni, soggiorno, cucina e, plus assoluto, un’area fitness con palestra e Jacuzzi e l’accesso alla torretta privata dove dominare l’orizzonte della laguna.
La Presidential suite
Nell’attesa che ritorni a pieno regime il turismo congressuale che da sempre ha rappresentato un importante segmento per questa struttura oltre ai visitatori da Stati Uniti e Inghilterra che storicamente coprono una buona fetta della clientela, l’Hilton Venice si sta preparando a un’estate ricca di novità. E complice l’allentamento della morsa del Covid le prospettive virano all’ottimismo. In particolare si punta molto sulla ristorazione declinata per le varie fasi della giornata.
Bere mix allo Skyline Rooftop Bar
In primis l’aperitivo da gustare allo Skyline Rooftop Bar, il luogo più cool di Venezia, con un’ampia scelta di cocktail classici e signature, tra cui “El Cuban” (rum, succo di lime fresco, sciroppo di zucchero, foglie di menta e Ferrari Brut Rosè), il “Red Sky” (vodka al mandarino, Cointreau, Campari, succo di pompelmo fresco, succo di limone fresco, sciroppo di zucchero, foglie di basilico) o il “Lily Rose” (gin, Liquore Strega, succo di lime fresco, sciroppo alla lavanda e sciroppo al rosmarino). All’aperitivo sono ammessi non solo gli ospiti dell’hotel ma anche il pubblico esterno; non a caso è brulicante di tanti veneziani che da sempre amano vedere la loro città dall’alto. Stessa formula d’accesso per il Ristorante Aromi, che propone un affascinante viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi di Venezia, della laguna e dei suoi orti.
Skyline Rooftop Bar
La linea di cucina
«La mia cucina è intuitiva, soprattutto rispettosa, perché bisogna dare massima attenzione alla materia prima – spiega l’executive chef Luca Nania – È necessario che venga seguita la stagionalità del prodotto altrimenti non riesci a garantire continuità nel menu che proponi. La mia è una filosofia semplice, essenziale: lavorare la materia prima il meno possibile. E naturalmente per far questo la conditio sine qua non è che sia di altissima qualità. Me ne in prima persona avendo un filo diretto con i fornitori. Privilegio solo l’eccellenza, selezionando e scartando i prodotti non adeguati che richiederebbero a quel punto elaborate e prolisse lavorazioni per portarli a un livello eccellente». Nel menu spazio a grandi classici rivisitati quali il polpo glassato con ricotta di pecora, la quaglia, i pici con una salsa ottenuta da cinque pomodori diversi di stagione, tortelli artigianali di pesce serviti con una bisque di crostacei, baccalà mantecato in versione aggiornata. Pesce ma anche carne, tra cui spiccano una tartare accompagnata da sedano, foie gras e caviale nero o un filetto con funghi porcini trifolati al timo.
La vista dal Ristorante Aromi
«Il cliente e il suo palato vanno coccolati e rispettati - puntualizza Nania – La pasta fresca che prepariamo quotidianamente se non viene consumata in giornata non è più riproposta altrimenti il frigo l’indomani ne avrebbe compromesso il gusto. Per il pesce puntiamo su pezzature grandi rigorosamente pescati all’amo, evitando allevamenti sovraffollati dove la qualità è dubbia e spesso si intensifica l’uso di antibiotici. Amo quel pesce selvaggio che si muove, caccia e segue le sue migrazioni».
La macchina organizzativa
Gestire la ristorazione in una struttura di queste dimensioni implica uno sforzo notevole nell’accontentare un pubblico eterogeneo che proviene da ogni parte del mondo. «Il rispetto del cliente – prosegue Nania - parte dal servizio al tavolo per proseguire con la cucina. Uno stile di lavoro che in modo circolare va dalla sanificazione integrale delle nostre strumentazioni all’acquisto della materia prima, all’impiattamento, passando per le tecniche di cottura. Questi standard sono fondamentali soprattutto quando ti trovi a gestire numeri importanti. Da noi vuol dire 150 coperti nel ristorante Aromi e un servizio colazioni che può arrivare a servire fino a 650 ospiti. Il nostro è un lavoro duro e impegnativo e la corazza per poter sopportare questo carico la si ottiene solo accumulando un ricco bagaglio di esperienze andando in giro per il mondo, sbagliando, riprovando e raccogliendo poi l’agognato successo. Non adagiandosi sugli allori, ma studiando sempre. Anche per quanto riguarda le presentazioni, d’altronde si mangia con gli occhi. Se trent’anni fa questo risvolto era un mero dettaglio, oggi l’impatto visivo è essenziale. Se un piatto arriva in modo confusionario il cliente lo rimanda indietro».
Il menu della festa
L’occasione per provare al meglio la cucina di Aromi è rappresentata sicuramente dalla Festa del Redentore che si celebra il 17 luglio. Si potrà cenare all’ottavo piano sulla terrazza panoramica, sotto le stelle, e godere a mezzanotte del celebre spettacolo pirotecnico. Il menu di questa, che è la più importante ricorrenza veneziana, punta su Seppia all’acqua di finocchio e salmerino e caviale croccante di seppia, Capasanta piastrata e porcini estivi, Risotto asparagi scampi e polpa di riccio per poi passare a San Pietro in bisque di crostacei piselli e germogli. Incursione di carne con Mignon di agnello, peperone agrodolce profumato al timo e dulcis in fundo Pan zenzero fondente e gelato allo zabaione, terra alle mandorle, quenelle cioccolato bianco e lamponi.
Per informazioni: www.molinostuckyhilton.it