Re indiscusso degli opinionisti enogastronomici e vincitore del sondaggio di Italia a Tavola - Personaggio dell’anno 2014 nella sezione Opinion leader (candidato anche quest'anno per la 13ª edizione - clicca qui per votare), Edoardo Raspelli è senza alcun dubbio anche il più severo critico gastronomico italiano, anche se lui ama definirsi cronista della gastronomia. Ideatore dello slogan delle 3T - Terra, Territorio e Tradizione -, Edoardo è l'uomo dal palato d'oro, assicurando per 500mila euro il suo gusto e il suo olfatto. E proprio da questa originale assicurazione inizia la nostra intervista al famoso "cronista della gastronomia".
Edoardo Raspelli
Edoardo, come nacque l'idea di stipulare questa assicurazione?Ti confesso, fu un’idea pubblicitaria per fare parlare di me e di conseguenza aumentare anche la mia fama. Stipulai la polizza con la
Reale Mutua Assicurazioni qualche lustro fa ed ancora oggi se ne parla perché basta un grosso raffreddore o un’anestesia dal dentista e uno rischia di perdere per sempre l’olfatto. Troppo importante l’olfatto, soprattutto per me!
Questa polizza è ancora in vita o l'hai estinta? È ancora in vita e mi costa qualche migliaio di euro l’anno, ma per fortuna finora non mi è mai servita.
Come inizia la tua avventura di cronista della gastronomia?Nel 1975 ero assunto al Corriere di Informazione, il giornale del pomeriggio del
Corriere della Sera e mi occupavo di
cronaca nera quando un giorno il direttore
Cesare Lanza mi convoca nel suo ufficio e mi dice: «Edoardo, vorrei affidarti la pagina dei ristoranti. Vai, mangi e paghi e poi racconti della tua visita, ma visto che la guida Michelin racconta solo i ristoranti promossi tu devi scrivere anche se il locale non propone una valida cucina, che sarà evidenziata dall’immancabile "faccino nero". Sono stato
il primo "cronista" in Italia a dare i voti negativi ai ristoranti e pure il primo a raccontare delle mie visite negli alberghi!
È questo il motivo per il quale i ristoratori ti temono?I ristoratori seri e ce ne sono tantissimi non mi temono perché svolgono il loro lavoro con professionalità. Forse quei ristoratori che sanno bene di non proporre una valida cucina temono la mia visita.
Cosa serve per diventare un serio critico enogastronomico?Assolutamente tre cose: cultura, esperienza e palato
Qual è secondo te il ristoratore perfetto?Quello che ha professionalità, cultura, intelligenza e cuore. Uno dei ristoratori perfetti è appena morto, era
Gianluigi Morini, mitico fondatore del San Domenico di Imola e uno dei pionieri della nostra ristorazione italiana.
Edoardo, sei anche un cronista gastronomico che ha un immenso fiuto nello scoprire chef diventati oggi star della ristorazione mondiale. A tal proposito mi ricordo quando eravamo all’Hong Kong Food Festival qualche lustro fa con il compianto e amico Roberto Vitali, fondatore di Italia a Tavola, e ci segnalasti il nome di Umberto Bombana, oggi tre stelle Michelin con il suo ristorante ½ Bombana. Fu un’intuizione?No. Fu la logica della mia visita al suo allora locale Toscana la sera precedente alla serata di gala del Peninsula. Questo giovane chef bergamasco mi colpì per la sua professionalità ed umiltà proponendo una
vera cucina italiana ricca di storia, tradizione e territorio nell’allora ex colonia britannica. Questo suo meritato successo di oggi non mi ha quindi sorpreso e per questo reputo Umberto uno dei veri
ambasciatori della nostra cucina e cultura in terra straniera.
Il tuo piatto preferito?Da lombardo adoro la
Cassoeula che mi prepara mia moglie, senza l’orecchio e il codino. Un piatto povero ma dal sapore intenso e profumato. Adoro anche i
gamberi crudi sgusciati di Mazara del Vallo con la
burrata o la
mozzarella di bufala campana.
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