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Il cous cous Patrimonio Unesco, vittoria anche italiana. Viaggio a San Vito Lo Capo dov'è piatto tipico

Patria del Cous Cous Fest, il borgo marinaro del Trapanese festeggia l'entrata nel Patrimonio immateriale dell'Umanità del piatto della pace che qui si prepara con il pesce.

 
20 dicembre 2020 | 07:30

Il cous cous Patrimonio Unesco, vittoria anche italiana. Viaggio a San Vito Lo Capo dov'è piatto tipico

Patria del Cous Cous Fest, il borgo marinaro del Trapanese festeggia l'entrata nel Patrimonio immateriale dell'Umanità del piatto della pace che qui si prepara con il pesce.

20 dicembre 2020 | 07:30
 

Ci sono piatti che abbattono barriere di religione, cultura, lingua e perfino di gusti. Primo fra tutti, il cous cous che, per la prima volta, ha unito paesi in conflitto fra loro e che, invece, insieme hanno ottenuto l’iscrizione di questo piatto antichissimo nella lista dei patrimoni immateriali dell’Umanità. Ma il cous cous “scavalca” anche i mari, e così sull’altra sponda del Mediterraneo, dove c’è la roccaforte italiana del cous cous, San Vito Lo Capo (Tp), gioiscono insieme al Maghreb.

A San Vito Lo Capo, il cous cous è fatto il pesce locale - Il cous cosu nell’Unesco è vittoria anche italiana

A San Vito Lo Capo, il cous cous è fatto il pesce locale

La notizia ha, infatti, suscitato grande felicità al sindaco di San Vito, Giuseppe Peraino, che già nel 1998, diede inizio alla prima edizione del Cous Cous Fest, manifestazione che richiamò circa 6mila persone. Alla 20ª edizione, nel 2017, si contarono all’incirca 100mila presenze in una settimana. La 23ª, quest’anno, non si è potuta celebrare a causa della pandemia. La comunicazione di disdetta è arrivata in data 8 settembre con questo annuncio: “Il Cous Cous Fest 2020 è stato annullato. Il Comune di San Vito Lo Capo, al fine di garantire la massima sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid, ha annullato anche tutti i rimanenti eventi in programma”.

L’atmosfera un po’ negativa era già nell’aria, ma non che si arrivasse alla disdetta, infatti c’era anche una nota nel sito che affermava: “Quest’anno il Cous Cous Fest subirà qualche modifica, ma sarà sempre un’ottima occasione per concedersi una vacanza a settembre in Sicilia. Preparatevi quindi a vivere l’atmosfera frizzante del festival, scoprire la bontà del cous cous e a godere pienamente la spiaggia di San Vito Lo Capo. Profumi, colori e atmosfera mediterranea rendono San Vito Lo Capo la location ideale per la gara gastronomica internazionale più amata d’Italia. Il festival nasce dalla voglia di mettere attorno al cous cous, semplice piatto della cucina mediterranea, la passione per il cibo, lo scambio culturale e la voglia di fare festa. Dieci giorni scanditi da: degustazioni, musica, spettacoli, cooking show, incontri culturali e molto di più… Una sfida non da poco, su cui si concentra l'interesse di tutto il mondo, culinario e non solo…. I punti di degustazione del cous cous saranno allestiti sulla spiaggia di San Vito Lo Capo. Le vie di ingresso ed uscita saranno separate e gli accessi contingentati. Gli spazi in ingresso e uscita saranno dotati di cartelli informativi e dispenser disinfettanti. All’accesso verrà misurata la temperatura corporea. Nell’attesa del proprio turno alle code è necessario mantenere la distanza di un metro. Le degustazioni si svolgeranno nella modalità take away”. Niente, il Cous Cous Festival, numero 23 non si è tenuto.

Giuseppe Peraino. Fonte: Prima Pagina Trapani - Il cous cosu nell’Unesco è vittoria anche italiana
Giuseppe Peraino. Fonte: Prima Pagina Trapani

L’Italia era scesa in campo per la candidatura
Ma una bella notizia per questo piatto importante e gustoso quest’anno è arrivata, appunto, con l’entrata nell’Unesco. Il fatto piuttosto insolito è che a richiedere l’iscrizione siano stati quattro Paesi del Maghreb: Algeria, Marocco, Mauritania e Tunisia, con questa motivazione: “Donne e uomini, giovani e anziani, sedentari e nomadi, del mondo rurale o urbano, nonché dell’emigrazione, si identificano con questo piatto simbolo del vivere insieme”, afferma il file di candidatura all'Unesco che non fornisce tuttavia alcuna ricetta pratica.

L'origine del cous cous si perde nella notte dei tempi e la sua “dimensione universale è notevole" è stato sottolineato nel marzo 2019, quando per la prima volta i quattro Paesi del Maghreb unirono le loro forze su un tema comune.

Su questa notizia abbiamo sentito il sindaco Peraino per parlare di questa iniziativa che interessa di certo anche il nostro Paese, con San Vito Lo Capo in testa.

Proprio il sindaco Peraino aveva scritto a Souheil Chaabani, direttore dell’Ente Tunisino per il Turismo, riguardo all’adesione del Comune di San Vito Lo Capo alla proposta di inserimento del cous cous nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Questa la lettera: «Sono venuto a conoscenza dell’iniziativa di avanzare la candidatura del cous cous nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. A tale proposito sarei lieto di potere supportare tale candidatura in qualità di sindaco della cittadina di San Vito Lo Capo, dove dal 1998, si svolge ogni anno alla fine di settembre il Cous Cous Fest, festival internazionale dell’integrazione culturale. L’evento vede protagonista, appunto, il cous cous, piatto storicamente legato al nostro territorio che fa parte, ormai da secoli, della tradizione gastronomica locale. Approdato sulle coste trapanesi a seguito dei rapporti commerciali con il Nord-Africa, il cous cous è considerato prodotto agroalimentare tradizionale e fa parte a pieno titolo della nostra cultura. È un piatto della cucina casalinga tradizionale che viene preparato la domenica o in occasione di feste o celebrazioni particolari ma è anche servito nei ristoranti di gran parte dei paesi della provincia di Trapani come Erice, Mazara del Vallo, Marsala o alle isole Egadi. Ovunque sia approdato, in giro per il mondo, questo piatto ha sposato le caratteristiche del territorio, legandosi profondamente alle tradizioni dei popoli: nella provincia di Trapani la preparazione tipica è quella con il pesce, uno degli elementi base della nostra cucina. A San Vito Lo Capo, in particolare, il cous cous è diventato simbolo del territorio grazie al Cous Cous Fest, che lo ha celebrato per oltre vent’anni a livello internazionale. Cuore dell’evento è, infatti, il Campionato del mondo del cous cous, una gara gastronomica tra chef di 10 paesi del mondo che si “sfidano” amichevolmente preparando ricette di cous cous facenti parte della loro tradizione gastronomica. Nelle cucine di San Vito Lo Capo il cous cous diventa veicolo di scambio e sintesi tra lingue, culture e religioni diverse. Da piatto ricco di storia e cultura, quindi, il cous cous è diventato negli anni un piatto simbolo di pace e integrazione culturale perché è attraverso questo piatto che ogni anno nella nostra cittadina si incontrano paesi di tutto il mondo all’insegna della multiculturalità e dello scambio tra culture. È questa la “magia” del Cous Cous Fest: quella di mettere intorno allo stesso tavolo Israele e Palestina, cristiani e musulmani, cittadini europei e mediorientali. L’atto stesso della preparazione del cous cous, la tradizionale ‘ncocciata che si compie con le mani, non è altro che un movimento rotatorio che aggrega i chicchi, proprio come questo piatto riesce ad unire i popoli. Ottenere il prestigioso riconoscimento dell’Unesco per il cous cous sarebbe di sicuro interesse nel riaffermare il legame tra i nostri popoli e avrebbe ricadute positive in un rinnovato scambio e confronto tra i nostri Paesi. Vi prego, quindi, di potere includere questa testimonianza tra quelle che potrebbero essere a supporto della candidatura del cous cous all’Unesco e Vi manifesto la disponibilità del Comune che rappresento ad ogni collaborazione in questa direzione».

San Vito Lo Capo, mare e cous cous
Chi scrive ha avuto il piacere di ricoprire per le prime tredici edizioni la carica di segretariato del Cous cous Fest e pertanto ho vissuto in prima persona l’escalation di questa manifestazione in un paesino di mare che era la bellezza personificata nella sua spiaggia di cui ho ricordi vividi di quei tempi.

San Vito Lo Capo è uno splendido borgo marinaro - Il cous cosu nell’Unesco è vittoria anche italiana
San Vito Lo Capo è uno splendido borgo marinaro

Sulla costa nord occidentale della Sicilia, distesa e racchiusa nella baia compresa tra le riserve naturali dello Zingaro ad Ovest e di Monte Cofano ad Est, sorge la prima capitale internazionale del cous cous, piatto della pace e simbolo di integrazione tra popoli e culture differenti.

Gioiello splendente e pressoché intatto, vanto di una Provincia, quella di Trapani, tutta da scoprire, San Vito Lo Capo è un antico borgo marinaro che conserva intatta la forte impronta araba. In questo luogo, luce, profumi e sapori si fondono dando vita a un paesaggio dai colori tipicamente mediterranei e dai fondali suggestivi: basse case bianche rivestite di bouganville, una spiaggia dalla sabbia bianchissima e dalla particolare conformazione ad arco, che si affaccia su un mare turchese custode di tesori antichi, in un ideale abbraccio, lungo un chilometro, verso il Mediterraneo.

Ed ancora colore e suggestioni, tra i mandorli e gli ulivi di Castelluzzo, i tramonti infuocati di Makari, le sorgenti e le grotte, i bagli e le torri; ma soprattutto il profumo di una terra ricca e generosa, che anche a tavola riesce ad essere intrigante. Tra le "busiate", il “pane cunzatu" con l'olio extra vergine d'oliva naturalmente di Castelluzzo e il cous cous, la cucina sanvitese, è espressione di un popolo di gente semplice e vera.

Ospitalità sincera, gastronomia fantasiosa e un’invidiabile produzione vitivinicola siciliana, condurranno il turista a spasso per i tempi ed i luoghi di questo incantato angolo di Sicilia.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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