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La Sardegna d’autunno mette in tavola un’altra cucina

Un esempio è la polenta di mais da farina di granturco rosso “Io sono sarda”. Arricchisce ricette di selvaggina o porcini. Bruno Meloni è uno storico interprete di questa tipica gastronomia.

di Marinella Argentieri
 
19 novembre 2020 | 15:30

La Sardegna d’autunno mette in tavola un’altra cucina

Un esempio è la polenta di mais da farina di granturco rosso “Io sono sarda”. Arricchisce ricette di selvaggina o porcini. Bruno Meloni è uno storico interprete di questa tipica gastronomia.

di Marinella Argentieri
19 novembre 2020 | 15:30
 

In autunno, dopo la stagione balneare, chi ha la fortuna di poter soggiornare in Sardegna scopre una sua diversa fisionomia, anche gastronomica. Benché il clima continui a essere mite e la vegetazione, costituita in prevalenza da macchia mediterranea, palme, ulivi, eucalipti non si tinga dei colori autunnali, le giornate più corte, il particolare profumo dell’aria e il passaggio di coreografici stormi di uccelli, segnano il confine con l’estate.

La Sardegna d’autunno mette in tavola un’altra cucina

Ricchissima di sapori la cucina sarda autunnale

Quando si pensa alla Sardegna e alla sua tavola, si immaginano soprattutto piatti a base di pesce o arrosti di carne. Da sempre amata dai cacciatori, alcuni illustri come i piemontesi Sella e Mosca che fondarono ad Alghero nel 1899 l’omonima casa vinicola, l’isola in autunno sorprende con specialità che non ci si aspetta: ricette di selvaggina, di cinghiale o saporitissimi porcini accompagnati da polenta di mais rigorosamente sardo.

A Oristano, infatti, 220 fattorie lo coltivano su circa 4000 ettari di terreno. In gran parte destinato a uso zootecnico, alcuni ettari sono coltivati a granturco rosso di qualità superiore del tipo “Marano”, importato dai coloni veneti arrivati in Sardegna per la bonifica di Arborea nei primi del ‘900. Di non facile reperimento, da alcuni anni la Pro Loco di Arborea propone nei mercati sardi della Coldiretti questa eccellente farina con il nome “Io sono sarda”. La stessa Pro Loco realizza in ottobre la sagra della polenta, arrivata lo scorso anno alla 37ª edizione ed era pronta ad ospitare quest’anno il “15° raduno nazionale dei “Polentari d’Italia,” rinviato a causa della pandemia.

La Sardegna d’autunno mette in tavola un’altra cucina
Bruno Meloni

Polenta abbinata a prodotti da filiera cortissima
A Fertilia, piccolo comune alle porte di Alghero, il decano dei ristoratori algheresi, Bruno Meloni, classe 1940, nella stagione autunnale delizia i palati con questa polenta abbinata a prodotti da filiera cortissima. Vale a dire selvaggina e cinghiale che lui stesso caccia nel territorio dove, ai piedi di querce, castagni e sugherelle, a volte, trova anche splendidi porcini.

Così, a pochi minuti dalla Riviera del Corallo che evoca aragoste e ogni tipo di pesce che generosamente questa costa offre, nelle accoglienti sale del suo ristorante “Da Bruno” dove un coreografico caminetto scalda l’atmosfera, lo chef cacciatore porta a tavola prelibatezze come i tordi con le olive, le pernici alla Vernaccia, la beccaccia al crostone e l’immancabile cinghiale con le olive, tutto accompagnato da importanti vini rossi del territorio: Cannonau o Cagnulari, ottenuti dalla vinificazione in purezza dei rispettivi vitigni autoctoni.

Il ristorante Da Bruno è tra gli storici associati a Ristoranti Regionali – Cucina Doc, associazione antesignana nella valorizzazione dell’enogastronomia del territorio, espressione di cultura dei luoghi ed elemento imprescindibile dell’offerta turistica.

RICETTA: Cinghiale con le olive

Per informazioni: www.ristorantiregionali.it



© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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