“Mala tempora currunt” direbbero i latini, mentre si avvicina il giro di boa di mezza estate. Su alcuni laghi lombardi - Garda, Iseo e Idro - si fa un primo, amaro bilancio dei danni turistici da Covid 19. Non si vedono inglesi, russi, americani e scandinavi sulle sponde del più grande specchio d'acqua italiano, il Benaco.
Una veduta aerea di Sirmione, sul lago di Garda
Crollo delle
presenze degli stranieri anche sulle rive bresciana e bergamasca del Sebino, mentre sul piccolo e suggestivo lago d'Idro, quest'anno hanno dato forfait anche gli affezionati olandesi e si vedono pochissimi austriaci.
Gli operatori turistici sperano adesso in settembre e ottobre, mesi che, grazie ad un clima quasi sempre piacevole, hanno riservato in passato piacevoli sorprese. Presenze significative (soprattutto di tedeschi) sull'alto Garda, da Limone a Riva, Torri del Benaco e Bardolino. Gli operatori sono comunque delusi: «Il calo degli arrivi - rimarca
Marco Girardi del Consorzio turistico Garda Lombardia - rispetto al 2019 sarà del 50%. La permanenza in media era di 5/6 giorni, adesso si scende a due tre. E per la prima volta i vacanzieri italiani contendono il primato delle presenze ai tedeschi».
A pochi chilometri di distanza, sull'affascinante lago d'Idro, nonostante il richiamo della Rocca d'Anfo riaperta in tutta la sua possente e maestosa presenza, non si gioisce. Primeggiano i nostri connazionali. Infine anche sul lago d'Iseo si sentono poche lingue diverse dalla nostra.
Nei campeggi gli stranieri non superano il 30%, mentre alberghi e b/b soffrono di un calo variabile fra il 50 e il 70 %. Una nota positiva arriva dai titolari di agriturismi: Forest e Rocola Ome e Iseo. «Non esultiamo, ma sta andando meno peggio del previsto - dicono, con un pizzico di ottimismo Gianluigi Vimercati Castellini e Luca Romele - grazie agli italiani e a tanti giovani. Le nostre strutture hanno recuperato abbastanza bene una stagione che sembrava del tutto persa. Accoglienza, buona qualità dei prodotti e prezzi contenuti sono le carte vincenti».