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Sagre, si riparte anche col virus L'insulto dei politici ai ristoranti

Nonostante il rischio contagio e le norme rigide valide per i pubblici esercizi, le Regioni autorizzano le sagre, simbolo di assembramento e spesso in assenza di igiene. Un danno per bar e ristoranti in crisi . Meno di una su 4 sarebbero "autentiche". L'allerta delle autorità sanitarie per i rischi di infezioni.

di Alberto Lupini
direttore
14 giugno 2020 | 14:37
Sagre, si riparte anche col virus 
L'[insulto dei politici ai ristoranti]
Sagre, si riparte anche col virus 
L'[insulto dei politici ai ristoranti]

Sagre, si riparte anche col virus L'insulto dei politici ai ristoranti

Nonostante il rischio contagio e le norme rigide valide per i pubblici esercizi, le Regioni autorizzano le sagre, simbolo di assembramento e spesso in assenza di igiene. Un danno per bar e ristoranti in crisi . Meno di una su 4 sarebbero "autentiche". L'allerta delle autorità sanitarie per i rischi di infezioni.

di Alberto Lupini
direttore
14 giugno 2020 | 14:37
 

Dal 15 giugno in quasi tutta Italia, a partire dalla martoriata Lombardia e dalla Campania, si apre la stagione delle sagre. Appuntamenti che sono emblema di caos, assembramento e, spesso, di mancanza di igiene. Tanto che per le autorità sanitarie è già scattato l’allarme rosso visti i rischi che potrebbero rovinarci vacanze e ripresa. Altro che polemiche sulla movida notturna dei giovani. Con le ordinanze di questi giorni, una dopo l’altra le Regioni hanno autorizzato manifestazioni che, pur con un alto valore sociale, nei fatti sono esattamente il contrario di tutto ciò che si dovrebbe fare in questo periodo per evitare nuovi contagi. Ballare non si può. Organizzare un tavolo di amici al ristorante è vietato. Stare in un bar senza mascherina è a rischio di multa. L’ingresso dei mercati all’aperto è contingentato. Se da domani ci saranno nuovi focolai di covid-19 i cittadini sanno fin d’ora con chi prendersela

Sagre, si riparte anche col virus L'insulto dei politici ai ristoranti

Le sagre sono di fatto diventate eventi gastronomici spacciati come manifestazioni di volontari. Già questo dovrebbe fare scattare dei campanelli d’allarme. In tutti i luoghi di lavoro si devono seguire procedure rigorose che hanno comportato anche la formazione del personale. Chi garantirà in questi casi? Davvero è pensabile che sotto ai tradizionali tendoni  che contengono centinaia di persone qualcuno sarà in grado di controllare se viene rilevata la temperatura di chi entra? Che chi serve ai tavoli indossa la mascherina? O che fra le persone nelle lunghe tavolate comuni sarà garantito il distanziamento di un metro? E non parliamo dell’igienizzazione di tovaglie, sedie o bagni…

Ma andiamo! Nemmeno fossimo diventati improvvisamente tutti i svizzeri-tedeschi si potrebbe pensare che ciò sarebbe possibile. Tanto più che anche la più importante sagra al mondo, l’Oktoberfest, è stata sospesa. Ma forse i lombardi Fontana e Gallera pensano di essere più bravi dei bavaresi a garantire la salute dei cittadini. Le ferite di Nembro e Alzano non hanno insegnato proprio nulla. Basta vedere lo scaricabarile di questi giorni fra Governo e Regione, ognuno voleva “allora” decidere, salvo "oggi" dire che toccava all’altro …

Sagre, si riparte anche col virus L'insulto dei politici ai ristoranti

E la stagione delle sagre si apre senza che i politici di tutta Italia, di destra e di sinistra è uguale, pensino all’insulto che stanno facendo alle centinaia di migliaia di famiglie di chi lavora in bar o ristoranti. Parliamo di aziende che non riescono a riempire locali messi a norma e, peggio, che hanno almeno la metà dei dipendenti in cassa integrazione, non pagata grazie all’inefficienza dell’Inps e del suo presidente Tridico, di cui da tempo chiediamo le dimissioni. A Sindaci e amministratori regionali (per “incassare” qualche sostegno politico) sembra non interessare nulla se una sagra toglie i già scarsi clienti a bar, pizzerie o ristoranti.

In un momento di crisi drammatica per i pubblici esercizi, che sono stati chiusi per quasi 3 mesi; era davvero indispensabile riaprire attività per molti versi inadeguate, irregolari o farlocche? Se si vuole fare ripartire davvero l’Italia e il turismo, perché colpire ulteriormente un comparto già in ginocchio (e che paga le tasse) per favorire attività dove il volontariato nasconde spesso lavoro in nero e dove l’igiene è stata spesso solo un dettaglio trascurabile?

Sagre, si riparte anche col virus L'insulto dei politici ai ristoranti

Questi eventi sono per lo più solo attività economiche svolte con la compiacenza dei politici locali. Di sagra non hanno infatti nulla perché non sono autentiche. Spesso sono solo feste popolari per raccogliere soldi. E poco importante che in qualche caso siano per iniziative benefiche: le sagre degli scampi sugli Appennini o quelle della Nutella invece che dei motociclisti, nulla hanno a che vedere con le tradizioni, la cultura, il turismo o le produzioni agricole di un territorio.

Ma al di là di considerazioni che da anni ci vedono in prima linea per restituire dignità e valore a questi appuntamenti (da quando dieci anni fa abbiamo lanciato con molte associazioni il Manifesto delle sagre autentiche), c’è proprio una questione economica centrale che non può essere sottaciuta. Anche scontando il fatto che quest’anno se ne faranno poche (in molti comuni delle Marche si è ad esempio con serietà deciso di spostarle al 2021, mentre in Umbria si pensa che se ne farà al massimo un quarto di quelle consuete) il fatto è che di finte sagre in Italia se ne fanno troppe e questa era l’occasione (persa) per dare una regolata. Ci fossero solo quelle regolari, autentiche e legate al territorio ne saremmo tutti felici: il problema è che ormai di sagre ce ne sono di ogni tipo, ovunque, da quelle del pesce in montagna a quelle, sempre numerose, di partito.

Numeri alla mano, l’anno scorso era state più di 42mila (l’80% delle quali concentrate proprio nei mesi estivi e 15mila solo ad agosto), generando un giro d’affari pari a 900 milioni di euro (quasi tutto esentasse). Di queste, addirittura 32mila, secondo la Fipe, sarebbero “abusive”, ovvero senza alcuna connotazione di tipicità e, non da ultimo, prive degli stringenti requisiti (richiesti invece ai ristoratori tradizionali) riguardo igiene, sicurezza alimentare e fiscalità.

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Le sagre erano diventate una sorta di ristorazione parallela, con tanto di aziende che si spostando da un capo all’altro dell’Italia con tendoni, forni e stoviglie. E intanto le aziende di categing non possono lavorare, le manifestazioni sono vietate, non si possono organizzare le feste di matrimonio e negli hotel sono vietati i buffet della colazione....

In un momento drammatico di crisi di consumi e di grande difficoltà dei pubblici esercizi “regolari” possiamo davvero accettare che si “riapra” un mercato in deroga da regole e normative? Un settore che colpisce soprattutto la ristorazione tradizionale e famigliare e non certo i locali fighetti le cui associazioni di rappresentanza (?) non a caso tacciono, perchè tanto non sono coinvolti. E poi si parla di unità del mondo della ristorazione...

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16/06/2020 10:52:36
2) Il funerale dei pubblici esercizi e hotels
Buona sera, Mi permetto portare alla sua conoscenza uno stralcio della mia email inviata in data 29 maggio 2020 alla nostra regione. Inconsciamente avevo anticipato il suo commento, ovviamente senza nessun risultato. Quello che mi preoccupa e che mi avvilisce è che anche le nostre associazioni sono assenti......... nessuno contro le sagre, nessuno contro agriturismo o b&b falsi e anche gestioni di albergatori approfittatori che hanno in questi anni, affittato strutture in decadimento per lucrare con i profughi o per chiudere le loro attività cambiando nome e ragione sociale ogni 2/3 anni. Buon giorno sign. Presidente La ringrazio per le azioni promosse per farci riaprire in tempi brevi, rispetto le ordinanze statali. Purtroppo anche con riduzione dei posti di oltre la metà delle sedie, non riusciremo a riempire e sostenere il nostro locale pubblico, soprattutto mantenendo attivi i nostri validi collaboratori sempre presenti in questi anni, i quali ci hanno permesso di ricrescere nonostante le precedenti crisi. Le affluenze non ci sono, mancano le persone, manca il denaro, manca la tranquillità di non prendere sanzioni e di non ammalarsi, manca tutto anche oltre il turismo come il business commerciale. Ordini, prenotazioni sono meteore di una stagione che finirà malissimo. Io non sono tipo da demordere, non mi ha fermato un tumore, non mi ha fermato la crisi dei primi anni 2000, ho sempre sognato con innovazioni come la sostenibilità ambientale applicata al turismo, creando un’oasi nel verde cui ospitare, purtroppo circondata da diserbanti e pesticidi. Ma La notizia del quotidiano regionale mi sta turbando ulteriormente: VIA LIBERA ALLE SAGRE........ Di questo passo siamo destinati a chiudere definitivamente........ Di sacrifici ne ho sempre fatti, come è giusto e corretto. Una giunta deve pensare a tutto e a tutti giustamente, ma coloro che sono tartassati con la tassazione normale, e badi non parlo di quelle domenicali degli agriturismo o B&B sovente fasulli, agevolati ulteriormente in questi ultimi anni, ma senza coloro i quali che hanno anticipato fior di quattrini anche a dicembre 2019 con un reddito presunto non adeguato per le perdite del 2020, ad una media del 45% di imposte e che sono coloro che dovranno risollevare l’Italia, ebbene tutti gli altri ambienti pubblici che nel periodo estivo, soprattutto nella terra di mezzo, subivano una riduzione del lavoro del 40% per sagre vicine o 70% per eventi come:......................., che talvolta hanno permesso di “riposare”, potranno dichiarare il loro funerale anticipato, perché non ci sono prospettive per dire che c’è trippa per gatti per registrare corrispettivi importanti. Le sagre sovente, anche dopo gli ultimi aiuti dati l’anno scorso, con semplificazioni e talvolta contributi, non hanno dipendenti stipendiati, non hanno utili da tassare e noi non potremo CHIUDERE IL CERCHIO DELL'ECONOMIA PER PAGARE I DEBITI E FARE MARGINI CHE SERVIRANNO A RISOLLEVARE I CONTI DELLO STATO, soprattutto mantenendo tutti i nostri validi collaboratori. Mi stavo già chiedendo dove sono coloro che, a Roma hanno studiato pratica aziendale APPLICATA ALLA REALTA', invece di perseverare nell’assistenzialismo che non porta a benefici tangibili, ma questa ripartenza regionale con le sagre in un momento che dire difficile è ottimismo, non porterà a nulla di buono. Resto in attesa di un riscontro da parte sua. Cordiali saluti.
Diego Serafini

16/06/2020 10:51:59
1) Assurda la riapertura delle sagre
Davvero assurda la ripresa delle sagre. Un provvedimento negativo dal punto di vista sanitario, economico e anche culturale. Non c'è equità nei confronti degli esercizi pubblici. Concordo.
Gabriele Eschenazi




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