Forse oggi sapremo quanto il Governo intende, o può, stanziare di fronte alla più drammatica emergenza dal dopoguerra. La sanità è allo stremo, mancano attrezzature e personale dopo anni di “tagli” per ridurre il deficit dello Stato (e gli sprechi), mentre la nostra economia è al collasso. Ci dovrebbero essere subito 15-17 miliardi, che potrebbero arrivare forse a 25. Meno di quanto investito dalla Corea del sud che ha messo subito sul tavolo le risorse. Un condizionale che è obbligato visto che le nostre istituzioni hanno le mani legate per i vincoli di bilancio imposti dai tedeschi a tutti Paesi dell’Unione Europea. E cara grazia che dalla commissione ci hanno già “autorizzato” ad indebitarci per salvare la nostra comunità.
La Cancelliera tedesca Angela Merkel
Eppure c’è anche chi, nella Comunità europea, in totale disprezzo della crisi che non ci siamo certo cercata, ha prima posto un embargo perché non ci fossero vendute mascherine e respiratori, per poi dare un calcio ad ogni residuo ideale di unità europea annunciando che destinerà 550 miliardi di euro (550 MILIARDI) per il sostegno della sua economia. Che, ovviamente, è solo quella “tedesca”.
E lo farà con ‘estrema rapidità, senza passare cioè per le lungaggini, i dubbi e le regole imposte della Ue, che a questo punto valgono solo per noi. «Stiamo mettendo tutte le nostre armi sul tavolo in una volta», aveva dichiarato il ministro delle finanze della Germania, Olaf Scholz, affossando in un colpo ogni credibilità della commissione europea e delle regole che proprio Berlino ha imposto per anni. E la cosa peggiore è che lo fa con una banca pubblica, la KfW – Kreditanstalt für Wiederaufbau, simbolo del sistema bancario tedesco salvato negli anni scorsi contro ogni regola comunitaria. Il governo della Cancelliera Merkel ricorrerà cioè a quegli “aiuti di Stato”, che a noi sarebbe vietato anche solo immaginarli. Una vergogna che non merita commenti.
È nei momenti di crisi che si dimostra la credibilità delle persone e delle istituzioni, ed è evidente che in poche ore tutto il sistema Merkel ha mostrato il vero volto: salvo retromarce, la Germania antepone la pretesa di un suo predominio su ogni interesse o regola. E con questo, il sogno in cui crede da sempre chi è europeista come me, si infrange. Forse per sempre.
Le frontiere chiuse o i blocchi ai treni provenienti dall’Italia sono a questo punto inezie rispetto al danno incalcolabile che il coronavirus ha prodotto in Germania. Un Paese, va detto, che non ha manipolato solo le istituzioni europee o i dati sulle emissioni dei gas di scarico delle auto. È uno stato che oggi mente ai suoi cittadini e al mondo persino sullo stato di salute della popolazione. Il Paese da dove è partito il contagio non annovera praticamente morti e, rispetto all’Italia, ha “pochi” contagiati (peraltro in crescita). Peccato che in Germani gli anziani morti nelle scorse settimane non sono mai stati sottoposti a test sul coronavirus, mentre i pochi tamponi fatti riguardavano per lo più giovani, che hanno meno probabilità di ammalarsi. E che nessuno ci venga dire che la razza ariana è più forte e resistente. Anche perchè in Germania ci sono più immigrati (almeno uno su sei cittadini) che in Italia. E neanche loro si sarebbero contagiati.
E lo zampino tedesco sta anche nella battuta demenziale con cui la francese Lagarde aveva generato il più assurdo crollo delle borse, dicendo, imbeccata dalla collega teutonica nel consiglio direttivo della Bce, che non era suo compito difendere lo spread dei singoli Stati. Una cialtrona e criminale, che giustifica come una gaffe la scelta di mandare a picco le Borse (d’accordo con la banca centrale tedesca) di fronte ad un evidente attacco speculativo che si sarebbe potuto evitare semplicemente dicendo: noi apriremo il portafoglio per difendere fino all’ultimo euro i risparmi degli europei. Draghi lo aveva fatto, la Lagarde ha invece preferito fare bruciare i risparmi di milioni di europei, in primis di italiani, ed oggi è ancora al suo posto come se nulla fosse successo. Vergogna, almeno di fornte ai morti di questa emergenza.
Davvero è possibile che in un momento drammatico come l’attuale, l’Europa debba dipendere da due donne che hanno perso ogni credibilità e che meriterebbero di essere rimosse seduta stante. Per anni, una da Berlino e l’altra prima dal vertice della Fmi, ci hanno umiliato con i rapporti deficit/Pil per impedirci di fare investimenti pubblici e garantire invece un primato alle esportazioni della Germania (con un surplus in deroga alle norme da loro imposte agli altri Paesi). E ora dovremmo pure ringraziare la commissione europea, presieduta da un’altra signora tedesca amica della Merkel, che ci “concede” di stanziare 25 miliardi?
Se questa è l’Europa, da convinto europeista quale sono da sempre, dovrò rivedere il mio pensiero.
È vero che siamo lo Stato europeo più indebitato, ma è anche vero che la nostra contabilità è trasparente, mentre non lo è quella tedesca con il gioco delle tre tavolette fra stato federale e lander. E del resto trasparente dal primo giorno è stata anche la nostra contabilità dei contagiati, mentre non si può certo dire che Berlino abbia fatto lo stesso. A conti fatti 25 miliardi sono troppo pochi per pensare di fare fronte alla drammatica emergenza che ci ha colpiti. Provocazione per provocazione sarebbe il caso che anche l’Italia annunciasse un piano da 500 miliardi di euro. Se poi non sta bene ai tedeschi, che salti pure questa Unione europea.
Noi possiamo sempre metterci a
studiare il cinese.