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Alessandro di Camporeale Il Vino siciliano che emoziona

di Alberto Lupini
direttore
 
25 maggio 2019 | 08:53

Alessandro di Camporeale Il Vino siciliano che emoziona

di Alberto Lupini
direttore
25 maggio 2019 | 08:53
 

Viticoltura di famiglia fin dal '900. Attenzione ai vitigni autoctoni: fra Doc Monreale e l’Etna.

I fratelli Rosolino, Antonino e Natale, affiancati dai figli Anna (enoturismo e comunicazione), Benedetto (enologo) e Benedetto (marketing manager): questa è la squadra-famiglia di Alessandro di Camporeale che unita sta portando avanti negli anni una rivoluzione produttiva centrata sul vigneto e sulle buone pratiche enologiche che garantiscono oggi vini che emorionano  che per molti versi rappresentano una delle nuove frontiere dell’enologia siciliana.

Siamo nel piccolo centro agricolo di Camporeale, alle falde delle colline che sovrastano la pianura di Mandranova. L'azienda qui conta 40 ettari vitati su un totale di 50 (2 destinati alla produzione di olio). I terreni sono argillosi e calcarei, ideali per la valorizzazione di varietà autoctone come il Nero d'Avola, il Grillo, ma soprattutto il Catarratto. Partendo dal presupposto che «la nostra storia - ha detto Benedetto (enologo) - e più in generale la storia della viticoltura a Camporeale è Catarratto, da sempre» e tenendo in considerazione la ricerca di vini eleganti e di carattere da parte dei consumatori, «le nostre versioni moderne di Catarratto sono apprezzate, incontrano il consenso del pubblico».

(Alessandro di Camporeale Vitigni autoctoni tra Etna e Palermo)

Insieme al vitigno principe dell'azienda (e del territorio), sono come detto Nero d'Avola e Grillo a completare la produzione di vitigni autoctoni; ma non mancano gli internazionali «che portano - ha proseguito il marketing manager - a grandissimi risultati in quest'area». In particolare il Syrah, «vitigno sul quale stiamo insistendo molto e che rientra nel progetto di rivalutazione della Doc Monreale. Della Doc noi siamo diventati membri lo scorso anno e insieme agli altri associati stiamo puntando alla valorizzazione di questo vitigno e del suo legame intrinseco con il territorio in cui viene coltivato».
Perché se è vero che il Syrah è una varietà diffusa in tutto il mondo, è altrettanto vero che «sono irriproducibili altrove le caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono in questo territorio». Un territorio che per la produzione di Syrah è particolarmente vocato, come ha sottolineato  in più occasioni anche il presidente del Consorzio Doc Monreale Mario Di Lorenzo. E nel caso di Alessandro di Camporeale abbiamo davvero risultati importanti capaci di durare nel tempo e di rappresentare una versione ‘siciliana’ originale e di grande qualità.

(Alessandro di Camporeale Vitigni autoctoni tra Etna e Palermo)

Da questi vitigni (a cui ne va aggiunto un altro internazionale, il Sauvignon) si producono vini in purezza. Dagli autoctoni Benedè (100% Catarratto), Donnatà (100% Nero d'Avola), Grillo Vigna di Mandranova (100% Grillo) e Catarratto Vigna di Mandranova (100% Catarratto Lucido) ai due alloctoni Kaid (uno, Kaid Syrah, 100% Syrah e uno, Kaid Sauvignon, 100% Sauvignon). Completa la gamma il Kaid Vendemmia Tardiva 100% Syrah.

Tuttavia non si limita ai 40 ettari nel palermitano la produzione della famiglia Alessandro, che recentemente (la prima vendemmia è del 2018) ha aperto una cantina anche sull'Etna. «Sì, questa è la nostra ultima sfida. Cambiamo completamente zona - ha spiegato l'enologo - ci spingiamo più in alto, in montagna». Vale la pena ricordare che gli appezzamenti dell'azienda a Camporeale sono compresi tra i 400 e i 600 metri di altitudine sopra il livello del mare.
«La prima vendemmia sull'Etna ha dato risultati onestamente molto interessanti, nonostante le difficoltà dell'annata». I vini certificati Etna del nuovo progetto della squadra Alessandro sono «un Etna Bianco, circa 80% Carricante e 20% Catarratto, e un Etna Rosso, 100% Nerello Mascalese, con quest'ultimo però ancora in fase di work in progress».

(Alessandro di Camporeale Vitigni autoctoni tra Etna e Palermo)

Un progetto che aumenta la presenza sul mercato dell'azienda, ma che allo stesso tempo «cammina separatamente». Due progetti diversi, insomma - ha concluso Benedetto Alessandro, marketing manager dell'azienda - che hanno lo scopo di «promuovere due aree diverse della Sicilia». Una promozione che la famiglia Alessandro vuole sia fatta comunicando il lavoro e la passione che stanno dietro alla produzione di ogni singolo vino: proprio per questa ragione la gamma dell'azienda viene distribuita solo per l'Horeca. «Noi non facciamo Grande distribuzione, i nostri clienti sono quelli che riescono a raccontare bene il prodotto, e per farlo non basta inserirlo in uno scaffale di un supermercato, qui non riesce ad esprimersi, è meglio che sia un'enoteca o un ristorante a trasmettere la nostra filosofia».

(Alessandro di Camporeale Vitigni autoctoni tra Etna e Palermo)

Una filosofia raccontata da Benedetto e Benedetto in occasione di Sicilia en Primeur, ma che per wine lover e turisti è sempre "a disposizione" grazie all'importanza che la famiglia Alessandro dà all'enoturismo. I visitatori vengono accolti in azienda e portati in vigneto, affinché possano vedere da dove nascono i vini Alessandro di Camporeale. In questa cornice di autentica ospitalità siciliana prendono vita iniziative come tour guidati, degustazioni ed eventi quali, ad esempio, il Kaid sotto le stelle - "in un'atmosfera magica e sotto un cielo che illumina lo sguardo dei visitatori, la musica incontra il vino, il cibo e l'arte e crea un'ambientazione da sogno".

Per informazioni: www.alessandrodicamporeale.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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