Sandra Tasca ha portato a Milano un po' di Venezia: nel suo bàcaro si possono assaggiare i famosi cichèti disponibili in più varianti o bere un'ombreta, il tradizionale bicchiere di vino.
Cosa resta in mente di una gita a Venezia? Forse piazza San Marco affollata di turisti, o una calletta particolarmente suggestiva, magari un sotopòrtego romantico… E la tradizione culinaria dove la mettiamo? Non sappiamo se aveva questa domanda in mente
Sandra Tasca, quando ha deciso di aprire a Milano, guarda caso in zona Porta Venezia, il suo Tàscaro: si tratta di un bàcaro posto nel cuore della metropoli meneghina, così lontana dal sogno delle atmosfere veneziane.
Il bàcaro è il tipico localino lagunare dove degustare qualche piatto sfizioso, rigorosamente tradizionale, in formato spuntino (simile alle tapas spagnole), come le sarde in saòr, il baccalà mantecato, il fegato alla veneziana e le seppie in nero con polenta. E non può mancare un altro classico tra i classici, il tramezzino veneziano, che evolve in formato 2.0 e diviene un paninetto, per l’appunto ribattezzato “Tàscaro”: un bocconcino a mezza luna, dalla caratteristica forma panciuta e a sorriso, realizzato in collaborazione con la veneta Aurora Zancanaro del micro panificio milanese LePolveri, che ha creato un impasto a base di farine vicentine biologiche selezionate, di tipo 1 e semintegrali. Disponibili in molteplici varianti, i Tàscari saranno farciti con sughi e ingredienti del territorio come i moscardini in umido, i fagioli in salsa alla veneta e il baccalà alla vicentina.
«È stata la cucina della nonna, veneziana Doc - racconta Sandra Tasca, uno dei quattro soci della nuova impresa - a ispirarmi. L’idea è quella di portare a Milano qualcosa della convivialità veneziana: i nostri "cichèti" (spuntini) sono fatti per la condivisione, devono accompagnare l’aperitivo, il pranzo informale, la chiacchierata fra amici, come è nello stile del bàcaro veneziano».
Ma a Milano di ritrovi gastronomici ne nascono e muoiono a bizzaffe, Sandra. Qual è la sua formula del successo?
«Concentrarsi su un tema ben preciso e individuabile, ed è una cosa che è emersa chiaramente nel corso della mia esperienza di consulente per la ristorazione. La gente vuole entrare in un posto riconoscibile, è ormai poco competitivo il ristorante/pizzeria dove si fa un po’ di tutto. Io ho puntato sull’identità veneziana e veneta: dalla soppressata allo spritz, i miei fornitori vengono tutti rigorosamente dalla mia regione».
La qual cosa vale anche per il settore beverage, visto che da “Tàscaro” sono tradizionali anche gli spritz proposti in abbinamento ai cichèti: proprio come succederebbe a Venezia è disponibile la variante con vino e seltz, Aperol, Campari, Select e Cynar. Per chi invece preferisca l’amaro, il consiglio è di degustare un rinfrescante “Leone”, cocktail aperitivo tipico di Bassano del Grappa, costituito da distillato di ginepro, vino aromatizzato, aromi naturali, erbe aromatiche e zucchero, con gradazione alcolica di soli 20 gradi. Immancabile in carta un vero status symbol dell’aperitivo veneziano come l’ombreta, che in dialetto significa appunto bicchiere di vino, proposto nel tipico formato da osteria.
E quindi l’autoctono o il turista in giro per Milano, in zona Porta Venezia, se passa da “Tàscaro” in via Sirtori potrà ritrovare almeno i sapori e lo spirito della città lagunare, in mancanza di piazza san Marco e dei sotopòrteghi romantici: non proprio come un viaggio di tre giorni tra callette e salizade, ma abbastanza per testare una cultura enogastronomica che merita maggiore attenzione.