La Doc Bardolino ha festeggiato i 50 anni di attività con tre giorni di celebrazioni, dall’8 al 10 dicembre, che hanno preso il via con l’inaugurazione a Villa Carrara Bottagisio della nuova sede del Consorzio.
Tra le iniziative di spicco “Il Chiaretto che verrà”, quando il rosé portabandiera del Consorzio è stato presentato a pubblico e operatori professionali prima dell'imbottigliamento. Quarantacinque cantine hanno proposto in degustazione 82 vini della nuova annata. Il Chiaretto da vasca 2018 è stato servito lungo i banchi d'assaggio allestiti al ristorante La Loggia Rambaldi di Bardolino (Vr) insieme all’annata 2017. Una pre-anteprima in attesa del debutto ufficiale in calendario il 10 e 11 marzo 2019 a Lazise (Vr) organizzato dal
Consorzio di tutela Chiaretto e Bardolino e dal Consorzio Valtènesi.
«Assaggiamo il nuovo Chiaretto - ha spiegato
Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio Chiaretto e Bardolino - in una fase in cui il vino ha appena finito la fermentazione e si esprime in tutta la sua esuberanza. Sul lago di Garda siamo di fronte a un’annata favorevole, che ha unito precipitazioni superiori alla media e temperature elevate, garantendo il raggiungimento di un’ottima maturazione del frutto senza smarrire la classica freschezza e sapidità dei nostri vini».
«I valori della gradazione zuccherina e dell’acidità delle uve - ha aggiunto
Andrea Vantini, responsabile dell’Area tecnica del Consorzio - sono risultati mediamente in linea con quelli del 2017. In relazione a questi elementi si è quindi stabilito come data consigliata di inizio vendemmia il 18 settembre, che è stata comunque anticipata nel caso della produzione del Chiaretto. Possiamo affermare che il 2018 è stata un’annata viticola positiva, di buona produzione sotto il
profilo quantitativo, con l’uva che è risultata sana e di buona qualità».
Un’annata vigorosa che può favorire la promozione del Chiaretto non solo a livello domestico, ma in un’ottica internazionale. Obiettivo del Consorzio è farne conoscere i valori in nord Europa e nord America. Per quanto riguarda il mercato interno, l’Italia si muove ancora al di sotto della media europea: si consuma solo il 6% di vino rosa. Una leva di marketing di rilievo è quella che oggi vede il Chiaretto presente anche in versione spumante.
«Nel nostro Paese - ha ammonito Franco Cristoforetti - spesso ci si dimentica che oltre ai vini bianchi e rossi esistono quelli rosa, e di grande valore. Negli ultimi 5-6 anni la produzione è pressoché raddoppiata attestandosi intorno ai 10 milioni di bottiglie».
La produzione 2017 ha fatto segnare un incremento del 12% sull’anno precedente. Il Consorzio accoglie 1.029 soci (795 viticoltori, 120 vinificatori, 114 imbottigliatori) per una superficie vitata di 2.576 ettari, di cui 1.000 di Chiaretto.
Angelo Peretti e Andrea Vantini
«Quello “rosa” è un vino antico, di origine romana, con alle spalle una storia di 1.900 anni – ha sottolineato
Angelo Peretti, direttore del Consorzio - un vino nato dal torchio che si è diffuso nella Gallia Cisalpina, dal Monferrato al Lago di Garda, e in quella Transalpina. Ai nostri giorni il Chiaretto è un prodotto che sa durare nel tempo, che si armonizza molto bene nei primi cinque anni di vita e in cucina si sa esprimere anche abbinato a piatti complessi. I vini a base di una Corvina, del resto, sono lunghi».
Per sondare (e confermare) le potenzialità che il Chiaretto deve manifestare Peretti ha guidato la degustazione alla cieca “Chiaretto vs Rosé”. Nove 2017 francesi top di gamma e di prezzo (da un unico fornitore) contro tre Bardolino Chiaretto. La stampa specializzata ha dovuto valutarne la piacevolezza. Il risultato è stato gratificante. Chiaretto al terzo (ex aequo) e quarto posto. I primi due gradini del podio sono stati conquistati da rosé importanti e quattro volte più impegnativi sotto il profilo economico. Morale: il Chiaretto c’è e deve far sentire la sua voce con sempre maggiore convinzione. I consumatori sanno ascoltare.
Per informazioni:
www.ilbardolino.com