Bocconiano, 56 anni, un profilo manageriale fra moda, design e formazione. Sono le competenze del padano Alberto Bonisoli, l'uomo indicato dal premier Giuseppe Conte per la guida del ministero di Beni culturali e turismo.
Classe 1961, il ministro che succederà a Dario Franceschini nella tutela, la gestione e la promozione del patrimonio culturale italiano, ma a sorpresa - almeno per ora - anche delle politiche per il turismo (
il ministero che M5S avrebbe voluto scorporare).
Alberto Bonisoli
Attualmente è a capo della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, istituzione privata presente in 80 paesi che dal 1980 si occupa in Italia di moda, grafica e design, e presidente della rete delle Scuole di Moda. Sposato e padre di due figlie.
Originario di Mantova ma residente a Castelletto Ticino, sposato, con due figlie, Bonisoli era già pronto ad accettare l'incarico ministeriale sui cui ha dichiarato: «È una sfida complessa che affronto mettendo a servizio le mie competenze e mettendo in gioco quello che sono».
Un profilo manageriale, orientato in particolare sulle tematiche della innovazione dello sviluppo, aperto ad una collaborazione tra «le capacità del pubblico e le potenzialità del privato».
Il suo nome era già nella squadra di governo presentata da Luigi Di Maio in campagna elettorale, proprio per il Mibact di cui ora sarà effettivamente titolare. Il neo-ministro ha insegnato a lungo Innovation management alla Bocconi di Milano: fra gli obiettivi prioritari c'è quello di «portare gli investimenti per il patrimonio culturale almeno all'1 per cento del Pil, se non oltre» e avviare iniziative per la «tutela, la digitalizzazione del patrimonio e cultura diffusa sul territorio, in particolare nelle periferie». Dal 2005 è stato per due anni senior consultant del Ministero dell'Istruzione e ha lavorato su progetti legati a una migliore integrazione dei progetti italiani nel contesto europeo.