Airbnb e Booking si allineano a tutti gli altri portali di intermediazione immobiliare. Anche loro, forse i più celebri del settore, dovranno far pagare le tasse ai proprietari e il versamento dell’importo, in questo caso la cedolare secca pari al 21% dovrà avvenire entro il 16 del mese successivo.
Questo è quello che ha disposto l’Agenzia delle entrate, che ha emanato l’apposito codice tributo (1919) da utilizzare per il versamento delle ritenute relative ai contratti di locazione breve. I primi versamenti si stima che partano - almeno sulla carta - dal 16 luglio dal momento che l’obbligo per gli intermediari di fare da sostituti di imposta è scattato dal primo giugno. Per passare alla pratica manca ancora il provvedimento del direttore dell’Agenzia che individua le modalità attuative con le quali le piattaforme assolvono gli adempimenti di comunicazione dei dati relativi ai contratti: in pratica, Airbnb e Booking si devono «attrezzare» per fornire i dati fiscali dei loro proprietari di casa.
A giugno, Airbnb aveva considerato che la nuova normativa fiscale fosse praticamente inapplicabile, salvo poi iniziare un percorso di dialogo con l’Agenzia. Tra gli oneri degli intermediari anche quello di inviare agli interessati la certificazione unica annuale con gli importi pagati.