Una giornata infuocata, proprio come i temi affrontati da “Doof, l’altra faccia del Food”, 10 ore di riflessioni su cibo, annessi e connessi manifestate il 24 giugno presso la cascina Il mare culturale urbano di Milano. Tematiche che scottano, come la ristorazione che svolge supplenze sociali integrando i carcerati, i conflitti di interesse della critica gastronomica, l’informazione tra giornalisti, food blogger e influencer (tra i relatori anche Italia a Tavola) o il dietro le quinte non sempre a regola d’arte dei ristoranti tra turni di lavoro massacranti e assunzioni irregolari. Per arrivare al rapporto tra malavita organizzata e ristorazione, lavatrice per eccellenza del denaro sporco.
A monte di questa iniziativa ardita e coraggiosa un manipolo di professionisti guidati dal critico gastronomico del Corriere della Sera Valerio M. Visintin. «Abbiamo deciso di rimboccarci le maniche - racconta – per creare un nuovo percorso, dove non si dia nulla per acquisito a livello di critica, di informazione, di gestione dei locali. Si può sempre fare di meglio».
Un gruppo di “no men” che non si accontenta dello status quo e si mette di traverso di fronte ad ambiguità, furbetti e Don Abbondio del settore. E la cultura controcorrente del “non mi piace e lo dico” è piaciuta. Nonostante un weekend da esodo e temperature da spiaggia circa 300 persone hanno assistito agli incontri. Un pubblico attivo, dinamico, in linea con lo spirito degli organizzatori. A volte in polemica, ma sempre aperto al contraddittorio. «Ma Doof non finisce qui – sottolinea Visintin -. La giornata all’insegna dell’approfondimento verrà replicata e allargata. Stiamo infatti pensando di programmare anche appuntamenti tematici mensili». Gli spunti non mancano di certo.