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Maltempo, meno ortaggi sugli scaffali Controllare stagionalità e provenienza

A causa del maltempo, le consegne degli ortaggi invernali sono dimezzate, alcuni prodotti come i broccoletti da Anguillara sono addirittura introvabili. Intanto i prezzi dal campo alla tavola mediamente triplicano. Bisogna in quest'ottica fare attenzione a prodotti stranieri spacciati per nazionali e al prezzo in base alla qualità

12 gennaio 2017 | 10:44
Maltempo, meno ortaggi sugli scaffali 
Controllare stagionalità e provenienza
Maltempo, meno ortaggi sugli scaffali 
Controllare stagionalità e provenienza

Maltempo, meno ortaggi sugli scaffali Controllare stagionalità e provenienza

A causa del maltempo, le consegne degli ortaggi invernali sono dimezzate, alcuni prodotti come i broccoletti da Anguillara sono addirittura introvabili. Intanto i prezzi dal campo alla tavola mediamente triplicano. Bisogna in quest'ottica fare attenzione a prodotti stranieri spacciati per nazionali e al prezzo in base alla qualità

12 gennaio 2017 | 10:44
 

Sono praticamente dimezzate le consegne di ortaggi invernali sugli scaffali per effetto del maltempo, che ha decimato i raccolti delle regioni del Centro sud, dalle quali provengono, in questa stagione, la maggioranza delle produzioni presenti sul mercato. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di freddo e gelo sui consumatori e sugli agricoltori, con la prima conta dei danni regione per regione, resa possibile dalla pausa concessa dalle perturbazioni.

Maltempo, meno ortaggi sugli scaffali Controllare stagionalità e provenienza

foto: Sky Tg 24

Dalle bietole agli spinaci, dalla lattuga ai cavoli, dai finocchi ai carciofi, dalle zucchine fino alle rape sono disponibili in quantità ridotte sugli scaffali di negozi e supermercati mentre alcune referenze specializzate, come i broccoletti di Anguillara sono addirittura introvabili. Inevitabili i riflessi sui prezzi di vendita in una situazione in cui i prezzi degli ortaggi mediamente triplicano dal campo alla tavola.

E gli effetti rischiano di protrarsi nel tempo per i danni strutturali causati alle piante da frutto a causa del peso della neve. Alcuni prodotti però sono già raccolti da tempo, come mele, pere e kiwi, e non sono dunque giustificabili eventuali rincari: mentre rialzi alla produzione dovuti all'aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori.

Occorre vigilare affinché non vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti e per fare acquisti di qualità al giusto prezzo. A tale proposito, la Coldiretti ha elaborato un vademecum per la frutta e verdura che consiglia di verificare l'origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, di preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi e difficili trasporti e di privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori.

Un modo per aiutare in un momento di difficoltà l’agricoltura di vaste aree del Paese dove è positivo l’avvio delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità annunciato dalle regioni e dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, anche se per la straordinaria ondata di maltempo, servono strumenti di intervento che non possono essere il solo Fondo di solidarietà nazionale attivato con lo stato di calamità.

Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria sono almeno 10mila le aziende agricole in situazioni difficili a causa del maltempo sia nell’attività di allevamento che nella produzione di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole. La regione più colpita è la Puglia, dove una prima timida stima del danno accertato nelle campagne è superiore al momento ai 110 milioni di euro, anche perché clementine e arance sono irrimediabilmente rovinate dal gelo, i tendoni di uva da tavola sono crollati sotto il peso della neve e il freddo ha fatto crollare del 30% la produzione di latte come è avvenuto peraltro in altre Regioni dove è presente l’allevamento.

Maltempo, meno ortaggi sugli scaffali Controllare stagionalità e provenienza
foto: Ansa

In Sicilia alla drammatica situazione che gli agricoltori siciliani stanno vivendo a causa del maltempo per le produzioni orticole, si aggiunge la speculazione sul costo del foraggio, soprattutto nelle aree interne: una balla di fieno costava 2 euro ed ora arriva anche a 6 euro, un prezzo che aumenta ancora per il trasporto. Da una prima ricognizione effettuata dalla Coldiretti Calabria, la neve e il gelo hanno causato notevoli danni e distrutto centinaia di ettari di frutta pronta per la raccolta, in particolare agrumi, e si teme per la filiera del bergamotto oltre che per gli ortaggi quali zucchine, cipolle, finocchi, piselli e fave. Le bassissime temperature hanno distrutto anche le coltivazioni in serra che hanno subito altresì un forte aumento dei costi di riscaldamento, ma anche l’allevamento al pascolo registra disagi per la mancanza di foraggio.

L’ondata di gelo ha colpito con una violenza particolare le zone del Lazio a spiccata vocazione agricola, distruggendo produzioni specializzate come i broccoletti da Anguillara e riducendo i volumi di finocchi, carciofi e cavoli resi tradizionalmente disponibili nelle aree più vocate, ma gravi difficoltà per le produzioni orticole sono segnalate anche in Abruzzo anche per i problemi di viabilità che ostacolano la consegna delle produzioni che si sono salvate. In Molise interi campi di ortaggi sono gelati facendo registrare una perdita, ad oggi, di oltre il 50% del raccolto. Serre e capannoni sono crollati sotto il peso della neve e decine di quintali di latte andati perduti a causa del mancato ritiro dovuto alla difficile percorribilità delle strade.

In Basilicata sono centinaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine, ma anche gravi danni si sono verificati sugli agrumeti che hanno ceduto sotto il peso della neve. Nelle Marche i problemi maggiori si segnalano sulle coltivazioni di finocchi, che il gelo ha letteralmente “lessato”, con cali di produzioni che in molti casi sono pari al 100%, ma la situazione è simile anche per cicorie, rape e insalata scarola con problemi che si segnalano anche alle lattughe e alle piante di carciofo, mentre si sono sinora salvati radicchi e broccoli.

Ad aggravare i danni del gelo è stato, sulla fascia costiera adriatica e sulle colline vicino al mare, il vento carico di salsedine, che ha contribuito a bruciare gli ortaggi e le gemme degli alberi da frutto. Le violente raffiche di qualche giorno fa hanno causato anche la rottura dei rami delle piante di pesco, susine e mele.

Gli effetti del gelo sulle tavole e nei campi
  • Tagliate del 50% le consegne di ortaggi sugli scaffali;
  • Colpite almeno 10mila aziende agricole;
  • La Puglia è la regione più colpita con 110 milioni di euro di danni;
  • Colpite dalle bietole agli spinaci, dalla lattuga ai cavoli, dai finocchi ai carciofi, dalle zucchine fino alle rape;
  • Ridotta del 30% la produzione di latte nelle aree colpite;
  • Ingiustificati aumenti per mele, pere e kiwi che sono già stati raccolti;
  • Prezzi degli ortaggi triplicano dal campo alla scaffale;
  • Verificare origine nazionale degli ortaggi in etichetta.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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