Neve, gelo e maltempo stanno colpendo in modo inusuale il sud Italia. Da un lato immagini di grande fascino, che resteranno negli annali, fotografie appese alle pareti di case e locali pubblici, quasi storiche, faranno dire a distanza di anni: «Ti ricordi il 2017 con la neve sulla spiaggia?». Dall'altro gravi danni al comparto agricolo, enormi difficoltà a quello dell'allevamento, tanto che il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina si dice pronto a dichiarare lo stato di calamità.
«Siamo vicini agli agricoltori e agli allevatori delle zone colpite dal maltempo di questi giorni - dichiara Martina - come Ministero siamo pronti a dichiarare lo stato di calamità appena arriverà richiesta dalle Regioni interessate. È necessario portare avanti rapidamente la stima dei danni e metteremo in campo tutti gli strumenti necessari per sostenere le aziende».
Allo stesso tempo la Coldiretti lancia l'allarme speculazioni con i prezzi degli ortaggi che aumentano del 200% in media nel percorso dal campo alla tavola. Proprio dal Sud martoriato dal maltempo provengono gran parte delle produzioni orticole Made in Italy che giungono ai consumatori. Coldiretti descrive una situazione grave, dove gelo e neve hanno provocato nei campi danni incalcolabili al momento, per il nuovo aggravarsi della situazione.
Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria sono salite oggi a decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine ma anche - sottolinea la Coldiretti - gravi i danni si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve.
Oltre alle verdure pronte per la raccolta, si contano serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, animali morti, dispersi e senz’acqua perché sono gelate le condutture, ma anche aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure. Il risultato è che sono crollate del 70% le consegne dalla Puglia di ortaggi sia perché bruciati in campo sia perché i mezzi non possono ancora circolare liberamente per rifornire adeguatamente i mercati lungo tutta la Penisola. Alcune referenze non sono più presenti nei banchi dei mercati all’ingrosso e in quelli del dettaglio mentre per altre le disponibilità sono ridotte ai minimi termini, dai finocchi ai carciofi, dai cavoli alle zucchine con inevitabili rifessi sui prezzi.
Secondo le rilevazioni del Centro ortofrutticolo di Roma tra gli aumenti più pesanti rispetto alla stessa settimana dello scorso anno spiccano il +350% delle bietole, il +233% dei cipollotti, il +225% degli spinaci, il +170% della lattuga, il 157% delle zucche, il 150% dei cavoli. Alcuni prodotti però sono già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi e non sono dunque giustificabili eventuali rincari mentre rialzi alla produzione dovuti all'aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori.
Occorre anche evitare che vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti e per questo di fronte alle trappole del mercato in agguato, per fare acquisti di qualità al giusto prezzo la Coldiretti ha elaborato un vademecum per la frutta e verdura che consiglia di verificare l'origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, di preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi trasporto e privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori. Quindi un suggerimento ai consumatori è quello di verificare la provenienza della frutta e degli ortaggi e non cadere nella trappola dei rincari senza motivo.