Il web è una risorsa infinita di informazione, spesso però capita anche che circolino notizie ingannevoli per l'utente. È il caso dell'olio di palma, che sebbene sia stato giudicato da medici esperti come dannoso per la salute, viene difeso o meglio “assolto” dalla rete, dove circolano messaggi tranquillizzanti. Per chiarire la situazione, Il Fatto Alimentare ha interpellato Marco Silano dell’Istituto Superiore di Sanità.
L'esperto ha confermato che l'olio di palma minaccia la salute dei consumatori italiani e mondiali. Già da tempo infatti ne si è scoperta la presenza in migliaia di prodotti alimentari, anche se camuffata dietro l’appellativo “olii e grassi vegetali”. L’olio di palma, grasso principale di molte merendine, biscotti e snack è utilizzato per il costo estremamente basso che lo vede privilegiato rispetto ad altri ingredienti come oli vegetali non idrogenati o burro.
«Secondo l’Oms - ha dichiarato Silano a Il Fatto Alimentare - la quantità di acidi grassi saturi nella dieta giornaliera non dovrebbe superiore al 10% delle calorie giornaliere totali. La nostra analisi evidenzia che i bambini nella fascia di età 3-10 ne assumono 27.88 g/die, tra il 11-18 % delle calorie totali. Ovvero fino al 40% in più. Di questi grassi saturi, 7.72 grammi derivano da alimenti con olio di palma aggiunto (merendine, biscotti, grissini, cracker, fette biscottate e prodotti da forno…).
«Dovendo scegliere se ridurre latte, formaggi, carne, prosciutto cotto da una parte e e biscotti e merendine dall’altra - continua Silano - direi che la scelta va indirizzata verso la moderazione dei prodotti da forno dolci e salati e dei cibi venduti nei supermercati che contengono olio di palma».
Secondo i dati raccolti infatti, non solo i bambini coltivano quotidianamente questa brutta abitudine, ma gli adulti pure assumono il 24% di calorie in più rispetto al dovuto, spesso e volentieri per la presenza negli alimenti di questi grassi saturi indesiderati. Le conseguenze possono essere anche gravi. «Un consumo eccessivo di acidi grassi saturi - ha puntualizzato Marco Silano a Il Fatto Alimentare - modifica il contenuto di colesterolo plasmatico e trigliceridi, aumentando il rischio di eventi cardio-vascolari quali ictus, infarto».