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Olio di palma, molto usato al ristorante Ma attenzione: contiene il 100% di grassi

L'olio di palma è utilizzato in molti ristoranti e friggitorie per le sua capacità di resistere ad alte temperature. Impiegato come conservante nei cibi confezionati, se ne sconsiglia un consumo giornaliero elevato

 
09 settembre 2014 | 10:12

Olio di palma, molto usato al ristorante Ma attenzione: contiene il 100% di grassi

L'olio di palma è utilizzato in molti ristoranti e friggitorie per le sua capacità di resistere ad alte temperature. Impiegato come conservante nei cibi confezionati, se ne sconsiglia un consumo giornaliero elevato

09 settembre 2014 | 10:12
 

Ciò che rende l’olio di palma tanto interessante per l’industria alimentare e della ristorazione sono di certo quelle proprietà che lo rendono resistente anche ad alte temperature, oltre che al prezzo di mercato. Versatilità ed economicità sono i suoi punti forti, ha infatti un’elevata resa per ettaro e quindi costa poco. Oli come quello d'oliva o di altri semi, sono molto delicati e si deteriorano in fretta, generando sostanze tossiche, mentre l'olio di palma è più resistente ai fattori ambientali.



Solitamente è usato come olio alimentare, per farne margarina e come ingrediente di molti cibi lavorati, specie nell'industria alimentare. È uno dei pochi oli vegetali con un contenuto relativamente alto di grassi saturi e quindi semi-solido a temperatura ambiente. 100 ml di prodotto corrispondono a 884 kcal (come l'olio d'oliva), con un contenuto di grassi pari al 100%: 47% saturi, 39% monoinsaturi e 14% polinsaturi.

Viene utilizzato per la produzione e la conservazione di molti elementi, specialmente quelli confezionati, come merendine, biscotti e cioccolata, come addensante per dare cremosità, e visto il suo basso costo viene impiegato in molti ristoranti e friggitorie. Ma visto l’elevato contenuto di grassi e le sue proprietà atipiche rispetto ad altre tipologie di olio, ci si chiede se sia dannoso per la salute.

Il problema è che gli acidi grassi saturi sono ampiamente coinvolti nell’insorgenza di malattie cardiovascolari. In realtà, però, le cose sono un po’ più sfumate di così, soprattutto per quanto riguarda il palma. Tanto per cominciare, c’è un problema di letteratura scientifica: di studi clinici e nutrizionali sull’olio di palma ce ne sono tanti, ma danno spesso risultati controversi e contraddittori. La maggior parte degli studi considerati sottolinea per esempio che non ci sono al momento prove scientifiche di un eventuale coinvolgimento degli acidi grassi del palma nell’insorgenza di cancro.

Il vero pericolo per la salute di cuore e arterie è costituito dagli acidi grassi cosiddetti “trans”, che si formano durante l’idrogenazione, un processo industriale che serve a solidificare gli oli vegetali. Poiché il palma è per sua natura semisolido e può essere facilmente frazionato, separando la parte liquida da quella solida, non viene in genere sottoposto a questo processo.



In ogni caso l’olio di palma non è de tutto innocuo per il nostro organismo, perché c’è il rischio che contenga residui di sostanze tossiche usate per la coltivazione o nelle aree di coltivazione, che ricordiamo mantengono l’utilizzo del DDT, un potente insetticida, sebbene i dosaggi effettuati finora in ambito internazionale non abbiano riscontrato la presenza di queste sostanze in quantità superiori alle soglie consentite.

L’olio di palma dunque non è un nemico della nostra salute, cosi come il burro o altri grassi vegetali, semplicemente bisogna fare attenzione alle quantità consumate, specialmente considerato che assumiamo olio di palma quotidianamente in modo inconsapevole, basta pensare ai biscotti confezionati con cui facciamo colazione, o ai panini con cui pranziamo; l‘ideale sarebbe invece di consumarlo sol una volta al giorno, preferibilmente non tutti i giorni.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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