da sinistra: Debora Fantini, Marco Acquaroli e Francesco Gotti
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da sinistra: Luca Cremona, Michele Taliano (Consorzio tutela del Roero), Debora Fantini e Giovanni Negro (Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero)
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da sinistra: Debora Fantini e Giovanni Negro (Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero)
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da sinistra: Gabriele Furi e Bruno Ceretto (Azienda vinicola Ceretto)
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da sinistra: Enrico Crippa e Marco Acquaroli
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Dopo aver dato inizio alla
seconda giornata di gara con la sua prova,
Marco Acquaroli ha lasciato ieri, lunedì 1 febbraio, il Teatro sociale di Alba (Cn) con la targa del vincitore del
Bocuse d’Or Italia. A fargli i primi auguri per l’appuntamento europeo (Budapest, 10-11 maggio 2016) è Orian Johannessen campione in carica del
Bocuse d’Or di Lione 2015.
Una vittoria data da una somma di successi. Una carriera iniziata nel bergamasco, terre in cui è nato, per poi arrivare a
Piazza Duomo ad Alba. Anticipando la sua missione - quella di essere ambasciatore della cucina italiana prima in Europa e poi nel Mondo - chef Acquaroli ha già in curriculum diverse esperienze internazionali: poco più che trentenne, ha già lavorato al Geranium di Copenaghen e in alcuni Four Seasons in giro per il mondo. Oggi lavora in Svizzera al
Four Seasons Des Bergues di Ginevra.
Nella foto, da sinistra: Debora Fantini, Marco Acquaroli e Francesco GottiRicordiamo qui le ricette che lo hanno portato sul gradino più alto del podio. Per il piatto di pesce chef Marco Acquaroli ha preparato un Filetto di storione alle alghe, porro farcito di pasta al caviale, cipolla rossa al cavolfiore e consomme di cipolla. Per il piatto di carne invece lo chef ha preparato Cervo al ginepro tostato, barbabietola farcita di coscia brasata, flan di zucca, millefoglie di topinambur e tartufo, salsa all’aceto di barolo. E in cucina si sa i migliori alleati di uno chef sono gli strumenti di cottura: il nostalgico delle tradizioni chef Acquaroli - anche se ha poco più di trent’anni - non ha dubbi: fedele alla sua buona vecchia padella di rame siglata
Pentole Agnelli, come tutti gli strumenti che lo hanno accompagnato in questa gara.
Nella foto: Gabriele FuriMa i premi sono stati diversi proprio come le ricette viste in questi giorni. Ad aggiudicarsi il premio “Miglior piatto di pesce” l’unica donna in competizione
Debora Fantini. Altra fascia, o meglio targa, a
Francesco Gotti che si è aggiudicato il premio per il “Miglior piatto di carne”. Dietro ogni chef c’è sempre un gran commis. E lo ha dimostrato
Gabriele Furi, che ha lavorato fianco a fianco con Lorenzo Alessio, lavoro che gli è valso il premio come “Miglior commis”.
Un vero trionfo per la manifestazione che ha coinvolto il Teatro sociale di Alba e tutto il territorio. Partner e sponsor del Bocuse d’Or si sono dati appuntamento a Budapest in primavera già pronti a lavorare con lo chef Acquaroli per arrivare a conquistare nella capitale ungherese l’accesso alle finali di Lione 2017.
Del resto, come ricorda
Paul Bocuse, fondatore e patron del premio, «l'egemonia della cucina francese durerà sino al momento in cui gli chef italiani si renderanno conto dell'enorme patrimonio che hanno a disposizione, sia dal punto di vista delle materie prime sia dal punto di vista delle innumerevoli sfaccettature delle tradizioni». Che prima a Budapest e poi a Lione sia arrivato il momento di uno podio italiano?