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Uber termina la sua corsa Confermato il blocco del servizio

Il tribunale di Milano ha respinto la richiesta di sospensione del blocco del servizio di Uber, confermandone il carattere di concorrente sleale. Chi non rispetterà l'ordinanza andrà incontro a multe fino a 20mila euro. Il ricorso di Uber sarà discusso il prossimo 7 luglio. Nel frattempo i tassisti italiani tirano un sospiro di sollievo

10 giugno 2015 | 14:32
Uber termina la sua corsa 
Confermato il blocco del servizio
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Confermato il blocco del servizio

Uber termina la sua corsa Confermato il blocco del servizio

Il tribunale di Milano ha respinto la richiesta di sospensione del blocco del servizio di Uber, confermandone il carattere di concorrente sleale. Chi non rispetterà l'ordinanza andrà incontro a multe fino a 20mila euro. Il ricorso di Uber sarà discusso il prossimo 7 luglio. Nel frattempo i tassisti italiani tirano un sospiro di sollievo

10 giugno 2015 | 14:32
 

Da oggi il servizio UberPop è sospeso. I tassisti italiani possono tirare un sospiro di sollievo perché il tribunale di Milano ha rigettato la richiesta di sospensiva dell'ordinanza dello scorso 26 maggio con cui era stato sospeso il servizio di UberApp. Il 25 maggio scorso, infatti, il giudice Claudio Marangoni, aveva accolto il ricorso dei tassisti per “concorrenza sleale” e disposto con un provvedimento cautelare il blocco della prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale.



A Uber venivano concessi 15 giorni di tempo per adeguarsi all'inibitoria, altrimenti sarebbero scattate le penali. Scadute le due settimane, Uber deve “arrendersi”, e per chi non provvederà a disattivare il servizio entro oggi, altrimenti sono 20mila euro al giorno di multa oltre alla più grave volontà di trasgredire all'ordine del giudice. A Uber rimane la possibilità di far valere le proprie ragioni in un'udienza fissata per il prossimo 7 luglio, quando verrà discusso il ricorso.

«Ribadiamo nuovamente - commenta il delegato del settore taxi dell'Unione artigiani, Pietro Gagliardi - la nostra piena fiducia nel sistema giudiziario che, anche in questa occasione, non ha potuto che osservare le leggi in vigore. Ora con la medesima fiducia ci apprestiamo a seguire gli sviluppi della vicenda, il cui prossimo appuntamento è fissato per il 7 luglio, quando verrà discusso il ricorso di Uber nel merito. Anche in questa occasione, comunque, abbiamo dimostrato come l'unione faccia davvero la forza, grazie all'impegno e al sostegno delle associazioni di categoria».

Favorevole ad una soluzione meno drastica, che porti alla regolamentazione del servizio offerto da Uber, è Massimiliano Dona, segretario dell'Unione nazionale consumatori. «La soluzione - ha dichiarato Massimiliano Dona - non può che essere politica. Non possono essere i giudici a dipanare la matassa. È evidente che il vuoto normativo, messo in evidenza anche dall'Autorità dei trasporti, non può essere colmato a suon di sentenze, nelle aule di giustizia. I giudici, infatti, non possono applicare leggi vecchie e superate».

«È evidente che se si pretende di inserire Uber o negli articoli sui taxi o in quelli che disciplinano il noleggio con conducente - ha concluso Dona - si può sempre trovare qualcosa che non va. Peccato che anche l'Authority abbia qualificato Uber come una terza formula di trasporto non di linea: i servizi tecnologici per la mobilità. La sharing economy, insomma, è una cosa nuova e diversa, che va normata. Per questo chiediamo a Governo e Parlamento di accogliere le proposte dell'Autorità dei trasporti, inserendo le modifiche nel ddl concorrenza ora in discussione alla Camera».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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