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Mucca pazza, stop agli allarmismi Sulle tavole italiane torna la pajata

La Commissione Ue ha deciso di modificare le misure di prevenzione adottate nel 2001 in seguito all'emergenza mucca pazza, variando l’elenco degli organi a rischio. Una decisione che apre le porte al ritorno della pajata. Grazie ai controlli adottati, dal 2009 non si registrano casi di mucca pazza tra bovini in Italia

18 marzo 2015 | 14:27
Mucca pazza, stop agli allarmismi 
Sulle tavole italiane torna la pajata
Mucca pazza, stop agli allarmismi 
Sulle tavole italiane torna la pajata

Mucca pazza, stop agli allarmismi Sulle tavole italiane torna la pajata

La Commissione Ue ha deciso di modificare le misure di prevenzione adottate nel 2001 in seguito all'emergenza mucca pazza, variando l’elenco degli organi a rischio. Una decisione che apre le porte al ritorno della pajata. Grazie ai controlli adottati, dal 2009 non si registrano casi di mucca pazza tra bovini in Italia

18 marzo 2015 | 14:27
 



Torna la vera pajata che manca da quasi quattordici anni dalle tavole degli italiani per effetto delle restrizioni sanitarie adottate nel luglio 2001 per far fronte all’emergenza mucca pazza (Bse). È questo il risultato della lunga battaglia della Coldiretti culminata con successo con il voto favorevole a Bruxelles dal comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione europea nella serata del 17 marzo per la modifica del regolamento comunitario n. 999/2001 sulle misure di prevenzione e controllo della Bse.

Un evento che viene festeggiato dalle donne della Coldiretti oggi 18 marzo a Roma al Centro Congressi di Palazzo Rospigliosi sede della Coldiretti in via XXIV Maggio 43, con la preparazione di una maxipajata per celebrare l’atteso ritorno. Viene modificato l’elenco degli organi a rischio e consente di recuperare la colonna vertebrale ma, soprattutto, l'intero pacchetto intestinale. Una decisione che mette fine ad un doloroso divieto e apre finalmente le porte al ritorno del piatto più tipico della tradizione romana nella sua forma originale.
 
La pajata è il termine romanesco per definire la prima parte dell'intestino tenue del vitello da latte, che è stato fino ad oggi sostituito nei ristoranti e nelle trattorie dall'intestino d'agnello. È l'ingrediente principale di uno dei piatti più tipici della cultura gastronomica della capitale: i rigatoni con la pajata ma in alternativa può essere proposta alla brace, in forma di spiedino. La decisione della Commissione europea è una giusta conseguenza del fatto che dal 2009 non si registrano casi di mucca pazza tra bovini in Italia per il rigido sistema di controlli e per le misure di sicurezza messe in atto anche con grandi sacrifici dagli allevatori.

Una spinta decisiva al risultato è stata data dal giudizio positivo dell'Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie) che a fine maggio del 2013 nell'ambito dell'Assemblea generale ha adottato la risoluzione che aveva ufficialmente sancito per l'Italia un nuovo stato sanitario per l'encefalopatia spongiforme bovina (Bse), con il passaggio dal livello di rischio “controllato” a quello “trascurabile", il più basso. L’Italia, con Giappone, Israele, Olanda, Slovenia e Usa, fa parte della ristretta cerchia di 19 Paesi, sui 178 aderenti all'Oie, che hanno raggiunto la qualifica sanitaria migliore di rischio “trascurabile” per la mucca pazza (Bse).
 
«Un risultato importante per consumatori, ristoratori, cuochi, macellatori e allevatori - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - che oltre ad avere rilevanza sul piano gastronomico ha anche effetti su quello economico con la valorizzazione dell’allevamento italiano in un difficile momento di crisi. Determinante l’impegno del ministero della Salute».



Il nuovo regolamento di esecuzione dal comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione europea passa ora al servizio giuridico della Commissione europea per la traduzione in tutte le lingue e sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale entro 15- 20 giorni. La Bse detta anche morbo della mucca pazza è stata diagnosticata per la prima volta tra i bovini nel Regno Unito nel 1986 dove da allora si contano 180671 casi tra i bovini contro gli appena 144 in Italia dove non ci sono state contaminazioni dal 2009.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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