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Nuove etichette Ue, dibattito aperto Troppe limitazioni per i ristoratori?

Al via il 13 dicembre la normativa sulle etichette alimentari che viene in soccorso agli italiani che soffrono di allergie imponendo l’obbligo di indicare gli allergeni nei menu; ma i ristoratori non sono soddisfatti. Cursano (Fipe): l'offerta del ristorante non può essere standardizzata con menu identici tutto l'anno

11 dicembre 2014 | 17:25
Nuove etichette Ue, dibattito aperto 
Troppe limitazioni per i ristoratori?
Nuove etichette Ue, dibattito aperto 
Troppe limitazioni per i ristoratori?

Nuove etichette Ue, dibattito aperto Troppe limitazioni per i ristoratori?

Al via il 13 dicembre la normativa sulle etichette alimentari che viene in soccorso agli italiani che soffrono di allergie imponendo l’obbligo di indicare gli allergeni nei menu; ma i ristoratori non sono soddisfatti. Cursano (Fipe): l'offerta del ristorante non può essere standardizzata con menu identici tutto l'anno

11 dicembre 2014 | 17:25
 

Siamo agli sgoccioli dell’entrata in vigore della normativa Ue che prevede l’obbligo per i ristoratori, i pubblici esercizi e tutte le aziende di somministrazione al pubblico, di informare la clientela sugli allergeni alimentari che possono essere stati utilizzati nella preparazione dei piatti serviti. «Dal 13 dicembre - afferma il direttore generale di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni - le etichette dei prodotti alimentari dovrebbero diventare più leggibili e trasparenti».



Sempre attenta ai fatti di attualità del settore food&beverage, Radio Bar, prima web radio commerciale espressamente dedicata al mondo del bar e della ristorazione, dedicherà la prima puntata del suo nuovo format “Radio Bar Informa”, in onda il 12 dicembre alle 15.30, proprio alla nuova normativa, in tema di etichettatura di prodotti destinati al consumatore finale, ivi compresi quelli preparati dalla ristorazione collettiva e quelli acquistati online.

Il Regolamento Cee 1169/2011 è pensato nell’interesse del consumatore, ma resta ancora con qualche ombra per quanto riguarda l’applicazione. Le novità vanno in generale nella direzione della trasparenza, della onestà delle informazioni, della tracciabilità: caratteri più grandi e quindi più intellegibili della lista degli ingredienti, indicazione del tipo di grassi usati e della data di congelamento, provenienza delle materie prime, attenzione alla contraffazione dei marchi, indicazione degli allergeni. Il consumatore avrà così maggiori elementi per scelte più consapevoli e sicure.

Aldo CursanoSarà probabilmente un danno al made in Italy l’abolizione dell'obbligo di indicare lo stabilimento di produzione. I nostri ristoratori, inoltre, sono in allarme per come la norma verrà applicata a pubblici esercizi, mense e imprese della ristorazione. «La normativa - spiega il presidente regionale e vicario nazionale Fipe Confcommercio Aldo Cursano (nella foto a destra) - obbligherà pizzerie e ristoranti a evidenziare la presenza di allergeni specifici nei piatti del menu. Non vogliamo minimamente trascurare il problema delle allergie. Si stima che siano oltre 200mila i toscani che soffrono di allergie alimentari, ed è nostro preciso dovere, ma anche nostro interesse, proteggere il consumatore».

«Ma le modalità di indicazione degli allergeni nell’ambito della somministrazione - avverte Cursano - non possono essere mutuate così come sono dall’industria alimentare, noi vendiamo un servizio, non un semplice prodotto. La nostra ristorazione è famosa nel mondo perché varia di giorno in giorno, a seconda di cosa offre il mercato, la stagione, la creatività dello chef. È un’offerta che difficilmente potrà essere standardizzata con menu prestampati buoni per tutti i giorni dell’anno».

È per questo che Fipe Confcommercio propone che gli operatori, nel rispetto e con la dovuta formazione e attenzione alla salute della clientela, e nei contorni dei provvedimenti comunitari, vengano lasciati liberi di impiegare lo strumento che ritengono più adeguato al profilo della propria organizzazione aziendale. Non può mancare, tra i diversi strumenti di comunicazione al consumatore - menu, libro degli ingredienti, cartello - anche la possibilità di assistere il consumatore tramite comunicazione orale.

Tale modalità non risponde solo alla pur importante necessità di semplificazione, ma è anche una garanzia per il consumatore, che non si dovrà affidare esclusivamente a uno stampato predisposto una volta per tutte ma potrà avvalersi di volta in volta di informazioni “fresche” su un dato piatto, preparato quel preciso giorno da quella determinata persona. In questa direzione stanno andando anche altri Stati membri, per esempio Belgio e Paesi Bassi, con l’adozione di provvedimenti nazionali, alcuni dei quali già notificati alla Commissione, che consentono l’indicazione degli allergeni anche a voce.

Rivoluzione anche nel carrello
Cambia la spesa degli italiani con l’entrata in vigore delle nuove etichette per i prodotti alimentari in vendita che devono essere più scritte con caratteri più chiari e grandi ma d’ora in poi, devono anche riportare più informazioni, da una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, dalla data di congelamento alle informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati in modo ad esempio da non poter utilizzare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte.

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la rivoluzione in etichetta scatta il 13 dicembre 2014 nel giorno di Santa Lucia con l’applicazione delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (Reg. UE 1169/2011). Le indicazioni obbligatorie devono essere scritte in etichetta con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole) per rendere più agevole la lettura da una parte di una popolazione in progressivo invecchiamento. La data di scadenza deve essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna.



La nuova etichetta viene in soccorso anche dei circa 2,5 milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari imponendo l’obbligo di indicare le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio) con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti. Una tutela è garantita anche per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento con la previsione di avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti “energy drinks”.

Non è più possibile ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di olio grassi tropicali a basso costo (come olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno un impatto sulla salute) perché bisogna specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato in etichetta. Inoltre, se gli oli o i grassi utilizzati sono stati idrogenati, sarà obbligatorio indicare “totalmente o parzialmente idrogenato”, a seconda dei casi. Devono anche essere indicati con accuratezza i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall’ingrediente e non è possibile usare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte.

In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, occorre indicare la data di congelamento mentre nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”. Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli, quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un particolare prodotto, con un altro ingrediente, come ad esempio i sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto).

Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del soggetto responsabile dell’etichettatura. In virtù di una norma collegata infine, dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni per le carni bovine dopo l’emergenza mucca pazza.

«In un momento difficile per l’economia in Europa e in Italia - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per combattere la concorrenza sleale a danno delle nostre imprese e per garantire la possibilità di fare scelte consapevoli al consumatore. L’esigenza di accelerare il percorso per rendere obbligatoria l’indicazione di origine in tutti i prodotti alimentari». Il pressing della Coldiretti in Europa ha data buoni risultati ed ora la strada è tracciata a vantaggio del Made in Italy, dell’economia e del lavoro.

La nuova etichetta Ue in sintesi
Etichette più chiare e leggibili: le indicazioni obbligatorie dovranno essere scritte con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole).

Evidenza del responsabile dell’alimento: tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione secondo la Coldiretti non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del soggetto responsabile dell’etichettatura.

Allergeni in risalto: le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio) dovranno essere indicate con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti. Anche i ristoranti e le attività di somministrazione di alimenti e bevande dovranno comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o registro), ben visibili all’avventore.

Più trasparenza sugli oli e grassi utilizzati: non sarà più possibile ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo (es. olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno effetti sulla salute): ora tra gli ingredienti si dovrà specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato.

Stato fisico del prodotto: dovranno essere indicati con accuratezza i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall’ingrediente. In tal modo non sarà possibile utilizzare solo il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte.
Informazioni sul congelamento e scongelamento: In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, andrà indicata la data di congelamento. Nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione“decongelato”.

Indicazione di ingredienti sostitutivi
: per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli, quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un particolare prodotto, con un altro ingrediente, come ad esempio i sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto).

Alimenti contenenti caffeina: per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento sono previste avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti “energy drinks”.

Scadenza ripetuta sulle monoporzioni: la data di scadenza dovrà essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna, in modo da rendere piu’ avegole l’informazione al consumatore secondo la Coldiretti.

Provenienza delle carni suine, ovi-caprine e di pollame: in virtù di una norma collegata, che si applica a partire dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni per le carni bovine a seguito dell’emergenza mucca pazza.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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