Si tratta di un vitigno semiaromatico a bacca bianca di origini antiche riscoperto e rilanciato dai viticoltori albesi da pochissimi anni. L’ampelografo Rovasenda lo cita con il nome di Anascetta nella suo “Saggio di ampelografia universale” del 1877 e lo descrive come «uva delicatissima e vino squisito». Lorenzo Fantini, nella “Monografia sulla viticoltura ed enologia della provincia di Cuneo” (1895), descrive il vino Nascetta come «di finezza uguale al Moscato».
Gli studi dell’ampelografa di Anna Schneider hanno confermato l’origine autoctona della cultivar imparentata con il Grò blanc, un vitigno tipico della val di Susa. Nel 2002 la Nascetta entra a far parte della Doc Langhe e nel 2010 si ottiene il riconoscimento della Doc Langhe Nascetta o Nas-cëtta, secondo l’uso dialettale del Comune di Novello (Cn), sottozona storica del Langhe Nascetta che, a differenza di quest’ultimo, non può essere prodotta oltre i confini del paese.
Oggi il vitigno viene vinificato come vino secco, ha un carattere aromatico molto personale, si esprime con sentori che vanno dal floreale (fiori d’acacia) al fruttato (mela, pera e frutta esotica) al vegetale. Buona struttura e sapido, con un retrogusto piacevolmente amarognolo. Si accompagna bene ad antipasti freddi a base di verdure, formaggi freschi, primi piatti a base di pesce crudo, crostacei e carni bianche.
La Nascetta è protetta e promossa dall’Associazione Produttori di Nas-cetta del Comune di Novello. Le otto aziende vinicole attive nella produzione e promozione della Doc si stanno già adoperando per richiedere il riconoscimento della Docg al fine di preservare l’autenticità del vitigno.