Probabilmente se l’Italia non fosse agli ultimi posti in Europa per quantità di taxi disponibili, non ci sarebbe bisogno di applicazioni che, come Uber, semplifichino la ricerca di un servizio di trasporto rapido ed efficiente. Nulla contro la tecnologia e l'innovazione, ma purtroppo questo servizio non risulta coerente con la normativa che ritiene legale solo il servizio di trasporto pubblico non in linea offerto dai taxi o da servizio di Noleggi con conducente (Ncc). Chiunque altro svolga questa attività lo fa non rispettando la legge.
A sostenere questa tesi è il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi (nella foto), che nel tentativo di mettere fine ad una protesta che in questi giorni sta ostacolando la mobilità a Milano, si schiera contro l’esercizio abusivo delle prestazioni sopra citate.
«Qualsiasi app o innovazione - dichiara Lupi - che eroghi un servizio pubblico non autorizzato compie un esercizio abusivo della professione: non è permesso e non si può fare, che si chiami Uber o in qualsiasi altro modo». Quindi gli Ncc che verranno chiamati tramite il servizio Uber «dovranno partire da un'autorimessa, dovranno effettuare solo i tragitti concordati e ricevere solo le somme stabilite».
«La normativa vigente - aggiunge il presidente della Regione Roberto Maroni - non consente l'uso dell'app Uber. La legge è chiarissima e non si presta a nessuna interpretazione». Per questi motivi sull'intero servizio di Uber verranno rafforzati i controlli. L'esito dell’incontro tra un'ampia rappresentanza dei tassisti e il Ministro dei Trasporti, insieme a Roberto Maroni e al sindaco di Milano Giuliano Piasapia, è dunque una sostanziale vittoria per la categoria in protesta, che ha visto riconosciuta l'illegalità di Uber.
Per quanto riguarda l’interruzione della consueta mobilità in città - visto che i tassisti sono in sciopero a Milano dallo scorso 17 maggio - Lupi ha richiesto un immediato ritorno alla normalità: «È inaccettabile - afferma Lupi - qualsiasi interruzione di pubblico servizio».
Sarà perchè siamo in campagna elettorale e Lupi è candidato a Milano, ma sta di fatto che le sue parole non risolvono in lacun modo il problema di fondo di un servizio taxi che già non funziona oggi e che in vista di Expo 2015 rischia di diventare un boomerang negativo per l'evento. O si concedono nuove licenze tradizionali o si normano meglio servizi come Uber e si apre la strada ad una liberalizzazione nel settore. Ma lo si deve fare subito, in caso contrario è meglio che tutti i politici (da Grillo a Berlusconi, da Renzi a Lupi, da Pisapia a Maroni) dichiarino che di fronte alla corporazione dei tassisti non c'è riforma o rivoluzione che tenga.