Di sagre tarocche non se ne può più: con questo andazzo si perdono valori culturali legati alle tradizioni autentiche dei diversi territori italiani, e si danneggiano i prodotti seri e la ristorazione. Serve un intervento legislativo urgente che metta ordine nel sistema e individui soggetti capaci di garantire i consumatori ed offrire occasioni serie di sviluppo turistico.
A scendere in campo con decisione sono oggi le Pro Loco italiane che, unici soggetti chiamati negli anni a promuovere e tutelare le identità dei Comuni sulla base dell’impegno di volontari, oggi sono nei fatti sostituiti in molti casi dagli organizzatori per business di feste e mercati all’insegna del mangiare (per lo più male) senza rispetto di regole fiscali, previdenziali ed igienico sanitarie.
L’occasione di una precisa presa di posizione, accompagnata da un’accurata analisi della situazione che ha riguardato anche motivazioni e strutture, è stata offerta lo scorso 6 maggio dal convegno su "Sagre: in tipico veritas", svoltosi nell’aula magna dell'Università di Macerata all'interno del folto cartellone di iniziative di Unifestival.
Oggetto dell'incontro era il tema della salvaguardia dell'autenticità e tipicità dei festival enogastronomici, consistente parte del nostro patrimonio culturale immateriale che arricchisce e contraddistingue, soprattutto nel periodo primaverile ed estivo, l'offerta enogastronomica di tutte le regioni, comprese ovviamente le Marche che hanno fatto da caso maggiormente studiato.
A quasi 4 anni dalla redazione del Manifesto della sagra autentica, questo evento si è proposto come suo seguito ideale, riprendendo le linee guida che accademici e operatori del settore, attraverso questo documento, avevano già tentato di fornire alle istituzioni locali e agli operatori al fine di comprendere appieno la complessità e il valore di tali manifestazioni, e di tutelarne la reputazione e gli attori che vi prendono parte.
Fra i protagonisti dell’appuntamento c’erano non a caso Davide Paolini, il Gastronauta di Radio 24 (che ha inviato un saluto ai partecipanti ai lavori) e Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola, promotori e divulgatori di questo manifesto. Ai saluti del rettore dell'Università di Macerata Luigi Lacchè, sono seguiti gli interventi dei docenti dell'Ateneo maceratese e di università straniere coordinati da Alessio Cavicchi, ricercatore Unimc e curatore del libro "Food and Wine Events in Europe: A stakeholder approach".
Gli interventi di Ivelina Yoveva, dell’International University College, Bulgaria, Giovanna Bertella, de The Arctic University of Norway (L’ecomaratona del Chianti: il ruolo degli stakeholders), Alessandra Fermani (Il volontario come forma di promozione turistica: il caso delle proloco marchigiane), Alberto Lupini (Il manifesto della sagra autentica), Eleonora Belletti (Sagre e turismo rurale nelle Marche) e Chiara Angeloni (Le sagre autentiche come leva di sviluppo territoriale: il caso della provincia di Ancona), hanno contribuito a mettere in rilievo come le sagre enogastronomiche autentiche (una vera rarità sugli oltre 18mila eventi che si qualificano con questo nome ogni anno in Italia) rappresentano un prezioso strumento di valorizzazione e diffusione della cultura di un territorio, con i loro prodotti, ma anche attraverso la partecipazione attiva e consapevole delle comunità residenti.
Tuttavia l'aumento esponenziale e sregolato di eventi tutt'altro che autentici, rischia di danneggiare il territorio e la sua popolazione. Da qui l’urgenza di adottare misure che tutelino l'autenticità dei luoghi e disciplinino la complessa organizzazione di tali eventi. Un tema su cui, come detto, si segnala oggi una decisa azione delle Pro Loco che attraverso l’Unione nazionale (Unpli) si sono nettamente schierate a favore di una regolamentazione decisa che valorizzi autenticità, cultura e interessi economici del territorio.
Il presidente nazionale Claudio Nardocci (nella foto) ha in particolare annunciato l’adozione di protocolli che portino all’assegnazione di un bollino di garanzia che certifichi il rispetto di tutte le norme, nonché la veridicità della sagra. Una strategia, dall’alto valore turistico e di tutela delle tradizioni, a cui si affianca l’iniziativa di premiare ogni anno le migliori sagre a livello nazionale.
«Iniziative assolutamente positive - ha commentato il direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini, chiudendo i lavori del convegno di Macerata - che impongono però l’assunzione di responsabilità precise da parte della politica, a cui spetta oggi di porre la parola fine rispetto all’abuso del termine sagra e delle disponibilità e connivenze di troppi Comuni rispetto a pure manifestazione basate sul business. Come dire, ognuno può organizzare tutte le manifestazioni che vuole, ma deve rispettare le leggi e non dovrebbe potere utilizzare il termine sagra, per lasciare questo solo a quelle autentiche».