SAN GIMIGNANO (SI) - Annata 2013 al vaglio per la
Vernaccia di San Gimignano, primo vino italiano ad ottenere la Denominazione di origine controllata nel 1966 e che proprio con quest’ultimo millesimo si lascia alla spalle il ventennale della Docg (attribuita nel 1993). Bianchi ricchi di personalità e di storia, eppure ancora da esplorare, non ancora del tutto messi a fuoco nel loro pur ragguardevole potenziale evolutivo. Non troppo vistosi nel frutto e magari per questo poco appariscenti per un degustatore “bevi e fuggi”, penalizzati da valori produttivi non trascurabili (intorno ai 35mila ettolitri annui) ma inferiori agli altri principali distretti bianchisti italiani e ai più celebrati comprensori regionali che fanno della Toscana una regione percepita dal grande pubblico come un bacino a vocazione rossista.

In questo contesto 36 produttori di San Gimignano (Si), al Museo di arte moderna e contemporanea De Grada, hanno presentato 67 etichette in anteprima (1/3 delle quali nelle tipologia “Riserva” o con selezioni ad uscita ritardata), coprendo così un arco temporale compreso fra l’annata 2013 e l’annata 2010. Ritorno al classico per quanto riguarda i tempi della vendemmia 2013, riposizionatasi nella seconda metà di settembre dopo l’anticipo dovuto alla siccità nel 2012.
Vini tendenzialmente freschi, con evidenti benefici nella salvaguardia dei precursori aromatici, dall’acidità sostenuta e, nelle migliori espressioni, dotati del necessario allungo sapido. Vini da riscoprire (concetto che vale anche per gli addetti ai lavori) ripensandone la comunicazione in una chiave di maggiore audacia, convinti come siamo che la Vernaccia abbia argomenti per sostenere il confronto con tutti i più importanti bianchi italiani.
Dal mio taccuino, in rigoroso ordine alfabetico, i 10 nomi emersi nella combinata “Annata-Riserva”: Casale Falchini, Cesani, Fontaleoni, Il Colombaio di Santa Chiara, La Lastra, Palagetto, Panizzi, San Donato, Tenuta Calcinaie, Tenute Guicciardini Strozzi.
La Docg dalla tradizione secolareDopo la prima parte dell'Anteprima della Vernaccia di San Gimignano, quella dedicata a giornalisti e operatori, si apre quella rivolta ai buyers internazionali che arrivano a San Gimignano dopo avere partecipato nei giorni scorsi al Buy Wine, organizzato da Toscana Promozione a Firenze nella Fortezza da Basso.
Nel frattempo gli organizzatori dell’Anteprima si dichiarano soddisfatti dell’andamento dell’evento nei giorni scorsi. Un centinaio gli operatori accreditati, centocinquanta i giornalisti, di cui sessanta provenienti da tutto il mondo, in particolare dai paesi dell'est asiatico, primi su tutti Cina e Giappone, ma anche dall'India, dall'est Europa, in particolare dalla Russia e dalla Polonia, e dai mercati più tradizionali per la Vernaccia di San Gimignano, quali l'Europa del nord, gli Usa e il Canada, a dimostrazione del crescente interesse per questa piccola, ma solo di dimensioni, Docg bianca Toscana, che vanta una tradizione secolare unica in Italia, oltre ad essere il primo vino ad ottenere la denominazione di origine nel 1966.
Grande successo ha riscontrato anche la degustazione parallela all'Anteprima che ogni anno il Consorzio della Denominazione San Gimignano organizza, dedicata all'incontro della Vernaccia di San Gimignano con un grande vino bianco straniero: non un confronto per eleggere un vincitore, ma un momento di riflessione sull'universo del vino bianco.
Per questa nona edizione il vino ospite scelto da Francesco Falcone, regista e conduttore della degustazione, è stato il Gruener Veltliner austriaco: due verticali, una per ciascuna denominazione, di sette etichette, dal 2012 al 2002 per la Vernaccia di San Gimignano, dal 2012 fino al 1987 per il Gruener Veltliner.
“Dall'Elsa al Danubio. La Vernaccia di San Gimignano incontra il Gruner Veltliner” questo l'ironico titolo dell'evento: ma mentre se si parla di acqua ha poco senso mettere a confronto la piccola Elsa con il grande Danubio, parlando di vino la degustazione ha confermato come la Vernaccia di San Gimignano abbia tutti i titoli per incontrarsi con i più grandi vini bianchi del mondo.

Fiera del lavoro dei produttori e dell'identità che la Vernaccia ha saputo costruirsi nel tempo, il presidente del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano
Letizia Cesani (
nella foto) la definisce come: «Un vino bianco d'eccellenza legato alla tradizione, ma come al solito proiettato verso il futuro. Il compito che noi produttori ci sentiamo cucito addosso è quello di traghettare la Vernaccia, come fosse un calice di valori».
«La degustazione della Vernaccia - continua il presidente del Consorzio - è più ragionata rispetto alle altre, perchè non si tratta di un vitigno semplice. La sua diversità è complessità e ricchezza, e ciò dimostra quanto la Vernaccia sia versatile, definita e riconoscibile».