Governo e politica sembrano impazzire su come trovare un miliardo di euro per evitare l’aumento di un punto dell’Iva, e intanto scopriamo che Agenzia delle entrate ed Equitalia non sono in grado di portare a casa qualcosa come oltre 500 miliardi di euro di evasione fiscale accertata e non condizionata da procedure giudiziali. Non sarebbe forse il caso di concentrare lì tutte le iniziative e recuperare le risorse per abbassare le tasse e dare lavoro ai giovani? Cosa impedisce di incassare questo tesoro che permetterebbe agli enti pubblici di creare lavoro e servizi?
Dire che siamo uno strano Paese è davvero una magra consolazione. E come se non bastasse, invece di risolvere i problemi ce ne creiamo sempre di nuovi, inventando magari nemici e situazioni ostili che in realtà non esistono. L’ultimo caso è quello del Governatore della Lombardia,
Roberto Maroni, che - ben sapendo di non avere titolo per rivolgersi direttamente alla Commissione Ue (che è in rapporto con i Governi nazionali) - ha inventato un caso di presunta esclusione della Lombardia che pretende di essere leader nella negoziazione della Pac (la politica agricola comune). Una posizione che ha fatto scattare la dura reazione del ministro Nunzia De Girolamo (Pdl), la quale ha contestato al Governatore-segretario della Lega che la riforma della Pac è una questione nazionale ed è un tema troppo serio perché possa essere strumentalizzato a fini propagandistici.
Maroni avrebbe fatto meglio a rivolgersi prima al Ministro, ed in caso di risposte insoddisfacenti, avrebbe potuto tentare un contatto con Bruxelles dove pure è presente una folta delegazione di funzionari della sua regione che poteva comunque preparare meglio la sua visita...
In ogni caso, riconoscendo al Governatore lombardo il merito di aver posto come centrale il tema dell’agricoltura lombarda (seconda area in Europa e prima in Italia per produzione del settore primario), ci permettiamo di ricordargli che, come leader del partito che si è finora battuto per non fare rispettare le norme europee in campo agricolo, magari è anche vero che non è ben visto a Bruxelles. Del resto, la Lega ha finora difeso con le unghie e con i denti gli allevatori imbroglioni che hanno barato sulle quote latte. E forse per questo, Maroni non è nemmeno amato dalla maggioranza degli allevatori lombardi onesti che oggi sollecitano non a caso azioni drastiche per recuperare le
multe pari a 1,4 miliardi di euro. Soldi sottratti agli agricoltori in regola e che in qualche piega di bilancio potrebbero anche rientrare per evitare l’aumento di un punto dell’Iva.