Un'altra trasgressione ai divieti del presidente del Consorzio Franciacorta, Maurizio Zanella (nella foto). Il suo invito ad abolire il termine 'bollicine”, ritenuto «obsoleto e senza futuro» e non in grado di evidenziare la specificità del vino Franciacorta (da chiamare solo così, così come avviene per lo Champagne francese e il Cava spagnolo), è rimasto un'altra volta inascoltato. A fare uso del termine è ora la Banca di credito cooperativo di Pompiano e della Franciacorta, che nella nuova filiale di Milano, in via Bastioni di Porta Volta, ha esposto una vetrofania con lo slogan: 'Dalla Franciacorta è arrivata la banca con le bollicine”.
Considerando l'appello di Zanella, verrebbe da pensare che se le cantine aderenti al Consorzio volessero aprire un conto presso quella banca rischierebbero grosso: la 'scomunica” del presidente e magari l'espulsione dal Consorzio! Ma al di là dei paradossi, occorre fare una riflessione più seria.
Dal momento che anche in questo caso è stato utilizzato il termine 'bollicine”, forse c'è qualcosa che non funziona nella 'bolla” del presidente. Certo è servita per innescare polemiche e dibattiti, ma probabilmente Zanella non ha considerato un aspetto fondamentale: la parola 'bollicine” è in grado di evocare una realtà e una serie di suggestioni che vanno al di là dell'attaccamento alla specificità di un vino. Per questo appare impensabile prescindere dall'utilizzo di questo termine. La pubblicità della Banca di credito cooperativo di Pompiano e della Franciacorta fa capire come, se un territorio come la Franciacorta richiama immediatamente il concetto di 'bollicine”, si ha la riprova di quanto esse siano in quel territorio un valore più alto di quanto si pensi. Addirittura capace di evocare benessere, successo e business.
Un'ulteriore conferma di ciò (come 'Italia a Tavola” non ha mancato di sottolineare alcuni giorni fa) arriva dagli stessi produttori di vino della Franciacorta che fanno parte del Consorzio: sui loro siti web, nonché a livello di comunicazione e pubblicità, fanno largo uso dei termini 'bollicine” e 'spumante”, che il presidente Zanella vorrebbe abolire «non per velleità o principio, ma», addirittura, «per decreto ministeriale». Forse è il caso di rivedere tutta la questione e magari andare a Canossa (dove le bollicine più note sono però quelle rosse del Lambrusco...).
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