MILANO - Dall'8 all'11 maggio 2011 FieraMilano a Rho (Mi) ospiterà la terza edizione di Tuttofood, la nota rassegna internazionale professionale che si svolgerà in contemporanea con State food tech (tecnologia e soluzioni per gli alimenti in sicurezza) e BtoBio Expo - World organic trade, proponendo per la prima volta in Italia una rassegna integrata della filiera del food e della food safety. A presentare alla stampa questa manifestazione presso la sede del Piccolo Teatro di via Rovello a Milano sono stati Michele Parini ed Enrico Pazzali, rispettivamente presidente e amministrazione delegato di FieraMilano, Michela Ficher di Tuttofood, Guido Cortella amministratore di Ipackima, Sergio Rossi di Fiere e Comunicazioni srl e Giuseppe Sala, nuovo ad di Expo 2015.
Il tema della nutrition pone alle nazioni ricche pesanti interrogativi sull'accessibilità delle risorse alimentari da parte delle regioni più povere del pianeta. Più che domandarsi «è buono?», c'è da chiedersi «ce n'è per tutti?». Ecco perché una mostra come Tuttofood è l'ambito più appropriato per un approfondimento e un confronto ad ampio raggio sull'alimentazione in cui tutti i protagonisti del settore - produttori, industria di trasformazione, distribuzione, consumatori, istituzioni - si interrogano sui temi proposti dall'Expo 2015 (ma anche dalle Nazioni Unite, con gli obiettivi per il Millennio).
Tuttofood è la rassegna che ha fatto registrare negli ultimi due anni, in un periodo di crisi profonda, le migliori performance di crescita (+28%). Saranno presenti tutti i settori, dal lattiero-caseario alle carni e salumi, dal multiprodotto al multietnico, dai dolci al beverage. Ma non sarà la solita e semplice fiera. Sarà un progetto coerente e sistematico che continua nell'arco dell'anno accompagnando le imprese agroalimentari in un percorso di crescita. è prevista la partecipazione di importatori e buyer di tutto il mondo. In modo particolare dall'India, Cina e Brasile.
Se, dunque, il fiorire di sushi-bar in ogni angolo del Bel Paese testimonia un cambio dei gusti, vuol dire che l'italiano, a tavola, si è sprovincializzato e si è aperto alle proposte e alle provocazioni alimentari e gastronomiche che arrivano da lontano. Il mercato italiano, dunque, è diventato strategico anche per i produttori esteri, dal momento che nel nostro Paese sono cresciuti significativamente i consumi di food etnico e si è alla costante ricerca di partner italiani.
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