Ovviamente siamo solo alle prime battute. E per giunta senza alcuna ammissione ufficiale. Ma che la Fipe sia riuscita a portare a uno stesso tavolo il ministero della Salute, i Nas e la Ristorazione è già un successo. Lo è perché è francamente assurdo che in un Paese civile (come ci ostiniamo a voler considerare l'Italia), su un tema così delicato come la sicurezza alimentare non ci fosse un confronto fra chi opera nel settore e chi, giustamente, fa le norme o deve controllare.
Dopo l'ubriacatura demagogica imposta dalla sottosegretario Francesca Martini che ha voluto lo stop (peraltro inefficace) all'uso degli additivi in cucina (ma solo nei ristoranti e non nelle industrie), al Ministero si sono probabilmente accorti che un'ordinanza così stupida e in contrasto con le norme europee aveva bisogno di qualche aggiustamento. Ed è su questo punto che con efficacia la Fipe è riuscita ad attivare un tavolo di dialogo utile a tutti.
Certo gli additivi non sono il problema più importante della ristorazione italiana. Ma un po' tutti in cucina li usano, anche perché sarebbe un po' difficile oggi cucinare senza lecitina o fecola, ed è quindi positivo che si possa fare chiarezza abbandonando pregiudizi e badando, realmente, alla salute e alla sicurezza alimentare. Il resto sono solo montature (non aliene da interessi) che possono interessare solo a 'Striscia la notizia” e a qualche politico poco sveglio.
La morale è che servono nuove regole concordate e fa piacere constatare che la Fipe sta concretamente prestando più attenzione ai problemi della ristorazione italiana. Col ministero della Salute, oltre a chiarimenti concordati sull'uso di additivi, l'associazione collaborerà anche sui temi delle nuove tecniche di cottura e della conservazione degli alimenti. E questo è più che un buon inizio...
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net Articoli correlati: