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Violino ha un sogno: sdoganare l'originale “tipicamente friulano”

La vera sfida, secondo l'assessore alla Regione Friuli Claudio Violino, è proprio far capire a produttori e consumatori l’importanza e la ricchezza che deriva dall'utilizzare prodotti locali, facendo diventare centrale il concetto di filiera corta e sviluppando progetti di educazione alimentare

12 giugno 2010 | 15:40
Violino ha un sogno: sdoganare 
l'originale “tipicamente friulano”
Violino ha un sogno: sdoganare 
l'originale “tipicamente friulano”

Violino ha un sogno: sdoganare l'originale “tipicamente friulano”

La vera sfida, secondo l'assessore alla Regione Friuli Claudio Violino, è proprio far capire a produttori e consumatori l’importanza e la ricchezza che deriva dall'utilizzare prodotti locali, facendo diventare centrale il concetto di filiera corta e sviluppando progetti di educazione alimentare

12 giugno 2010 | 15:40
 

Claudio Violino (nelle foto), assessore regionale alle Risorse agricole, naturali e forestali del Friuli Venezia Giulia, è profondamente innamorato della sua terra e delle produzioni locali d'eccellenza. Tanto da dichiarare di avere un sogno: vedere di nuovo un Friuli agricolo, fatto di una molteplicità di piccole aziende, distribuite su tutto il territorio, con allevamenti formati da specie autoctone.

Qual è la situazione dell'agricoltura friulana?
è indubbio che anche il settore primario, come tutti gli altri settori, stia attraversando un momento di crisi e nemmeno la nostra Regione ne è stata esente. C'è da dire che la difficoltà in agricoltura è data, in Friuli, da fattori oggettivi e strutturali oltre che dal periodo economicamente difficile: il nostro territorio non si presta a colture estensive e le imprese agricole sono soprattutto medio-piccole. Per questo motivo soprattutto, il settore primario friulano non può competere al pari di altre grandi zone produttive, italiane, europee e statunitensi. In ogni caso, negli ultimi tempi ci sono chiari segnali di miglioramento, le imprese agricole investono e quindi pensano al loro futuro e al loro rilancio.

Quale agricoltura ci riserverà il futuro?
Per quanto riguarda l'agricoltura della nostra Regione, sono convinto che le imprese agricole debbano puntare soprattutto sulla qualità più che sulla quantità. Le eccellenze dell'agroalimentare regionale devono essere valorizzate il più possibile: per fare questo è necessario che agricoltori e consumatori siano consapevoli di quello che hanno a disposizione. La vera sfida è proprio far capire a produttore e consumatore l'importanza e la ricchezza che deriva dal consumare prodotti locali, facendo diventare centrale il concetto di filiera corta e sviluppando progetti di educazione alimentare, coinvolgendo il più possibile le nuove generazioni.

Qual è la sua mission?
In questo momento è sicuramente la volontà di sdoganare il 'tipicamente friulano”. Per la prima volta riusciamo ad avere un marchio, un nome riconoscibile, che ci permette di promuovere in modo organico, raggruppando sotto una stessa bandiera tutto l'agroalimentare della nostra regione, e questa possibilità va sfruttata. Dopo la sentenza che ha cambiato il nome del nostro Tocai in Friulano, era necessaria un'azione di promozione di questo nuovo nome, e il Ministero ha accolto la nostra richiesta stanziando 6 milioni di euro. Lo spirito di questo marchio, che tanto ha fatto discutere, è quello di far conoscere, attraverso il vino, anche altre eccellenze dell'agroalimentare regionale senza nulla togliere all'unicità dei territori. Contemporaneamente, si è voluto trovare un legame tra vino e territorio, che fosse forte: se funziona per il Chianti, per lo Champagne o per il Bordeaux, perché non farlo anche qui?

Ha qualche sogno nel cassetto?
Qualche tempo fa, per una pubblicazione edita dal nostro assessorato (Tiere Furlane, Terra Friulana) ho scritto che anche io 'ho un sogno”, parafrasando le parole di M.L. King. Ecco il mio sogno è vedere di nuovo un Friuli agricolo, fatto di una molteplicità di piccole aziende, distribuite su tutto il territorio, con allevamenti formati da specie autoctone - come la Pezzata Rossa, che prima di essere italiana è stata friulana -, che abbiano come fiore all'occhiello la produzione di prodotti dell'agroalimentare che siano 'tipicamente friulani”. Ma quello che mi piacerebbe vedere più di ogni altra cosa, è un imprenditore agricolo friulano moderno dotato, perché no, di vari accorgimenti tecnologici da mettere al servizio della sua impresa, ma soprattutto giovane, istruito e non ultimo, consapevole. Perché questo sogno si realizzi, non si può prescindere da questo: è ora che gli agricoltori passino dal sentirsi contadini al sentirsi imprenditori, orgogliosi di quello che fanno ogni giorno.


Note biografiche
Nato il 9 novembre 1960 a Mereto di Tomba, ivi residente, coniugato, due figli. Laureato in scienze agrarie, specializzato in economia agraria, iscritto all'ordine dei dottori agronomi e forestali di Udine; dal 1992 al 1994 ha lavorato in qualità di agronomo presso il Consorzio di bonifica della Bassa Friulana e, per alcuni mesi, ha ricoperto il ruolo di commissario regionale nel consorzio di bonifica Alto Friuli. Insegnante di ruolo.
Consigliere regionale del 1998. Nell'ottava legislatura è stato vicepresidente della Ia Commissione e ha ricoperto l'incarico di capogruppo consiliare dal 2001 al 2003. è consigliere comunale a Mereto di Tomba. Attualmente è Consigliere segretario dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.


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