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All'estero dilaga la "spumantimania" Si stapperanno 140 milioni di bottiglie

La spumantimania dilaga all’estero: 140 milioni le bottiglie, sulle 190 milioni (+10%) spedite nel 2009, saranno stappate a fine anno. Tiene il mercato nazionale, crescono le vendite in Gdo, mentre piace l'invito del ministro Zaia di brindare italiano a Capodanno come chiesto da Italia a Tavola

 
14 dicembre 2009 | 16:20

All'estero dilaga la "spumantimania" Si stapperanno 140 milioni di bottiglie

La spumantimania dilaga all’estero: 140 milioni le bottiglie, sulle 190 milioni (+10%) spedite nel 2009, saranno stappate a fine anno. Tiene il mercato nazionale, crescono le vendite in Gdo, mentre piace l'invito del ministro Zaia di brindare italiano a Capodanno come chiesto da Italia a Tavola

14 dicembre 2009 | 16:20
 

A una bottiglia di spumante non si può rinunciare anche per le festività 2009, così in Italia e ancor più nel mondo. Segnali generali sui consumi e dati di consumo provenienti da altri paesi avevano fatto temere il peggio, invece all'emozione di una buona bottiglia non si rinuncia. Soprattutto dopo il buon esempio del ministro Luca Zaia, che mantenendo la promessa fatta a Italia a Tavola di brindare in tv con spumante italiano, invita a festeggiare con le bollicine made in Italy. Niente spese folli, ma al primo posto delle spese per Natale c'è la tavola. Spesa globale inferiore dell'8% per la riduzione di prezzi,con volumi stabili.

Nel mondo le bottiglie spedite in 80 paesi fra settembre e novembre presumono consumi di circa 140 milioni di bottiglie: mai così alto il volume negli ultimi 15 anni. Vuol dire che 3 bottiglie su 5 spedite all'estero, sono consumate in 25 giorni, da santa Lucia all'Epifania. Sicuramente in forte controtendenza i consumi delle bollicine italiane rispetto ai concorrenti Champagne e Cava, che registrano cali evidenti anche con prezzi crollati del 30% all'estero. «Nessun paragone – dice Giampietro Comolli (nella foto), economista delle bollicine e esperto che da 20 anni fa il monitoraggio dei mercati – con le bollicine nazionali: sono realtà Paese diverse. L'Italia è il terzo produttore al mondo con 360 milioni di bottiglie di vini spumanti. Germania e Francia si contendono il primo posto con 430-450 milioni. Nel mondo si consumano 2,6 miliardi di bottiglie l'anno e l'Italia con 190 milioni di bottiglie è il secondo esportatore al mondo dopo la Francia».

Buoni risultati si hanno dai mercati emergenti Brasile e Australia in testa; ottime performance anche in estremo oriente. Ma i migliori risultati si riscontrano negli Stati Uniti (+40%) con un aumento di valore del +16% rispetto allo stesso periodo del 2008 e in Inghilterra dove, però, ad un incremento dei consumi del 27% corrisponde una paritetica riduzione in valore, dopo 5 anni di crescita dei prezzo del 50-60%.
 
In Italia, per le festività non si rinuncia allo spumante, si prevede un consumo di 90 milioni di bottiglie di produzione nazionale, in calo del 2% sul 2008 con un fatturato di 720 milioni; in crescita (+8%) le vendite in Gdo. Sul mercato nazionale dimezzate le bottiglie di Champagne. Piace sempre di più il regalo di una bottiglia di bollicine: meno cesti (-10%), ma più monoconfezione rigorosamente made in Italy(+5%).

Giampietro ComolliIn calo invece i consumi nei ristoranti (-16%) anche se spopola l'aperitivo al tavolo. Importante la crescita delle mescite (+12%) al bar e ovunque con i principali consumatori, i giovani fra i 18 e i 35 anni. Al posto dei cocktail incrementa il consumo di bollicine. Fra i meno giovani, sopra i 45 anni, cresce la voglia e passione per i vini spumanti: il 70% dei consumatori abituali dichiara che nel 2009 hanno aumentato i consumi di bollicine soprattutto a tavola e soprattutto lontano da feste e ricorrenze. E' in crescita la destagionalizzazione e l'abbinamento libero a tavola. Il brut e il dry coprono oltre il 70% dei consumi.

«Il mercato mondiale riconosce una qualità e un valore più alto del passato per i vini spumanti perché il marchio made in Italy a tavola funziona, si sostituiscono altri vini anche con più storia perché la leva del prezzo è fondamentale, oltre che la diffusione, la reperibilità nei punti vendita, etichette chiare e una tipologia di prodotto più  in linea con i gusti internazionali e con i bisogni di cucine mondiali diverse e di più semplice composizione. Più la destagionalizzazione cresce, più aumentano i consumi: questa è la strada». 


Fonti dell'indagine: Telemarket, svolta dal 20 settembre al 10 dicembre in 80 punti vendita; 60 centri grande distribuzione; 2 sondaggi verso bubble's-lovers, 30 ristoranti; 25 winebar e alberghi; 20 esportatori; 26 importatori.



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