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L'etichetta giapponese che cambia colore se la carne è scaduta

L'etichetta studiata da To-Genkyo cambia colore per indicare la freschezza della carne, reagendo all'ammoniaca rilasciata. Bloccando il codice a barre, evita poi rischi alimentari

di Nicholas Reitano
Redattore
 
08 novembre 2024 | 13:29

L'etichetta giapponese che cambia colore se la carne è scaduta

L'etichetta studiata da To-Genkyo cambia colore per indicare la freschezza della carne, reagendo all'ammoniaca rilasciata. Bloccando il codice a barre, evita poi rischi alimentari

di Nicholas Reitano
Redattore
08 novembre 2024 | 13:29
 

Chi non ha mai guardato con sospetto la data di scadenza su una confezione di carne, chiedendosi se quel numero stampato rifletta davvero lo stato di freschezza? Oggi, grazie a un'innovazione giapponese, potremmo presto non affidarci più soltanto a quella data, ma contare su un'etichetta intelligente che cambia colore per indicarci con precisione se un alimento è ancora fresco o da evitare. Un'invenzione che non solo è innovativa, ma che potrebbe davvero rivoluzionare la sicurezza alimentare in tutto il mondo.

L'etichetta giapponese che cambia colore se la carne è scaduta

Carne fresca garantita: ecco l'etichetta che lo dimostra

Come funziona l'etichetta che cambia colore se la carne è scaduta

L'idea di un'etichetta dinamica che riveli lo stato di freschezza è nata dallo studio giapponese To-Genkyo, che ha realizzato un'etichetta dal design particolare, ispirato alla clessidra, simbolo del passare del tempo. Ma non si tratta solo di un simbolo visivo: questa etichetta infatti funziona davvero come un timer biologico, cambiando colore a seconda del livello di freschezza della carne confezionata.

Il cuore dell'etichetta è un inchiostro speciale che reagisce alla presenza di ammoniaca, una sostanza rilasciata dalla carne man mano che inizia a deteriorarsi. Questo gas, invisibile e inodore in piccole quantità, aumenta sensibilmente quando la carne perde freschezza, e l'inchiostro dell'etichetta risponde modificando il proprio colore. Da un tono chiaro che segnala freschezza, l'inchiostro diventa scuro man mano che l'ammoniaca si accumula, offrendo un'indicazione visibile e inequivocabile: quando l'etichetta si scurisce del tutto, la carne non è più consumabile in sicurezza.

L'etichetta giapponese che cambia colore se la carne è scaduta

L'etichetta che ti dice se la carne è ancora buona: come funziona

Un elemento che rende ancora più interessante questa invenzione è il materiale utilizzato per l'inchiostro: non si tratta di una sostanza chimica complessa, ma di un pigmento naturale estratto dal cavolo viola, che risponde in modo sicuro e naturale alla presenza di ammoniaca. Questo significa che l'etichetta non rappresenta alcun rischio per la salute e non contamina il prodotto. Il pigmento si attiva autonomamente senza bisogno di dispositivi elettronici o batterie, rendendo il sistema di facile applicazione anche per aziende di piccole e medie dimensioni.

Il codice a barre si "blocca" se la carne è scaduta

Un'altra caratteristica interessante di questa etichetta è che non solo cambia colore, ma ha un meccanismo dibloccodel codice a barre. Quando l'inchiostro diventa completamente scuro, il codice a barre stampato sull'etichetta non è più leggibile, impedendo ai sistemi di cassa dei supermercati di riconoscere e vendere il prodotto deteriorato. In questo modo, oltre a tutelare i consumatori, l'etichetta assicura anche ai rivenditori di non mettere sul mercato un alimento non più sicuro. Si tratta di un'idea geniale che potrebbe aiutare a ridurre drasticamente il rischio di intossicazioni alimentari, semplificando il lavoro del personale dei punti vendita e tutelando i consumatori che, anche di fronte a una data di scadenza ancora valida, potrebbero essere insicuri sulla reale freschezza del prodotto.

Ci sarà un futuro per l'etichetta che cambia colore se la carne è scaduta?

Nonostante l'innovazione di To-Genkyo sia stata presentata diversi anni fa in occasione dei Good Design Awards di Tokyo, questa tecnologia non ha ancora trovato una larga applicazione neanche in Giappone, e ancor meno a livello internazionale. La ragione sembra risiedere non tanto nella fattibilità tecnologica quanto nelle abitudini consolidate dell'industria alimentare e dei consumatori, ancora abituati a leggere la classica data di scadenza. Ma la crescente attenzione verso la sicurezza alimentare e le tecnologie che la migliorano potrebbe presto portare le aziende a investire in soluzioni come questa. Con il cambiamento delle abitudini dei consumatori, sempre più attenti alla qualità e alla freschezza degli alimenti che acquistano, un'etichetta che si comporta come un “termometro visivo” dello stato del prodotto potrebbe presto diventare una realtà nelle catene di distribuzione più all'avanguardia.

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