Inseguire il luxury come sul lago di Como, oppure intraprendere una propria autonoma e originale strada nel segmento alta gamma? La domanda se la sono posta non solo gli operatori alberghieri ma anche gli investitori locali e internazionali che seguono attentamente l'evoluzione del mercato turistico del lago di Garda.
Il lago di Garda guarda ai mercati extra-UE
Lago di Garda, la sfida a Como
Prima considerazione: già sulla sponda bresciana sono attivi e ben posizionati 16 hotel a 5 stelle e 15 ristoranti stellati dalla Michelin. «In realtà Como ha 3 ville iconiche da film e vip, per il resto - sottolinea senza peli sulla lingua, Massimo Ghidelli, componente del gruppo turismo della Comunità Europea T4T e già presidente del Consorzio Garda Lombardia - il turismo lariano non ha nulla da insegnare al turismo gardesano, come quantità e qualità del sistema, nel suo complesso. Il numero delle stelle non significa rincorrere i vacanzieri del lusso ,ma rispondere alla domanda di qualità del turismo moderno. Tant'è: la rincorsa dei miliardari non è sostenibile da una realtà - quella bresciana - che non ha strutture ricettive super, soprattutto nell'entroterra. Bisogna invece sviluppare il rapporto con le nuove tecnologie fuori dall'hotel, e mantenere dentro le strutture alberghiere un rapporto di efficienza, alta professionalità e il fondamentale contatto umano. E poi stop ai centri commerciali che fioriscono come funghi». Seconda considerazione: «Dobbiamo inseguire il comasco - dice ancora Ghidelli - sul fronte dell'invasione da weekend scatenata dai vip che soggiornano per alcune settimane nelle ville e nei resort, oppure ammodernare e rendere sempre più appetibile l'esistente? Vale quest'ultima».
A seguire la constatazione che fanno tutti i vacanzieri che si recano sul più grande specchio d'acqua d'Italia. Quando verrà affrontato realisticamente lo spinoso - e sempre più impellente - tema della viabilità? È la "vexata-quaestio" che preoccupa chi viene da fuori e quanti vivono sul lago. Due le soluzioni praticabili (con tempi più o meno lunghi) e attualmente in discussione. La prima proposta, non nuovissima, è stato rilanciata di recente dal sindaco di Limone Chicco Risatti: costruire una sorta di tunnel che da Salò-Gardone, raggiunga Gargano-Limone. Gallerie e viadotti per una ventina di chilometri- costi tutti da definire-che risolverebbero per sempre il problema viabilistico. Oppure - di necessità, virtù - puntare maggiormente sulla navigazione lacustre convincendo i visitatori a lasciare le auto nei parcheggi pubblici e in strutture ad hoc e utilizzare i battelli. Quale miglior modo di scoprire il Garda, se non solcando le acque trentine, venete e bresciane?
Lago di Garda, le nuove frontiere del turismo
Intanto a Salò (A-Rosa, inaugurato di recente), Gardone (Grand Hotel) e a Gargnano (Lefay Resort e Residenze) stanno sorgendo nuovi super resort, si ristrutturano e ampliano gli esistenti a dimostrazione di un'attenzione sempre crescente verso il Benaco, soprattutto da parte degli americani. In calo, causa recessione rispetto al passato, i tedeschi da sempre'' piatto forte" in particolare, della sponda veronese. Tutto ciò ha costretto e convinto a guardare ad altri potenziali mercati , oltre Oceano.Scelta che ha fatto ''Visit Brescia'', la società pubblica deputata a far brillare le bellezze della Leonessa . Anzitutto sguardo e iniziative rivolte ai Paesi Arabi, Canada e Stati Uniti dove si si sono spesi 566 milioni di dollari per viaggiare ,con un trend in costante crescita.
«I mercati extra-Ue hanno un potenziale altissimo - ha dichiarato di recente l'ad di Visit Brescia, Graziano Pennacchio - essendo composti di un turismo prevalentemente di qualità e con una buon soggiorno medio che li rende un'ottima alternativa ai mercati in difficoltà economica, come quello tedesco». Intanto le cifre sui flussi turistici gardesani nel 2023, sono tutt'altro che trascurabili:7,8 milioni di presenze, di cui 4, 3 nelle strutture alberghiere. E a proposito di "over-turismo", conclude Ghidelli: «A Barcellona lo scorso anno il turismo è cresciuto solo dello 0,3%, ci è stato comunicato in UE dal rappresentante spagnolo, perché i residenti si sono ribellati e hanno posto divieti e cartelli contro l'invasione di massa dei vacanzieri».