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Tassa di soggiorno: gli albergatori contro la riforma della Santanchè

Le associazioni degli albergatori contestano la riforma della tassa di soggiorno proposta dalla ministra Santanchè, che prevede l'estensione dell'imposta a tutti i Comuni italiani. Critiche rivolte al rischio di aumenti eccessivi, complessità burocratiche e utilizzo improprio dei fondi, chiedendo maggiore trasparenza e regole uniformi

di Nicholas Reitano
Redattore
13 settembre 2024 | 16:32
Tassa di soggiorno: gli albergatori contro la riforma della Santanchè
Tassa di soggiorno: gli albergatori contro la riforma della Santanchè

Tassa di soggiorno: gli albergatori contro la riforma della Santanchè

Le associazioni degli albergatori contestano la riforma della tassa di soggiorno proposta dalla ministra Santanchè, che prevede l'estensione dell'imposta a tutti i Comuni italiani. Critiche rivolte al rischio di aumenti eccessivi, complessità burocratiche e utilizzo improprio dei fondi, chiedendo maggiore trasparenza e regole uniformi

di Nicholas Reitano
Redattore
13 settembre 2024 | 16:32
 

No degli albergatori alla nuova normativa della Santanchè sulla tassa di soggiorno. Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel - tramite un comunicato congiunto - hanno infatti lanciato un allarme chiaro alla ministra del Turismo: «Basta pressioni fiscali su famiglie e imprese». Mentre il Governo punta a estendere l'imposta a tutti i Comuni italiani con la prossima manovra, le associazioni si oppongono compatte, denunciando il rischio che una misura pensata per sostenere il turismo diventi un peso insostenibile per l'intero comparto (dunque, sia per gli operatori che per i visitatori).

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Come emerso dal vertice tra la ministra Daniela Santanchè, il viceministro all'Economia, Maurizio Leo, e il presidente dell'Anci, Roberto Pella, la tassa di soggiorno, a partire dal 2025, potrebbe essere applicata in tutti i Comuni d'Italia su base volontaria, e non più solo nelle località turistiche più frequentate. Attualmente, infatti, su quasi 8mila Comuni italiani, solamente 1.200 applicano la tassa, con un gettito che si aggira intorno ai 700 milioni di euro l'anno. Gli importi variano da 1 a 8 euro a notte, a seconda del tipo di struttura e della località. Ma il Governo ha intenzione di andare oltre: rendere l'imposta più flessibile e proporzionale al costo delle stanze, calcolata per ogni ospite. Un approccio che, almeno sulla carta, mira a un sistema più equo e sostenibile, in grado di redistribuire i costi senza appesantire troppo il singolo contribuente.

Tassa di soggiorno: gli albergatori contro la riforma della Santanchè

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Un primo tentativo di riforma era stato già ventilato la scorsa estate, con una proposta che prevedeva un innalzamento dell'imposta fino a 25 euro a notte. Una cifra che ha subito scatenato una tempesta di critiche da parte degli albergatori, spingendo il ministero del Turismo a frenare e a rinviare il confronto con gli attori del settore. Ora però il Governo sembra deciso ad accelerare, con la Santanchè in prima linea nel difendere l'importanza di una tassa destinata, almeno nelle intenzioni, a finanziare interventi a sostegno del turismo, del decoro urbano e della sicurezza nelle città. «La tassa di soggiorno non deve essere vista come una minaccia per i residenti, ma come un'opportunità per migliorare i servizi locali» ha dichiarato Santanchè, sottolineando che i fondi raccolti dovrebbero tornare al comparto, contribuendo a far crescere il turismo italiano, che rappresenta una fetta importante del Pil nazionale. «La sfida - ha spiegato la ministra - è distribuire equamente il carico fiscale senza penalizzare gli operatori né i turisti».

Le preoccupazioni degli albergatori per la nuova normativa

Le associazioni di categoria, tuttavia, rimangono scettiche e chiedono che il dialogo con il Governo continui su binari costruttivi. Secondo Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel, la riforma della tassa di soggiorno, così come ipotizzata, rischia di essere controproducente. Prima di tutto, il tetto massimo dell'imposta, spiegano gli albergatori, non dovrebbe superare i livelli attuali. «Un'imposta che eccede gli 8 euro a notte sarebbe insostenibile e rischierebbe di allontanare i turisti, soprattutto quelli stranieri, già alle prese con il caro-vita e l'aumento generale dei prezzi» si legge nella nota congiunta. Un altro aspetto che preoccupa gli operatori è la complessità delle nuove regole. La richiesta è chiara: l'imposta deve essere semplice da applicare e, soprattutto, facilmente comprensibile per i clienti. Troppi vincoli burocratici rischierebbero di complicare ulteriormente la gestione delle strutture, già costrette a fare i conti con un sistema fiscale che, secondo molti, resta tra i più gravosi in Europa.

Tassa di soggiorno: gli albergatori contro la riforma della Santanchè

Tassa di soggiorno, gli albergatori uniti contro la riforma della Santanchè

Ma c'è un altro punto su cui le associazioni non intendono arretrare: la trasparenza. Gli albergatori chiedono infatti che i fondi derivanti dalla tassa di soggiorno vengano utilizzati esclusivamente per migliorare il comparto turistico, e non per finanziare altri ambiti (come potrebbe accadere a Roma), come spesso accade nelle casse comunali. «Vogliamo che i soldi tornino al turismo. Non si tratta di una battaglia ideologica, ma di una questione di equità e di giustizia. Se l'imposta viene percepita come uno strumento per arricchire le casse dei Comuni senza benefici concreti per il settore, rischiamo un boomerang».

Il nodo delle disuguaglianze territoriali per la tassa di soggiorno

Un'altra criticità sollevata dagli albergatori riguarda la disparità territoriale. Attualmente, l'imposta di soggiorno è applicata in modo disomogeneo e, spesso, senza criteri chiari. Un regolamento quadro nazionale, secondo gli operatori, sarebbe essenziale per garantire uniformità e correttezza, evitando che i turisti paghino somme diverse a seconda della destinazione, anche all'interno della stessa regione. «Non possiamo permettere che ci siano Comuni dove l'imposta è tripla rispetto ad altri. Serve una normativa uniforme che valga per tutti» insistono le associazioni.

Tassa di soggiorno: le associazioni aprono al dialogo, ma...

Nonostante le riserve, Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel apprezzano la disponibilità al dialogo da parte del ministero del Turismo e delle Finanze. «Siamo pronti a confrontarci, ma con alcune condizioni» hanno sottolineato le organizzazioni. La speranza è che si possa trovare una sintesi equilibrata, che tenga conto delle esigenze del settore e dei turisti, senza trasformare la tassa di soggiorno in una zavorra. «Il turismo è un motore vitale per l'economia italiana. Metterlo in difficoltà significherebbe mettere in crisi intere comunità». Insomma, la partita è ancora tutta aperta...

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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