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Mancanza di personale nell'accoglienza: una ferita che non si rimargina

L'accoglienza sta affrontando da tempo problemi legati alla carenza di personale qualificato. Molti giovani, attratti da un'idea di libertà e distratti dai social, non sono disposti a fare i sacrifici richiesti dal lavoro

di Matteo Cutolo
presidente Fipgc
 
28 agosto 2024 | 17:23

Mancanza di personale nell'accoglienza: una ferita che non si rimargina

L'accoglienza sta affrontando da tempo problemi legati alla carenza di personale qualificato. Molti giovani, attratti da un'idea di libertà e distratti dai social, non sono disposti a fare i sacrifici richiesti dal lavoro

di Matteo Cutolo
presidente Fipgc
28 agosto 2024 | 17:23
 

Come ogni anno, il periodo estivo è stato intenso. Grande impegno per portare a termine un’alta stagione all’insegna del sorriso. Una soddisfazione però non solo sudata e conquistata sul piano della produzione di pasticceria e gelateria, ma anche su quello di un sacrificio moltiplicato dalla mancanza di personale. Sotto questo punto di vista, come imprenditori, l’estate porta preoccupazioni, ansie e sofferenza. Dispiace rimarcarlo, ma è ormai endemica la latitanza di giovani leve.

Mancanza di personale nell'accoglienza: una ferita che non si rimargina

La mancanza di personale nell'accoglienza: una ferita che non si rimargina

Da dopo la pandemia è girato il vento e anno dopo anno la situazione è andata peggiorando fino a stabilizzarsi in quella che ormai possiamo definire una burrasca che colpisce tutto l’universo dell’accoglienza. Bar, alberghi, ristoranti, complessi balneari, pasticcerie e gelaterie ne soffrono. E non è più e solo una questione economica. Bisogna dirlo con chiarezza: molti giovani non sono disposti al sacrificio. Le nostre attività sono sempre aperte, nei weekend e nei giorni di festa. Questo sta diventando un limite invalicabile per molti. Uno status quo che emerge con chiarezza nel corso dei colloqui, quando la domanda classica non riguarda la retribuzione, ma i turni di lavoro.

Libertà e lavoro: il conflitto silenzioso tra i giovani e i social

La situazione è davvero difficile in quanto va a toccare una dimensione che oscilla tra il sociale e la sfera psicologica. Il compenso scivola su un altro piano, perché l’idea di libertà diventa impagabile. Abbiamo toccato con mano quanto molti giovani siano distratti in modo compulsivo dai social, un atteggiamento mentale che fa a pugni con la concretezza dell’attività lavorativa che in fase di servizio, per esempio, richiede massima attenzione su tipologie di offerta e prezzi.

Certo non è giusto fare di ogni erba un fascio. Ci sono giovani validissimi e animati da grande passione, ma sono mosche bianche. Ma al di là dei giovani professionisti di valore, esiste anche una frangia di lavoratori che si improvvisa. Vengono accolti a braccia aperte, ma è personale che va formato, con tutto quello che richiede in termini di impegno, tempo e attenzione e magari dopo qualche tempo cambia idea e prende il volo. Il danno oltre la beffa.   

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