Che i surgelati stiano vivendo una vera e propria età dell'oro sembrano dirlo i numeri: il 99% degli italiani dichiara di consumarli e il 53% di farlo abitualmente. Non solo, il 39,3% degli italiani, secondo una ricerca di AstraRicerche, ne ha incrementato il consumo negli ultimi anni. In termini percentuali, l'analisi dei dati Retail del 2023 rivela un incremento del volume del settore dei prodotti surgelati del 9,4% rispetto ai livelli di consumo domestico del 2019. Nel panorama dei consumi domestici, alcune categorie di prodotti surgelati si sono distinte per la loro popolarità nel 2023. Al primo posto troviamo la verdura, con 215.695 tonnellate consumate, rispetto alle 213.345 del 2019, totalizzando un incremento dell’1,1%, sinonimo di una crescente consapevolezza nella scelta di alimenti sani e bilanciati, con un'attenzione particolare per i vegetali ricchi di nutrienti e le proteine vegetali. Un nodo contro cui il mondo dei surgelati sta combattendo è, però, da sempre quello del gusto. Anche solo come meccanismo mentale, il consumatore tende a preferire il cibo fresco rispetto a quello surgelato. O, forse, tendeva a farlo. Un'altra ricerca effettuata da AstraRicerche per l'Iias, l'Istituto italiano alimenti surgelati, ha infatti avuto risultati per certi versi sorprendenti.
I cibi surgelati? Meglio di quelli freschi, dicono i consumatori
Nello specifico, la ricerca è stata effettuata su un campione di 180 persone che hanno effettuato un test d'assaggio "alla cieca", senza sapere nulla di ciò che avrebbero mangiato. Nemmeno che uno dei due piatti proposti sarebbe stato surgelato. La scelta è ricaduta su tre alimenti specifici: minestrone, fagiolini e filetti di merluzzo. Nel piatto, i consumatori hanno trovato una proposta pressoché identica, per preparazione, ingredienti, impiattamenti, quantità, ecc.
Per il minestrone, i voti molto positivi (nel range compreso tra 8 e 10) attribuiti dai consumatori intervistati in termini di qualità complessiva percepita, vedono il surgelato preferito al fresco: 48% vs 27%, con uno stacco del +21%. Per il merluzzo, il giudizio è analogo: 61% per surgelato vs 34% del fresco (+27% di differenza). Anche le valutazioni sui fagiolini confermano questa impressione degli intervistati, con il surgelato al 52% vs il fresco al 24%. Anche al palato, i consumatori intervistati dichiarano di preferire i surgelati. Il minestrone in versione frozen ottiene il 57% di voti molto positivi vs. il 36% del fresco. Per il merluzzo, la forbice delle valutazioni molto positive si conferma con una grande differenza a favore del surgelato, analoga a quella espressa per il minestrone (57% vs. 36%).
I cibi surgelati? Meglio di quelli freschi
La ricerca sembra, poi, sfatare un altro grande falso mito legato ai surgelati, vale a dire che risultino per il consumatore meno "freschi" rispetto ai cibi freschi. Per il minestrone, la freschezza valutata vede il surgelato ottenere il 59% di voti molto positivi rispetto al 37% del fresco; per il merluzzo, le preferenze si attestano sempre sul 59% vs. il 35% del fresco; infine, per i fagiolini le percentuali del surgelato vs. il fresco raggiungono rispettivamente il 55% e il 26%.Anche in termini di consistenza, infine, i voti i ntensamente positivi espressi dai consumatori coinvolti vedono il minestrone surgelato a +16% vs. il fresco, il merluzzo a +21%, i fagiolini a +26%.
«Siamo in parte rimasti sorpresi anche noi - ha evidenziato Cosimo Finzi di AstraRicerche - I risultati dimostrano come se non raccontiamo al consumatore cosa stia mangiando, vince il surgelato. Questo non significa che il fresco non sia andato bene, ma il surgelato ha avuto risultati veramente importanti». A Finzi ha fatto eco Giorgio Donegani, presidente di Aiis: «Si tratta della conferma di come la ricerca in questi anni non si sia concentrata soltanto sugli aspetti puramente tecnici, ma anche sulla qualità del prodotto e sulla costante ricerca delle materie prime migliori. I surgelati che consumiamo oggi sono molti diversi da quelli di sessant'anni fa. Sono stati fatti enormi passi avanti e i surgelati sono stati capaci di rispondere alle esigenze delle persone tenendo sempre conto di qualità e benessere».
Surgelati, non solo buoni: anche economici
L'Iias non ha chiesto ad AstraRicerche di approfondire soltanto la questione legata al gusto, ma di analizzare anche l'aspetto economico e le differenze, in questo senso, tra prodotti freschi e prodotti surgelati. È stato quindi analizzato l’effettivo “value for money” dei surgelati rispetto agli analoghi freschi, prendendo in esame cinque prodotti specifici rappresentativi delle principali categorie iconiche del comparto dei surgelati: i fagiolini, le patate fritte, i filetti di merluzzo, la pizza margherita e la paella. Sorprendenti i risultati emersi che confermano, in linea generale, la convenienza dei prodotti surgelati, considerata la somma del tempo e del cibo risparmiato nonché i costi per l’acquisto e la preparazione dei prodotti.
I dati AstraRicerche mostrano che i filetti di merluzzo freschi “costano” il 49% in più dei surgelati, percentuale che tocca il 60% se si considera anche il valore dello spreco alimentare. Analogamente, i fagiolini - che nella versione fresca, necessitano di essere puliti e tagliati alle estremità - superano del 53% il “valore economico” del surgelato (se non tenessimo conto dello spreco, sarebbe comunque +44%).
I surgelati vengono preferiti anche per il loro prezzo
Per quanto riguarda gli altri tre prodotti, il discorso su cui ha puntato l'Istituto è diverso e prende in considerazione anche il fattore del tempo. Nelle patate fritte, per esempio, il fresco ha un prezzo più basso di acquisto rispetto al surgelato, ma è altrettanto vero che richiede impegno e tempo per la pelatura e il taglio e un maggiore dispendio di energia per la cottura; ne deriva, a conti fatti, che il fresco costa l’8% in più del surgelato, che arriva al 12% se si considera lo spreco alimentare, piuttosto comune nel caso delle patate. Per la pizza margherita, si ottiene un sostanziale pareggio tra surgelata e “fatta in casa”, considerando tempi e costi complessivi di entrambe; il vantaggio è invece netto rispetto alla versione delivery.
Infine, per preparazioni più complesse come la paella di pesce e verdure, la convenienza del surgelato vs fresco è inequivocabile: tenuto conto del costo degli ingredienti e dell’impegno e del tempo richiesto per la preparazione, il fresco costa il 246% in più del surgelato (se non considerassimo il valore dello spreco, sarebbe comunque +229%).