«Avevo 17 anni, nel 1976, quando mio padre acquistò i primi 3 ettari di Sangiovese Grosso varietà Brunello. Allora quella di Montalcino era una genuina comunità rurale che si esprimeva con gestualità e idiomi tutti suoi muovendo un'identità antica. Oggi si sono perse quella semplicità e sapienza e ha prevalso la dimensione del marketing, quello buono e quello meno buono da cui emergono divismi e spettacolarizzazioni. Nel vino come in cucina». Luigi Ananìa è alla guida dell'Azienda Agricola La Torre nei pressi di Sant'Angelo in Colle, nella zona sud del comune di Montalcino (Si). Un uomo di vino e di pensiero, come testimoniano le sue parole. Un parallelo non solo dialettico, ma che mette radici nella quotidianità. Alla produzione enologia affianca da oltre due decenni quella della scrittura. Ha pubblicato ben otto antologie di racconti, l'ultima nel 2023.
Brunello e Rosso di Montalcino La Torre e due pubblicazioni firmate Luigi Ananìa
Vino e letteratura, un intreccio virtuoso
«Mi guida la passione per la parola - spiega - che mi consente di elaborare le emozioni e capirle mettendole su carta in forma narrativa. Vino e scrittura sono due attività che viaggiano affiancate. Il vino è il frutto di un processo che nasce dalla natura e la natura oggi è entrata con decisione nella vita sociale e civile. Molti racconti parlano del vino, uno spunto per dar voce alla società e ai suoi cambiamenti». Un intreccio che si manifesta con chiarezza in “Confesso che ho bevuto” del 2005, con prefazione di Luigi Veronelli, in cui Ananìa attraverso diverse testimonianze d'autore, da Roberto Benigni a Francesco Guccini, a Melania Mazzucco, chiede di utilizzare il vino come pretesto per parlare di qualcos'altro, in una doppia chiave di lettura. «Il vino dà sollievo, astrae e consola, così come la letteratura può essere di conforto», puntualizza.
Luigi Ananìa con la figlia Benedetta
Un altro parallelismo su cui riflettere emerge da “Nessuno sa. Racconti sul sentimento della paura”, l'opera più recente data alle stampe. Con Alessandro di Robilant, Luigi Ananìa analizza il periodo post Covid, che ha anticipato la guerra in Ucraina, così come l'influenza “spagnola” ha preceduto il primo conflitto mondiale. «Oggi siamo più sensibili alla paura e le certezze non sono più granitiche - sottolinea - Un sentire che per un imprenditore del vino è un po' una costante. La paura della grandine o di un macchinario che si rompe o l'epidemia della peronospera che siamo riusciti a bloccare. Le notti insonne non sono letteratura romantica».
La Torre, 36 ettari, di cui 5,6 a vigneto
Ma i risultati sono storia. L'Azienda Agricola La Torre, associata al Consorzio del vino Brunello di Montalcino, si estende per 36 ettari di cui 5,6 piantati a vigna: 4,9 a Sangiovese Grosso Brunello e 0,7 tra Alicante, Ciliegiolo e Sangiovese. Le vigne, esposte a mezzogiorno e a ovest, giacciono su terreni di origine eocenica derivanti da pietraserena, galestro e calcare. Il terreno è aspro e pietroso. La disposizione collinare favorisce lo sviluppo di aromi variegati e intensi. La vigna è divisa in quattro quadri che si vendemmiano separatamente a fine settembre.
L'Azienda Agricola La Torre immersa nel territorio di Montalcino
La produzione si attesta sulle 27 mila bottiglie, di cui 12 mila di Brunello di Montalcino e 10 mila di Rosso di Montalcino. Le annate eccezionali vedono anche il Brunello Riserva. Il primo Brunello segna la data 1982 ed è stato immesso sul mercato nell'87. In produzione anche Ampelio Rosso Toscano Igt (40% Alicante, 30% Sangiovese, 30% Ciliegiolo).
Ampelio Rosso Toscano Igt e altre opere di Luigi Ananìa
«Ampelio - ricorda Luigi Ananìa - è il nome di un vecchio contadino che ha innestato le nostre viti di Brunello. Eravamo amici. Ma Ampelio nella mitologia greca è anche il giovane amato da Dioniso che venne trasformato in una vite». E il legame tra storia, cultura e vino si manifesta ancora una volta.
Saper dare una propria impronta al vino
«Il vino, secondo la mia concezione - annota - è sì artigianalità, ma con alle spalle una solida base scientifica, chimico- microbiologica. Forte deve essere il legame con il territorio nel rispetto della personalità del vigneto e dell'annata. Bisogna però saper andare oltre per dare un'impronta al vino e portare a maturazione il proprio stile al di là degli standard di tendenza. Non solo tecnica, ma di anno in anno una ponderata sequenza di scelte e cura dei dettagli».
Azienda Agricola La Torre - Località La Torre
Strada di Sesta Sant'Angelo in Colle - 53024 Montalcino (Si)
Tel 0577 844073