«Amare senza amaro non si può» annotava il cardinal Pietro Bembo, noto scrittore nato da una potente famiglia patrizia veneziana nella seconda metà del '400. E ad amare è Brescia e la sua provincia soprattutto quando è amara! Questo territorio, infatti, anche quando si presenta amaro, riesce ad affascinare e conquistare. «Ma a Brescia c'è una tradizione in questo settore? Voi siete solo bravi a fare il tondino!»: Germano Bana, esperto di cucina locale, esordisce con una provocazione alla presentazione di "Alchimie. Amari, formaggi, erbe e infusi. Gli artifici del gusto racchiusi nella magia delle erbe". Un evento che si terrà a Montirone, comune dell'hinterland cittadino, nel teatro Sicomoro per l'intera giornata del 25 febbraio.
La presentazione di Alchimie, l'evento che promuove gli amari di Brescia
Ad "Alchimie", a Montirone (Bs), 24 etichette di amari locali
«È la nostra risposta - sottolinea Massimo Tacconi, vicepresidente della Provincia, che patrocina la rassegna - a chi nutre ancora dubbi sulla storia della nostra gloriosa tradizione enogastronomica». In vetrina ad "Alchimie" ci saranno una ventina di produttori locali di amari, con un totale di 24 etichette. Il filo conduttore sono le erbe, da cui tutto inizia. Alla rassegna saranno presenti anche formaggi, infusi, tisane. Un palcoscenico nato per mostrare il patrimonio locale in materia inedita, con accostamenti originali e intriganti.
«Brescia fra l'altro - ricorda l'esperto e storico Marino Marini - si distingue come un importante centro della tradizione liquoristica italiana, ereditando la specializzazione nell'Anice da Venezia diventando famosa per il suo Anesone Triduo Orzinuovi». Genziana, menta, timo, rosmarino, sambuco, melissa, ginepro, achillea, salvia, iperico, pino mugo, lichene, alloro, rosmarino... la lista degli ''ingredienti'' che può comporre un amaro è davvero infinita e i territori incontaminati bresciani, soprattutto quelli delle valli, ne amplificano il fascino, da scoprire ad "Alchimie".