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Tenerife per golosi: tra vini e guachinche tipiche

Oltre che per le sue bellezze naturalistiche, l'isola è perfetta per i viaggiatori gourmet. Tappa d'obbligo le trattorie che offrono pochi ma buoni piatti della tradizione locale, con materie prime e vino del posto

 
04 febbraio 2024 | 08:30

Tenerife per golosi: tra vini e guachinche tipiche

Oltre che per le sue bellezze naturalistiche, l'isola è perfetta per i viaggiatori gourmet. Tappa d'obbligo le trattorie che offrono pochi ma buoni piatti della tradizione locale, con materie prime e vino del posto

04 febbraio 2024 | 08:30
 

Tenerife, metà gennaio 2024. Il volo è comodo, diretto da diversi aeroporti italiani. Il trolley è leggero: si sa, alle Canarie si va apposta in inverno per il clima mite. Leggero senza esagerare, abbigliamento “a cipolla” e una sciarpa o un copricapo per i più freddolosi. Il vento dopo il tramonto - che arriva presto, siate mattinieri se potete - è fresco e umido. Cappellino e crema solare. Siamo al largo del Marocco e della sub-regione del Sahara Occidentale tra il 29° e il 30° parallelo. A cielo terso i raggi pungono sia sulle coste oceaniche che in prossimità del Teide, la cima vulcanica che domina e disegna (in tutti i sensi) l'isola più grande dell'arcipelago canario.

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La vista di Santa Cruz

Tenerife, tappa al Pico del Teide

Il cratere apre e chiude il cerchio di Tenerife. Las Cañadas, la caldera vulcanica, è uno spettacolo unico, a tratti surreale. Se potete salite ai quasi 4mila metri del Pico con la funivia (o a piedi!). Tassativo non lasciare l'isola senza aver raggiunto in auto o bus i 2.250 metri dell'altopiano del Parco nazionale. L'asfalto è in ottimo stato come in tutte le strade di Tenerife, i mirador (punti panoramici) frequenti, gli scenari di rocce e vegetazione mutano senza soluzione di continuità. Sull'altipiano il vento può essere forte e la funivia a volte fuori servizio.

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Il Pico del Teide

L'ultima eruzione del vulcano risale a poco più di un secolo fa e i segni sulle rocce o sulle distese rasate sono surreali. Non spoilero più di tanto, andate a godervi lo scenario. Pranzo al sacco per gli escursionisti, per gli altri un Parador poco distante dalla base della funivia conferma la buona tradizione culinaria spagnola. Siamo appunto in terra di Spagna, chi ha problemi col rilascio del passaporto memorizzi.

A Tenerife Norte per i suoi scenari naturalistici

Il nord dell'isola è per viaggiatori. Scorci spettacolari, mare travolgente, piccole spiagge di sabbia nera, bar e ristoranti a picco sull'oceano. Il turismo classico impera a sud, dove la sabbia dorata riportata dal Sahara tenta di fare il suo mestiere tra una cementificazione dal dubbio (eufemismo) impatto ambientale e l'altra. A nord-est Las Teresitas è bella, a un passo dal capoluogo Santa Cruz. La temperatura dell'oceano scende a volte a 18°C. C'è chi si tuffa con l'aiutino delle piscine naturali, una delle meraviglie dell'isola. Le più belle sono il Charco de La Laja, il Charco del Viento e il Caletón. Si nuota al di qua delle barriere rocciose, a pochi centimetri dall'Oceano che spesso vi si infrange contro impetuoso.

L'ospitalità a tavola di Tenerife nelle guachinche

I canari sono accoglienti, ancor di più se approcciati in spagnolo anziché inglese, lingua molto utilizzata con l'eccezione di alcuni “guachinche” autentici.
Si narra che nelle vecchie cantine i vignaioli offrissero spuntini per accompagnare la degustazione dei propri vini. Nel tempo si è assistito all'evoluzione in agriturismi o, meglio, in una via di mezzo tra le nostre osterie e i warung balinesi.

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Una tipica guachinche di Tenerife

Siate accorti perché la genuinità dei guachinche ha sconfinato nel marketing. Quelli autentici sono soprattutto a nord, Santa Ursula è il paese in cui il rischio di sola è più basso e la probabilità di gustare veri piatti tipici molto alta. In tutte le attività di ristorazione e alloggio ho trovato alti standard di igiene, accessibilità e fruibilità.

L'enogastronomia canaria, dai Guanci ad oggi

L'aglio nelle salse (mojo) - golosissime e spesso piccanti - è un po' come per noi il prezzemolo: presente in quasi tutte. Assieme al pane arrivano alla “mesa” in automatico, se non le desiderate (scelta poco comprensibile, io non ho mai avuto problemi digestivi) avvisate in anticipo il personale in sala. Provate anche l'escaldon de gofio - per molti ma non per tutti - e gustando quel piatto a base di cereali tostati immergetevi nel passato remoto degli abitanti originari di Tenerife: i Guanci. Poi le papas arrugadas - accertandovi che le patate siano piccole, ben cotte e con la buccia davvero rugosa - e il queso asado, con mojo of course!

Dulcis in fundo? Ni. I dessert tipici sono una rarità, ho cercato invano il Bienmesabe. In ogni caso chiedeteli “sin nata” se non siete appassionati di panna montata, perché la mettono ovunque. Il barraquito, o zaperoco per essere sicuri che ve lo servano alcolico, è un caffè che sa poco di caffè ma intriga, grazie al licor 43 e al latte condensato. L'espresso buono è un terno al lotto. Del resto, lo chiamano café-solo e l'aggettivo già intristisce.

Viticoltura e vino a Tenerife

Difficile trovare vini di bassa qualità, che siano rossi, bianchi, rosati, dolci (i più tradizionali), in bottiglia o “della casa”. Sconosciuta la fillossera, si assiste al trionfo di viti a piede franco su terreno vulcanico. Wow. Blanco de platano a parte - lo chiamano vino ma è fatto con banane, i platani appunto - mettete insieme mineralità, sapidità, spezie, più di 500 anni di viticoltura, un centinaio di varietà di uve, terroir e microclimi infiniti per accorgervi di non aver mai bevuto vini con tali e tante sfumature. Poiché gli spagnoli tendono a dare per scontato l'affinamento in legno, cercate un Listán Negro in purezza solo acciaio, ad esempio, e capirete a quali sentori, aromi, sapori e profumi ho fatto riferimento. Buon viaggio.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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