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Fritto napoletano a regola d’arte? Da Rostì a Pomigliano d’Arco

Da rosticceria take away a ristorante con 35 coperti e servizio al tavolo con una cucina agile che interpreta i piatti della vera tradizione napoletana, dagli immancabili fritti alla pasta fatta rigorosamente a mano

 
18 novembre 2023 | 11:11

Fritto napoletano a regola d’arte? Da Rostì a Pomigliano d’Arco

Da rosticceria take away a ristorante con 35 coperti e servizio al tavolo con una cucina agile che interpreta i piatti della vera tradizione napoletana, dagli immancabili fritti alla pasta fatta rigorosamente a mano

18 novembre 2023 | 11:11
 

Tra le poche realtà industriali campane dei settori automotive e avio, Pomigliano d’Arco è laborioso e popoloso comune di circa 40mila città, inserito nella cintura della città metropolitana di Napoli. La sua connotazione industriale è evidente e a tratti piacevole per quanto si riversa nella quotidianità dei ritmi degli orari: il tempo del lavoro in azienda e il tempo libero. La settimana che va dal lunedì al venerdì e la sacralità del fine settimana. Ne consegue che anche l’offering del fuori casa è frutto di questa economia industriale che impatta sulla socialità. Ben calibrata su tale realtà, attrattiva oramai anche per quanti la individuano come locale di destinazione, da poco più di tre anni, che equivale a dire praticamente in periodo pandemico, nasce a Pomigliano d’Arco “Rostì - Non una normale rosticceria”.

Fritto napoletano a regola d’arte? Da Rostì a Pomigliano d’Arco

I tavoli di Rostì

Rostì, da take away a ristorante in centro

Inizialmente è esercizio che eroga solo servizio take away. Circa 14 mesi fa trasloco quanto mai opportuno in centro (la toponomastica recita “via Alfa Romeo” e significherà pur qualcosa!) onde, disponendo di una sala con 35 coperti, si eroga anche servizio ai tavoli.

Nume dell’intrapresa, giovane tra giovani, il prode Matteo Del Cuoco (nomen omen), non ancora alla soglia del quarto di secolo. La squadra, al governo della quale c’è Matteo, è composta da cinque risorse. La somma delle loro età esita il numero 112!  Hanno cuore e cervello. Sono mentedopera ancor prima e ancor più che manodopera. Hanno la grazia e il sorriso dei giovani consapevoli di vivere stagione preziosa della loro vita: Carla Lignano (direttrice di sala, 24 anni), Christian Aprano (sous chef, 22 anni), Francesca Cardaropoli (banconista, 23 anni), Sabrina Lo Tufo (banconista, 22 anni) Salvatore Furino (sous chef, 21 anni).

Fritto napoletano a regola d’arte? Da Rostì a Pomigliano d’Arco

Matteo Del Cuoco e la sua squadra di Rostì

Da Rostì i piatti della vera tradizione napoletana

Cucina agile che interpreta i piatti della vera tradizione napoletana ad essi aggiungendo meritori guizzi creativi.  Cucina espresso, si direbbe. Nulla di pronto, niente che faccia melanconica esibizione sul banco. A vista, la cucina lavora su comanda.

Non si può non cominciare dai già (meritatamente) famosi fritti. Memorabili per bontà e per pregevolezza di esecuzione friggitòria, le frittatine di pasta, degustate voluttuosamente sia nella versione tradizionale che in quella signature alla carbonara, semplicemente squisita! Una notazione non da poco: la pasta è manufatta in casa e non parliamo di pasta fresca, bensì di pasta secca. Ancora, sempre a celebrare i fritti, la mozzarella in carrozza con ketchup di peperone alla napoletana in agrodolce e la parmigiana di melanzane.

Gradevole alla vista ancor prima che al palato, Bon bon di salsiccia panata al panko con emulsione di friarielli e caciocavallo irpino. Di grande piacevolezza, gagliardo il nome “Non chiamatelo Genovese”: Pane Bun, cheesesteak di manzo, composta di cipolle in agrodolce e caciocavallo irpino.

La pasta fatta in casa torna a tavola non più in sembianza di frittatina, bensì nella sua cottura classica per addivenire a piatto che merita plauso: la Genovese Napoletana. Gli ziti sono trafilati in bronzo, il sugo è quello classico alla genovese, la generosa spolverata di Parmigiano-Reggiano Dop trenta mesi arreca ulteriore valore ad un piatto che, non vi è enfasi, da solo varrebbe la visita.

Ancora un primo, questa volta di pasta fresca ripiena: Cappellacci fatti a mano ripieni di mousse di Pecorino Romano Dop, spuma di Parmigiano-Reggiano Dop 30 mesi, pepi misti e petali di tartufo nero di Bagnoli Irpino.
Negli appropriati bicchieri, correttamente servite all’idonea temperatura, due ottime birre: Super 8 Blanche e Charles Quint Blonde.

Deliziosi, a degno compimento di cena sorprendente per qualità e per dovizia di portate originali, due dolci: Arachidi E Caramello: Crumble al cacao, mousse di arachidi, caramello salato e arachidi pralinate; RostiMisù: Brownies al cioccolato fondente, mousse di mascarpone e spuma di zabaione.

Labbottega, il laboratorio di Rostì

Lo scorso mese al progetto Rostì si è affiancato quello di Labbottega, unione tra un Laboratorio artigianale e una Bottega gastronomica, dove si produce la pasta impiegata nelle preparazioni di Rostì.

Nel laboratorio si preparano anche sughi pronti, confetture e altri prodotti sottovuoto che, insieme a una selezione di prodotti da forno, possono essere acquistati anche online. Avanti così, giovane squadra di Rostì. La ristorazione che sovente si impigrisce e nel contemplare se stessa va in indolente autoreferenza, ha bisogno del vostro entusiasmo, della Vostra intelligenza, della vostra propensione al miglioramento continuo.

Rostì
Via Alfa Romeo, 13/15 - Pomigliano d’Arco (Na)
Tel 351 9671412

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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