A Storo le "Polentiadi" 2022, supersfida a colpi di "trisa"

La polenta sarà protagonista del Festival che l'1 e 2 ottobre animerà l'antico borgo della Valle del Chiese. Sette gli sfidanti che si contenderanno l'ambito trofeo

28 settembre 2022 | 13:01
di Giuseppe Casagrande

Evviva la polenta, evviva Storo (Tn), evviva la Valle del Chiese. Il prossimo week-end (sabato 1 e domenica 2 ottobre) ritorna uno degli eventi più attesi: il Festival della Polenta. Per due giorni il centro storico di Storo si animerà di profumi, colori e sapori, lungo un suggestivo itinerario del gusto. Ricchissimo il programma: convegni, appuntamenti culturali, degustazione dei prodotti del territorio, intrattenimenti musicali e nella mattinata di domenica le "Polentiadi", la supersfida a colpi di "trisa", il mestolo di legno utilizzato per mescolare la polenta. Una singolar tenzone che ogni anno in ottobre richiama nelle strade, nelle piazze e nei vicoli di Storo migliaia di buongustai anche da fuori regione.

L'anno scorso vinse la polenta con le rape della Pro Loco di Bondo

Sette le formazioni che si contenderanno l'ambito trofeo (la Ramina d'oro) con le loro esclusive ricette: i "polentèr" di Storo, gli Alpini di Condino, la Pro Loco di Cimego, la Pro Loco di Bondo, i "polentèr" di Praso, il Circolo Culturale di Strada, la Confraternita della Noce del Bleggio.
L'anno scorso il trofeo era stato vinto dalla Pro Loco di Bondo con il piatto "polenta e rapy". Ingredienti: farina gialla nostrana di Storo e le rape di Bondo, il tutto insaporito con pancetta, salamella, Spressa delle Giudicarie, Fontina, Trentingrana grattugiato, burro, cipolle e olio extravergine di oliva.

Carbonera, macafana, polenta cucia, polenta di patate, polenta con le noci

Due saranno le giurie che valuteranno e assegneranno i punteggi di merito alle polente in concorso: una giuria tecnica di esperti (chef e giornalisti enogastronomici) e la giuria popolare. Compito arduo visto il numero di polente in gara: dalla carbonera (la più classica, con formaggi di varie stagionature e salame) alla macafana (con burro e cicoria), dalla polenta con le rape alla polenta di patate, dalla polenta cucia (con pancetta, formaggio e burro di malga) alla polenta con le noci. Nelle precedenti edizioni erano state proposte altre stuzzicanti varianti: la polenta taragna (con grano saraceno, burro e formaggio), la polenta delle Strie (con spressa, erbette e castagne), la polenta "enfumegada", la polenta grestana (con verdure biologiche della Valle di Gresta: radicchio, verze, carote, sedano rapa, cavolfiori, formaggio di montagna e burro).

Due le giurie (una tecnica e una popolare) che valuteranno le polente in gara

Due - dicevamo - le giurie: una tecnica e una popolare. Questi i componenti della giuria tecnica: Elio Tonetta, chef patron dell'Antica Trattoria "Al Tino" di Trento (Via Santissima Trinità), figura storica della ristorazione trentina. Nel 2015 ha vinto le "Polentiadi" di Parenzo-Porec (Istria), concorso riservato ai ristoranti di Italia, Slovenia e Croazia. Per anni ha valorizzato e fatto conoscere alla clientela italiana e internazionale la farina gialla di Storo. Simone Bordignon, executive chef della storica Osteria "Le Due Spade" di Trento, il ristorante stellato fondato nel 1545 in occasione dell'apertura del Concilio Tridentino. Giovane talento, per anni ha affiancato Federico Parolari come sous chef. Dopo il cambio di gestione, con l'uscita di Massimliano Peterlana, oggi è al timone della brigata di cucina del ristorante. Giuseppe Casagrande, decano dei giornalisti enogastronomici trentini, è ispettore della Guida "Best Gourmet of Alpe Adria" e della Guida "Venezie a Tavola". Collabora con il quotidiano online "L'Adigetto", con la rivista "Italia a Tavola", il mensile "Il Melo" e altri giornali di enogastronomia e turismo: "Itinerari dei Sapori", "Piaceri della Vita", "EgNews", "Convivium2000".

 

Ai partecipanti sarà consegnata la mappa del paese e la tessera per gli assaggi

La formula dell'edizione 2022 delle "Polentiadi" seguirà le indicazioni fornite nelle precedenti edizioni. A tutti i visitatori verrà consegnata la mappa del paese utile per individuare le postazioni (piazze e piazzette del centro storico) dove sono ubicati i giganteschi paioli delle varie associazioni che partecipano alla gara. Assieme alla mappa sarà consegnata la tessera che dà diritto all'assaggio delle varie polente e una scheda per la votazione della migliore polenta che consentirà di stilare una classifica di merito sulla base dei giudizi espressi da questa giuria popolare. A fine concorso, infatti, saranno due le classiche, distinte sulla base dei giudizi espressi dalla giuria tecnica e dalla giuria popolare. La kermesse, giunta alla settima edizione, è organizzata anche quest'anno dalla Cooperativa Agri '90 e dalla Pro Loco di Storo con il supporto del Comune di Storo, dell'Azienda per il turismo di Madonna di Campiglio, del Bim del Chiese e di Trentino Marketing. Anche quest'anno verrà riproposta la mostra degli spaventapasseri che nelle precedenti edizioni ha sempre riscosso un grande successo.

La felice intuizione del vulcanico presidente di Agri '90 Vigilio Giovanelli

Il Festival della Polenta è stato organizzato per la prima volta a Storo nel 2015 grazie ad una felice intuizione del vulcanico presidente di Agri '90 Vigilio Giovanelli. Fu proprio "mister" Giovanelli, per anni sindaco di Storo, dopo aver assistito a molte edizioni delle "Polentiadi" di Parenzo-Porec (Istria), concorso internazionale riservato ai ristoranti di Italia, Slovenia e Croazia (per oltre 15 anni vi parteciparono e vinsero molti chef trentini) a portare il format in Valle del Chiese e a coinvolgere nella kermesse le Pro Loco, i circoli culturali e le varie associazioni di volontariato.
Storo è la capitale della farina gialla e della polenta, ormai conosciuta in tutto il mondo, ma è soprattutto il luogo dove si produce il granturco Nostrano: una varietà antica selezionata all'inizio del Novecento nella zona di Marano Vicentino dall'agronomo Antonio Fioretti e che ha trovato proprio in Valle del Chiese il suo habitat ideale.

Sabato l'inaugurazione del nuovo moderno mulino per la farina bianca

Il granturco nostrano, il famoso "Oro Rosso" di Storo lo si lavora e lo si confeziona nella sede di via del Sorino, dotata delle più moderne tecnologie. Sabato 1 maggio, alle ore 10, in occasione dell'edizione 2022 del Festival della Polenta, sarà inaugurato il nuovo mulino che consente di ampliare la gamma di prodotti del polo cerealicolo di Agri '90. Un gioiello per la lavorazione e il confezionamento della farina bianca, l'Oro Bianco" di Storo, apprezzata anche fuori regione. Altra "chicca" di Agri '90 è la farina di grano saraceno senza glutine, l'"Oro Nero" per la preparazione di piatti dolci e salati. Una farina di grande qualità, macinata a pietra e confezionata per Agri '90 dal Mas del Gnac (Isera).

Un Festival dedicato al prodotto di punta della Valle del Chiese

Il Festival della Polenta è dedicato al prodotto di punta della Valle del Chiese, la famosa farina gialla, l'Oro di Storo, e al piatto principe della tradizione culinaria di montagna, cioè la Polenta proposta in tante gustosissime varianti, ognuna con una propria personalità. Un piatto "povero", ma ricco di profumi e di sapori, molto apprezzato a tavola. Tornando alla farina gialla di Storo, sarà bene ricordare che nei campi di granturco gli agricoltori usano il sistema della rotazione delle coltivazioni per mantenere e dare fertilità ai campi, per non stressare il terreno e per combattere il flagello della diabrotica, coleottero di origine americana che si nutre delle radici del mais. In questo modo le pannocchie del granturco "Nostrano" di Storo non sono attaccate. Così la rotazione fra cultivar diverse diventa una garanzia ambientale, culturale e sociale per il fondovalle e per tutto l'ecosistema.

Agri '90: dalla farina gialla alla farina bianca, alla farina di grano saraceno

Le "Polentiadi" di Storo saranno precedute, sabato 1 ottobre alle ore 18.30 nell’ambito della settima edizione del Festival della Polenta da un importante convegno sui nuovi orizzonti della cerealicoltura: una sfida e un'opportunità. In un momento storico che vede i cambiamenti climatici responsabili anche della crisi economica ed energetica, con pesanti ripercussioni e speculazioni che minacciano il futuro delle imprese e delle famiglie, diventa fondamentale un ragionamento strategico attorno alle potenzialità dell’agricoltura nazionale e regionale. Si colloca in questa prospettiva il convegno promosso presso la sala convegni della Cooperativa Agri 90. Sarà l’occasione per presentare gli ultimi risultati realizzati dalla compagine cooperativa guidata da Vigilio Giovanelli nell’ambito della cerealicoltura trentina. Una realtà sempre più importante che, oltre ai 300 ettari di granturco Nostrano da polenta coltivati nella piana di Storo, oggi può contare sui 40 ettari di altri soci che operano nei territori che spaziano dal Bleggio a Tione e dalla Busa di Riva del Garda fino all’Altopiano della Vigolana. Al patrimonio produttivo relativo al granoturco da polenta si è aggiunta in questi ultimi anni un'importante attività legata alle rotazioni dei terreni che prevedono la messa a coltura, oltre alla patate, anche di frumento e grano saraceno. Per quanto riguarda la sezione dei nuovi cereali la cooperativa ha avviato una fortunata linea di produzione di farine macinate a pietra di Tipo 1 nelle confezioni da 1, da 5 e 25 chili che hanno portato ad un investimento di un milione e mezzo di euro per la realizzazione del nuovo mulino del quale è prevista l’inaugurazione alle ore 10 di sabato 1 ottobre in contemporanea con l’apertura della prima sagra del Formaggio di Malga e del Miele di montagna.

Interverrà anche Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai Italiani

In apertura del convegno Vigilio Giovanelli, presidente di Agri '90, presenterà il programma di questo forum che si pone l’obiettivo specifico di rafforzare le filiere agroalimentari territoriali a partire da un serio ragionamento sulle potenzialità della cerealicoltura. Si tratta di un’importante inversione di tendenza dopo diversi decenni nei quali si pensava che l’unico orizzonte possibile fosse quello della globalizzazione e della specializzazione produttiva affidata a paesi terzi. Non a caso, fra le relazioni centrali della serata vi sarà quella di Riccardo Felicetti, amministratore delegato di Pastificio Felicetti, simbolo emergente della cerealicoltura e dell’agroalimentare nazionale e internazionale. Felicetti, che è anche presidente dei Pastai italiani di Confindustria, parlerà delle “Prospettive di sviluppo della cerealicoltura in ambito nazionale” con l’attenzione alle caratteristiche e alle specificità della varietà e alla potenzialità dei singoli territori.

L'esperienza virtuosa dei produttori agricoli del Mugello sull'Appennino Toscano

Barbara Battistello, direttore Coldiretti Firenze-Prato, e Giacomo Tatti, imprenditore agricolo e presidente dell’associazione “Il granaio dei Medici” parleranno dell’importante esperienza cerealicola del Mugello intesa come filiera locale controllata e di eccellenza. Coadiuvati da Coldiretti, diversi produttori agricoli del Mugello, sull’Appennino Toscano, hanno realizzato un’associazione di imprese che conta oggi 35 associati fra i quali 21 aziende agricole. L’obiettivo è quello di creare sinergie commerciali attraverso specifici disciplinari di qualità e contratti di filiera fra aziende agricole e trasformatori garantendo un adeguato riconoscimento del prezzo della materia prima.

Il tortello di patata, la birra di pane, i cereali di Gais in Valle Aurina

Fra i progetti realizzati ricordiamo il Tortello di patata del Mugello, la Birra di Pane, ottenuta dal pane invenduto in 40 punti vendita di Unicoop, oltre a particolari esperienze relative al recupero di antiche varietà di frumento, la valorizzazione del Marrone e degli allevamenti locali. Significativa anche l’esperienza di Lorenz Schiner, giovane produttore di cereali di Gais, all’imbocco della Valle di Tures e Aurina, nelle vicinanze di Brunico in Pusteria, ideatore del marchio TerraVitae ed impegnato nella produzione di cereali di montagna con metodo biodinamico. Oltre all’esperienza personale, Schiner parlerà del crescente interesse nei confronti della cerealicoltura all’interno dell’Arco Alpino con particolare riferimento al tema della biodiversità e della conservazione dei semi antichi. Gli interventi si concluderanno con la presentazione del libro “I tanti volti di un chicco di mais. Storia, evoluzione e suo utilizzo” a cura di Costantino Bonomi del Muse. La pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto “Biodiversità agricola e alimentare da Tutelare nel Trentino Occidentale – Biotto” coordinato dall’Ufficio per le Produzioni biologiche della Provincia Autonoma di Trento.

La sagra del formaggio di malga abbinata miele di montagna

Il convegno verrà preceduto da una serie di eventi previsti sempre presso la sede di Agri '90 a partire dalle ore 10 di sabato 1 ottobre. In calendario la prima “Sagra del formaggio di malga in abbinamento con il miele di montagna” con esposizione, assaggi e vendita di prodotti a cui seguirà il pranzo con polenta e spiedo su prenotazione. Altro appuntamento la presentazione da parte di Francesco Gubert, agronomo ed esperto di alpicoltura, del libro “Cercatori d’erba. Malghe da formaggio in Trentino” realizzato assieme a Marco Simonini per la parte fotografica e Amina Pedrinolla per la parte artistica.

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Alberto Lupini


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